Occhi indiscreti nel vigneto digitale

La rivoluzione 4.0 prende piede grazie a sistemi di supporto delle decisioni sempre più user friendly. Ma quali garanzie ci sono per la tutela dei dati che rendono speciali i nostri vigneti?

«Ma tutti questi dati raccolti, poi dove vanno a finire?».

L’ansia di un’imprenditrice vitivinicola, raccolta in uno dei sempre più frequenti convegni sul vigneto 4.0, è in realtà il dilemma del millennio.

La frontiera digitale è infatti il nuovo Klondike.  Nell’era dell’intelligenza artificiale e dei big data i grandi player mondiali del settore Tlc sono i nuovi minatori in corsa per accaparrarsi terabyte e terabyte di dati di informazioni personali.

Editoriale del numero 2/2020 di VVQ

Abbonati e accedi all’edicola digitale

La cortina di ferro è nel telefonino

Lo scandalo Cambridge Analytica, la manipolazione delle opinioni attraverso i social e l’influenza sulle ultime elezioni americane hanno mostrato l’impatto che può derivare da un uso distorto di queste informazioni e siamo solo all’inizio.

Le nuove guerre fredde commerciali tra est e ovest si stanno infatti già giocando sul campo di battaglia dei nostri telefonini. Con gli Usa che cercano di contrastare l’avanzata di Samsung, Huawei e degli altri operatori cinesi sul fronte delle nuove reti 5G con accuse che arrivano alla cospirazione per sottrarre segreti industriali e commerciali.

In ogni smartphone ci sarebbe infatti una backdoor, una porta di servizio da cui potenzialmente possono fuggire tutti i nostri dati, che ne autorizziamo la divulgazione o meno.

La spinta alla digitalizzazione arriva dai Dss

Se fosse vero sarebbe una pessima notizia per il settore vitivinicolo italiano. La digitalizzazione del vigneto sta infatti diventando realtà soprattutto grazie alla diffusione dei sistemi di supporto alle decisioni (Dss).

Strumenti che possono semplificare le scelte in particolare nel settore dell’irrigazione e della difesa e la gestione dei processi di cantina. Passati nel giro di pochi anni da software pesanti e complessi che girano solo su pc ad app user friendly che consentono di gestire vigneto e cantina direttamente da smartphone e tablet. Per l’appunto.

A rischio i segreti dei cru più pregiati e delle denominazioni più rinomate

Quali dati rischiano di essere sottratti dai telefonini dei nostri vignaioli? Tutti quelli che i cugini francesi hanno ad esempio nascosto per anni dietro gli spessi muri dei clos, i cru più pregiati e vigilati.

Ovvero tutti i dati di produttività, qualità e longevità. Quelli di suscettibilità alle malattie e allo sviluppo di micotossine, la risposta agli input e alle diverse tecniche produttive e la resistenza o meno agli effetti del climate change. La prossima diffusione della rete 5G consentirà infatti di gestire migliaia di dati georeferenziati per unità di superficie innescando un ulteriore sviluppo e diffusione della sensoristica: tutti i segreti più intimi delle nostre denominazioni di successo potranno essere decodificati e stivati nei data base dei Dss.

Conciliare scienza e business è possibile?

Come si proteggono queste preziose informazioni? Le realtà che oggi stanno diffondendo l’abitudine ai Dss sono di dimensioni notevolmente più ridotte rispetto ai colossi mondiali della comunicazione digitale.

Spesso si tratta di spinoff e startup sviluppate direttamente da quelli che sono i migliori centri di ricerca per sopperire a uno dei fattori che penalizzano maggiormente la competitività nazionale, ovvero la mancanza dell’anello fondamentale del trasferimento tecnologico dell’innovazione. Esempi virtuosi di spirito imprenditoriale che hanno già il loro daffare per trovare in maniera trasparente il giusto equilibrio tra due funzioni che possono essere contrapposte come scienza e business.

Il valore della riservatezza

Devono, in definitiva, essere come al solito gli stessi imprenditori vitivinicoli a trovare il modo per tutelare i dati sensibili del vigneto Italia. La differenza la fa come al solito la conoscenza.  La diffusione di una maggiore consapevolezza digitale può aiutare a comprendere quali siano i dati sensibili da tutelare. E può consentire di scegliere tra i diversi servizi digitali disponibili puntando su quelli veramente utili in base alla dimensione e agli obiettivi aziendali. Sapendo che una delle virtù maggiori da pretendere è quella della riservatezza.

Nel numero 2 di VVQ, Vigne, Vini & Qualità un approfondimento speciale
sulla digitalizzazione della difesa della vite

Occhi indiscreti nel vigneto digitale - Ultima modifica: 2020-03-18T11:24:34+01:00 da Lorenzo Tosi

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento
Per favore inserisci il tuo nome