Gelate primaverili, grandinate in luglio, siccità e ondate di calore in estate.
Nel millesimo 2021 non è mancato nulla: chi non ha preso le necessarie contromisure rischia di pagare uno scotto elevato in termini quantitativi ma anche qualitativi, con criticità nel rapporto zuccheri/acidità alla raccolta.
A salvare i produttori sono state alcune delle tecniche anti climate change messe a punto da Alberto Palliotti, docente dell’Università di Perugia e membro prestigioso del comitato scientifico di Edagricole.
Leggi il resoconto di un'annata difficile qui:
Le tecniche anti climate change salvano la vendemmia
Non basta potare più tardi
A partire dalla prevenzione dalle gelate tardive assicurata dalla doppia potatura. «Il semplice posticipo della potatura invernale – spiega Palliotti -, fino alla fase di gemma gonfia non è sufficiente».
«È una tecnica che può ritardare il germogliamento di 3-4 giorni, spesso però insufficienti per sfuggire ai ritorni di freddo primaverili ed evitare danni ingenti e spesso irreparabili». Al di là dei sistemi di difesa indiretti, ovvero le forme assicurative, e quelli diretti più o meno classici ma poco sostenibili, quali fornelli e ventilatori antibrina, irrigazione sovra-chioma e l’uso di elicotteri, una tecnica che abbina efficacia e costi contenuti è quella della doppia potatura (ne abbiamo parlato qui).
Consiste nell’eseguire su vigneti gestiti con potatura sia corta (cordone speronato, cordone libero, alberello, ecc.) che lunga (guyot, capovolto, tendone, ecc.) e pre-potati in inverno, meccanicamente o manualmente, la classica operazione di rifinitura dopo il passaggio di eventuali gelate primaverili.
«La maggior parte delle gemme basali rimarranno dormienti fino a 2-3 settimane dopo il germogliamento delle prime gemme apicali e quindi resistenti nei confronti delle minime termiche primaverili». I produttori che si stanno convertendo a questa soluzione sono in crescita. «Nel 2021 numerose aziende l’hanno messa in pratica nel Nord-est e nel Centro Italia per evitare danni su vitigni precoci quali Sangiovese, Grechetto, Sauvignon, Chardonnay, Glera, ecc.».
Evitare le scottature
Al polo opposto, ma solo un paio di mesi dopo, i vigneti sono stati suscettibili anche in questo 2021 alle fisiopatie determinate dagli eccessi di calore e insolazione.
«La potatura – illustra ancora Palliotti - non va (più) gestita con criteri estetici». Nelle fasi di potatura verde occorre avere l’accortezza di lasciare i vigneti “spettinati” per coprire e proteggere la fascia produttiva ed evitare disidratazione precoce e scottature solari a carico degli acini (sunburn) (ne abbiamo già parlato qui).
«Una contromisura efficace contro questi effetti collaterali del climate change è rappresentata dal ricorso al caolino, argilla bianca a base di silicato di alluminio caratterizzata da una elevata proprietà riflettente».
Anche questa tecnica sta prendendo piede.
«Ma occorre la massima tempestività nell’utilizzo: il trattamento esplica al meglio la sua funzione nel momento in cui si hanno temperature e livelli di radiazione elevati. Se applicata con livelli luminosi bassi può invece risultare inefficace».