Romagna solatia, dolce paese cui regnarono Guidi e Malatesta…
Se Giovanni Pascoli, autore di questi versi, potesse guardare quello che resta della sua terra dopo il passaggio del ciclone Minerva, forse cambierebbe aggettivo.
A maggior ragione a Castrocaro, a sud di Forlì, uno dei Comuni più colpiti dagli eccessi pluviometrici di maggio nonostante la presenza evocativa del borgo di Terra del Sole, storica fortezza Medicea.
«In soli 4 mesi e mezzo – dice Elisa Mazzavillani - questo 2023 ci ha già portato due grandinate, una gelata e poi le frane delle due alluvioni del 2 e 16 maggio».
Vigneti variopinti tra crete e fiori
Decisamente tanto per una piccola azienda agricola come quella di Marta Valpiani, posta a 300 metri slm in cima allo spartiacque del colle di Bagnolo, a pochi chilometri da Castrocaro e con vigne (12 ettari sui 35 totali aziendali) circondate dal paesaggio lunare dei calanchi azzurri.
Elisa rappresenta la terza generazione di questi motivati vignerons e prosegue la tradizione di un matriarcato che mette al centro delle etichette il nome della madre, Marta Valpiani appunto.
Biodiversità, terroir e…geologia
La sua guida ha portato una forte attenzione al rispetto della biodiversità e del territorio, sia in campo che sulle etichette, con fiori e farfalle che svolazzano su un Sangiovese elegante e profondo e su un’Albana sapido e squillante, prodotti tramite lieviti autoctoni e vinificazioni spontanee.
Ma anche una grande attenzione alla geologia che l’ha spinta a impiantare filari più corti, mantenendo costante l’inerbimento negli appezzamenti con le maggiori pendenze, oltre a drenaggi e alla regimazione delle acque evitando lavorazioni del terreno e scartando la fresatura.
Frane e smottamenti
Cure che molto probabilmente hanno salvaguardato l’azienda da danni che avrebbero potuto essere più estesi. Il passaggio della doppia perturbazione ha lasciato infatti pesanti ferite in tutta la vallata del fiume Montone.
Per Marta Valpiani ha significato “solo” alcuni smottamenti con la perdita di un paio di filari e di una carrabile e frane che hanno isolato per 3-4 giorni l’azienda e che rendono tutt’ora difficile raggiungere vigna Marta, dove crescono le vecchie viti di Albana. «Siamo stati fortunati – dice – perché non abbiamo accusato alcun danno alle strutture e abbiamo anche evitato le interruzioni di corrente elettrica, dell’acqua e della linea telefonica che si sono verificate nell’abitato di Castrocaro».
Quello che è capitato deve però spingere, secondo Elisa, ad affrontare in maniera più consapevole il nostro rapporto con un territorio che mostra tutta la sua fragilità.
Un’ocm più consapevole
«Qualcosa non funziona nelle politiche di gestione: gli agricoltori sono i veri custodi del paesaggio ma sono vessati da una burocrazia infinita che inibisce, ad esempio, qualsiasi intervento di pulizia e mantenimento dei rivali e dei fossi». «E anche i contributi legati alla Pac e alla Ocm non premiano le azioni di tutela che mettiamo in campo».
I fondi per le ristrutturazioni dei vigneti prevedono infatti, come fa notare Elisa, dei sostegni per gli impianti irrigui ma non per le reti di drenaggio. Un limite che in Emilia-Romagna occorre superare, visto quello che è successo. La viticoltura romagnola ha preso quest’anno una bella botta e anche Elisa prevede di perdere almeno il 30% della produzione, «ma è negli anni difficili che si imparano le lezioni più importanti».
Filari più corti e profumati
Nel 2024 l’azienda aveva infatti già programmato il reimpianto di 3 ettari di vigneto e l’accortezza sarà quella di preparare con cura il terreno. «L’idea è anche quella di allestire filari più corti, interrotti da fasce che verranno dedicate a piante come lavanda ed elicriso, che oltre a regalare nuovi colori, hanno un prezioso effetto antierosivo».