Ancora una volta il Trentino offre l’opportunità di trascorrere tre giornate indimenticabili, tra i vigneti dove si produce l’uva base spumante per il celebrato Trentodoc, Bollicine di Montagna.
Un’occasione che può essere sfruttata per visitare le cantine condotte da sapienti vignaioli che, dopo un lungo processo di lavorazione, offrono uno dei più famosi spumanti metodo classico d’Italia.
Oppure per gustare gli abbinamenti con i cibi trentini, preparati con cura maniacale, coinvolgendo bar e ristoranti di tutta la provincia. Un’opportunità, nel tiepido autunno trentino, per incontri di ogni tipo, anche sul piano culturale e musicale, per rendere indimenticabile il soggiorno nella Provincia autonoma. Sono infatti oltre 120 le opportunità d’incontro che gli organizzatori del Trentodoc Festival hanno messo a punto per questa II edizione della kermesse voluta dalla Giunta Provinciale.
Nei tre giorni del festival la città di Trento, con i suoi cortili, parchi e palazzi storici come l’enoteca provinciale di Palazzo Roccabruna, sarà il cuore pulsante dell’intero evento.
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Le ragioni del successo
Sono passati oltre 120 anni da quando l’enologo trentino Giulio Ferrari produsse le prime bottiglie di queste bollicine sull’esempio di quanto aveva visto fare nello Champagne. Ebbene, oggi il Ferrari è diventato il marchio trainante di una produzione che ormai ha raggiunto rilievi significativi anche dal punto di vista economico.
Il numero di bottiglie commercializzate nel 2022 ha raggiunto i 13 milioni, con un fatturato oltre i 180 milioni. Così nell’ultimo decennio il numero di bottiglie venduto è più che raddoppiato, ed anche i produttori che fanno capo all’Istituto Trentodoc sono notevolmente aumentati.
Ora sono 67 la case spumantistiche trentine: da quelle grandi come Ferrari, Mezzacorona, Cavit e Cesarini Sforza, Lavis a piccoli produttori dediti ad una produzione di eccellenza di poche migliaia di bottiglie. Una cosa è certa: lo sviluppo di questo prodotto ha segnato l’economia delle aziende che hanno scelto di imboccare questa strada, molto impegnativa ma anche di grande soddisfazione.
Qualità e sostenibilità
Le cose sono infatti cambiate significativamente negli ultimi 40 anni con la nascita dell’Istituto Trento Doc al quale aderiscono tutti i produttori. Realtà che ha svolto un’importante attività sull’immagine del Trentodoc e più in generale di rappresentanza dei produttori. Grazie all’Istituto si è superato quel gap di notorietà che un tempo veniva rimproverato ai produttori. Ora, grazie all’Istituto, con il supporto della Provincia e di Trentino Marketing, questa pecca è superata e il Trentodoc viaggia su livelli di immagine adeguati alla sua qualità. Un contributo molto importante è arrivato dalla Fondazione Mach che ha arricchito le competenze dei produttori, con il risultato che oggi siamo di fronte ad una qualità diffusa in tutte le 67 case spumantistiche.
Anche la cooperazione vitivinicola ha svolto un ruolo strategico: la grande attenzione alla produzione con metodi sostenibili dei Pinot Nero e Chardonnay che sono alla base del Trentodoc è infatti giudicata molto positivamente dai consumatori.
Per info: www.trentodocfestival.it
Scarica l’App Trentodoc su App Store o Google Play:
Leggi le interviste ai protagonisti:
- Il buon governo del territorio (Giulia Zanotelli)
- Un evento diffuso che coinvolge tutto il Trentino (Maurizio Rossini)
- La costruzione di un mito (Enrico Zanoni)
- Un virtuoso percorso di sostenibilità (Matteo Lunelli)
- Vendemmia in musica (Luca Rigotti)
- Le dimensioni non contano (Marco Ress e l'elenco delle case spumantistiche)
- Tre giorni per scoprire le bollicine di montagna (il programma dell'evento)