La costruzione di un mito

Enrico Zanoni, presidente dell'Isitituto Trento Doc
Vendite più che raddoppiate in dieci anni. Il successo del Trentodoc è legato al lavoro delle case spumantistiche e a quello dell’Istituto Trento Doc. Il presidente Enrico Zanoni spiega strategia e obiettivi

Le bottiglie di Trentodoc vendute nel 2022 hanno superato i 13 milioni, con un fatturato di oltre 180 milioni di euro. Nell’ultimo decennio il numero di bottiglie vendute sia in Italia che all’estero è così più che raddoppiato. Un successo che non viene dal caso, ma che è frutto del duro lavoro di 67 grandi e piccoli produttori di Trentodoc e dell’attento ruolo di regia da parte dell’Istituto Trento Doc presieduto da tanti anni da Enrico Zanoni.

Quali sono i segreti di questo successo sia sui mercati nazionali che nell’export?
Nel corso del tempo - risponde Zanoni- la denominazione Trento Doc ha costruito una solida reputazione che è andata di pari passo con la crescita della qualità, grazie al lavoro attento dei nostri associati. La coesione raggiunta in questi anni, la direzione verso scopi comuni, hanno favorito il consolidamento del brand e la riconoscibilità internazionale, soprattutto nel mercato americano e asiatico che hanno indubbiamente interessanti prospettive di crescita.

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Sono 67 i produttori di Trentodoc soci dell’Istituto. La compattezza porta valore?
Senz’altro sì. Gli associati all’Istituto Trento Doc confermano il loro grande impegno nel mantenere alto lo standard qualitativo del prodotto nonostante le differenze: realtà cooperative e private sono allineate su un unico obiettivo, creare qualità e notorietà. Questo è uno degli aspetti virtuosi che contraddistinguono il nostro Istituto: le case spumantistiche si confrontano in modo pragmatico e efficace pur sapendo di occupare spazi di mercato diversi e complementari l’uno dall’altro.

Altro aspetto molto importante è quello della qualità: il Trentodoc, particolarmente i millesimati, sono ritenuti al top tra le bollicine e non solo a livello nazionale, basta vedere i successi ottenuti allo “The Campagne&Sparkling World Championship. Quali i segreti di questi successi?
Il rigore che i nostri associati dedicano alla continua ricerca del miglioramento qualitativo, riaffermando l’unicità del nostro territorio portano a questi risultati del tutto soddisfacenti.

Dal suo punto di vista, visto che è anche direttore generale di CaVit, vi sono ancora spazi di sviluppo per il Trentodoc sia dal punto di vista produttivo che commerciale, anche alla luce dei cambiamenti climatici che impongono di alzare la quota altimetrica di produzione?
Ci sono ancora spazi di crescita nella distribuzione, e quindi della produzione, soprattutto per le aziende medio-piccole. Il territorio contribuisce a una produzione di qualità: il Trentino si trova in una posizione ottimale per la produzione di metodo classico, sia a livello geografico che climatico con la possibilità di alzare la quota altimetrica di produzione nelle nostre valli.

Quali gli obiettivi che vi ponete con questa edizione del Festival delle Bollicine di Montagna?
Partiamo da un’ottima prima edizione del Trentodoc Festival, organizzata anch’essa in collaborazione con RCS Corriere della Sera e affidata alla direzione di Luciano Ferraro, della quale siamo molto soddisfatti per come è stata accolta dal pubblico e dagli appassionati di vino. Gli associati all’Istituto Trento Doc, dal canto loro confermano il loro grande impegno e la voglia di esserci, perchè nella parte dove sono protagonisti, ossia nel format Trentodoc in Cantina - che si estende in tutto il territorio - organizzeranno moltissime iniziative, durante tutto il fine settimana. E, mentre nel 2022 gli eventi organizzati erano 37, a settembre saranno 77.

Per info: www.trentodocfestival.it
Scarica l’App Trentodoc su App Store o Google Play:

 

 

 

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La costruzione di un mito - Ultima modifica: 2023-09-06T12:30:48+02:00 da Lorenzo Tosi

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