Una strategia per affrontare la sfida del cambiamento

La transizione digitale, anche dei controlli, una domanda che rallenta e cerca novità, la chance dei dealcolati, la frontiera delle Tea, nuovi requisiti d'etichettatura . Un nuovo scenario, che riguarda anche il quadro normativo e regolamentare, condizionerà (in molti casi già condiziona) le dinamiche del settore. Siamo pronti?

Il cambiamento climatico, che anche in questa campagna ha manifestato inequivocabili effetti sulla gestione del vigneto e sulla produttività, non è la sola espressione - sebbene significativa e spesso preoccupante - di un processo, non ancora compiuto, di straordinario mutamento.

Si fanno strada infatti, in alcuni casi in modalità meno tangibile, altri profili di cambiamento, sollecitati dal mercato e dalle politiche europee, che sembrano delineare un nuovo modello: diminuiscono, in realtà secondo una curva progressivamente decrescente, i consumi di vino, trovano spazio nuovi processi, tecnologie e strumenti, in alcuni casi ancora inespressi, utili per promuovere il cambiamento, si inseriscono misure di gestione dell’offerta, ulteriori requisiti d’etichettatura e nuove prospettive per il packaging.

Sintesi da VVQ 7/2023

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Uno scenario mutevole

Il dato strutturale e di partenza per una valutazione del contesto è quello riferito al progressivo decremento dei consumi di vino. L’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (OIV) fornisce i numeri e quantifica il calo: in termini di peso relativo sul consumo mondiale di vino, la rappresentatività dei consumi europei è passata dal 59% del 2000 al 48%, pari a circa 111 milioni di ettolitri rispetto al totale.

La crescita di nuovi mercati, dato di per sé positivo benché non in grado di compensare la diminuzione dei consumi, ha causato un significativo calo, più evidente negli Stati produttori (Italia, Francia e Spagna) che complessivamente consumano oggi, rispetto a vent’anni fa, 20 milioni di ettolitri in meno. Rispetto alle dinamiche di mercato, nel complesso, senza considerare alcune eccezioni territoriali, i consumi sembrano premiare più i vini bianchi e gli spumanti e meno i rossi, che non casualmente hanno fatto registrare nel complesso – e al di là delle eccezioni territoriali – le maggiori giacenze di cantina.

E tra i requisiti che hanno impatto sulle scelte d’acquisto dei consumatori, secondo Nomisma Wine Monitor, si conferma il territorio viticolo e la denominazione e/o indicazione geografica (37%), il grado di sostenibilità, sia in termini di schemi volontari che di regime biologico (10%) e la varietà di uva (10%), ma con un ruolo importante del prezzo, anche in termini di offerte e promozioni (26%). Un punto quest’ultimo fortemente condizionato dalla situazione geopolitica ed economica che ha portato a un aumento dei costi di produzione e di distribuzione con inevitabili riflessi sui prezzi di vendita e quindi, complice anche la spirale inflazionistica, il cui tasso è in lieve decelerazione, anche sulla capacità di spesa dei consumatori.

L’adattamento parte dal vigneto

L’incremento dei costi delle materie prime, dell’energia e dei materiali pesano in maniera significativa nella fase di impianto e di gestione del vigneto, così come le difficoltà – in alcuni territori più che in altri – di reperimento della manodopera specializzata.

La diffusione dei Dss cresce grazie al passaggio da software complessi ad app user friendly gestibili da smartphone e tablet e, naturalmente, alle notevoli opportunità che offrono».

In tal senso, la possibilità di meccanizzare, laddove possibile, le operazioni colturali potrebbe consentire di ridurre i costi e di rendere maggiormente efficienti e, soprattutto nei periodi difficili dal punto di vista climatico, anche tempestivi, gli interventi in campo, compresi quelli fitosanitari.

In termini generali, ridurre gli input consente di ridurre i costi di esercizio: per questo motivo, i sistemi di supporto alle decisioni (SSD), promossi anche nell’ambito della programmazione Pac 2023-2027 come strumenti atti a dimostrare i requisiti di condizionalità, consentono di ottimizzare i tempi e le modalità di intervento e l’impiego dei fattori produttivi nonché di ridurre gli sprechi.

Così come, tali modelli permettono di acquisire, dai sensori in campo e dalle tecnologie utilizzate, una serie di dati e di informazioni – da conservare, organizzare ed elaborare – per monitorare i processi e comprendere le reali necessità di intervento.

Un altro spazio di riflessione riguarda il nuovo sistema di identificazione delle parcelle agricole, cd. SIPA, basato su tecnologie digitali, applicazioni grafiche e geo-spaziali, previsto dal DM 28 febbraio 2022, n. 93849.

Si tratta di un upgrade che comporta un allineamento delle superfici afferenti allo schedario con quelle presenti nel fascicolo aziendale grafico, aggiornato e validato dal produttore e che, come indicato dal DM 28 luglio 2023, è stato recentemente prorogato: un processo di transizione che dovrà essere completato entro il 31 luglio 2024 (con l’eccezione dei produttori che accedono alla misura di ristrutturazione e di riconversione dei vigneti che dovranno invece ultimare il processo di allineamento entro il 31 dicembre 2023) e che – al netto delle discordanze causate dai differenti metodi di misurazione – consentirà, una volta a regime, di disporre un inventario moderno ed aggiornato.

Quali risposte?

La nuova programmazione Pac 2023-2027, in particolare il Reg. (UE) 2021/2117, applicabile dal 1° gennaio 2023 senza la necessità di alcun recepimento nell’ordinamento interno, ha introdotto alcune novità che potrebbero offrire, nell’ambito di una strategia, una risposta ai mutamenti del settore.

Vino rosso e bianco a bassa gradazione alcolica

È il caso dei vini dealcolati e parzialmente dealcolati, tipologie che fanno registrare importanti incrementi della domanda di mercato: secondo una ricerca IWSR il valore di mercato delle bevande no- e low-alcohol ha superato gli 11 miliardi di dollari (+9% solo nel 2022), segmento che farà registrare, secondo l’analisi, un tasso annuo di crescita pari a +2%/anno almeno fino al 2026.

Si tratta di un dossier in discussione a livello nazionale nell’ambito di un gruppo di lavoro istituito a livello ministeriale che dovrà fornire agli operatori istruzioni tecnico-operative rispetto al mantenimento della tracciabilità e alla gestione della miscela idroalcolica che deriva dai processi di dealcolazione.

Un’altra importante novità, anche rispetto agli ambiziosi obiettivi fissati dal Green deal europeo, riguarda l’utilizzabilità di varietà ibride, cioè ottenute da un incrocio tra Vitis vinifera e altre specie del genere Vitis, anche per la produzione di vini Dop: una modifica che di fatto allinea le regole di produzione delle denominazioni d’origine alle indicazioni geografica ma tuttavia contraddetta dall’indicazione contenuta nella legge 12 dicembre 2016, n. 238, c.d. Testo unico del vino.

Un tema che si affianca a quello delle tecniche di evoluzione assistita (TEA) che, anche in risposta alle politiche europee finalizzate alla riduzione dei fitofarmaci, potrebbero aprire a nuovi scenari sul fronte della resistenza/tolleranza ma, in termini più generali, anche rispetto alla capacità di adattamento delle varietà alla siccità e alle mutevoli condizioni climatiche e ambientali. Si attende, in tal caso, che entri a regime la fase di sperimentazione in campo, necessaria per mettere a punto le varietà di vite editate – non equiparabili agli Ogm – ottenute cioè da un processo di editing genomico.

Rispetto al tema sostenibilità, uno dei principali fattori nelle scelte d’acquisto di un vino, rimane in pista il disciplinare del sistema di certificazione della sostenibilità della filiera vitivinicola che, a partire dal 1° gennaio 2023, è stato integrato con ulteriori requisiti di natura ambientale ed etico-sociale da applicare nella fase post-raccolta.

Un progetto di grande interesse per gli operatori del settore che attende il riconoscimento di un marchio distintivo, in grado di comunicare la conformità dei requisiti di sostenibilità, e la definizione del processo di integrazione dei differenti standard di sostenibilità, cioè SQNPI, alla base del sistema, con Equalitas e Viva.

La ricerca di una strategia

Cambia il paradigma quindi, in un processo ancora in corso che consentirebbe la predisposizione di una strategia. Ma quali sono le priorità?

Dipende dai territori viticoli che, con numeri e strutture differenti, hanno bisogno di una pianificazione degli interventi, altrettanto differenziata, anche in termini di gestione dell’offerta, mediante l’applicazione degli strumenti a disposizione dei Consorzi di tutela, la valutazione degli spazi di modifica dei disciplinari di produzione e di ottimizzazione territoriale, la gestione mirata della misura di ristrutturazione e di riconversione dei vigneti mediante criteri di priorità utili per valorizzare alcune variabili, come ad esempio la varietà di uva, in grado di rispondere alla domanda.

In generale, l’obiettivo è raggiungere l’equilibrio di mercato e sostenere il valore agendo, oltre che sull’offerta, anche sulla domanda. In tal senso, la misura di promozione sui mercati dei Paesi terzi – da semplificare e razionalizzare – appare sempre più strategica per il futuro del settore.

Sintesi da VVQ 7/2023

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Una strategia per affrontare la sfida del cambiamento - Ultima modifica: 2023-10-31T18:56:55+01:00 da K4

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