Maledizione etichette sui vini. Stavolta lo scontro sul Nutriscore non c'entra nulla ma la portata del problema è tutto meno che irrilevante.
A due settimane dall’entrata in vigore, fissata per l'8 dicembre 2023, del nuovo regolamento che prevede l’inserimento di ingredienti e calorie per le bottiglie di vino, la Commissione europea ha infatti emanato delle nuove linee guida che stravolgono l'orientamento in precedenza accordato.
Il QR code con la lettera "i" di informazione non va bene
Se prima era ritenuto sufficiente comunicare la lista degli ingredienti attraverso un QR code con la lettera “i” (di informazione), adesso la Commissione ha deciso di imporre l’inserimento – contro la volontà principali Paesi produttori – anche del termine “ingredienti”.
Peccato che nel frattempo vi siano milioni di etichette già stampate e bottiglie etichettate, parte delle quali già sugli scaffali: una situazione che costituisce un danno ed espone le cantine al rischio multa.
UIV e CEEV sul piede di guerra
Sul piede di guerra le associazioni vitivinicole, che chiedono di rivedere questa interpretazione.
Unione Italiana Vini, assieme al Comitato europeo delle aziende vitivinicole, ha chiesto con forza la modifica urgente delle Linee guida pubblicate, che di fatto mettono in fuori gioco un’economia europea da 147 miliardi di dollari l’anno.
Europa matrigna con il settore vitivinicolo
"C’è un’Europa che a volte si fa matrigna con le sue imprese – ha detto il segretario generale di UIV Paolo Castelletti – e purtroppo ciò sta accadendo sempre più spesso con quelle del nostro settore.
Le aziende vinicole, assieme a UIV, sono da sempre sostenitrici della trasparenza nei confronti dei consumatori, come dimostra il fatto che, per primo, l’intero comparto abbia già adottato quanto previsto dal Regolamento Ue 2021/2117".
Adeguamento impossibile per gli operatori
"La nuova interpretazione della Commissione - denuncia il presidente del CEEV Mauricio González Gordon - mina il principio della certezza del diritto e delle legittime aspettative degli operatori economici.
La pubblicazione delle linee guida a sole due settimane dall’entrata in vigore rende impossibile l’adeguamento e ignora inoltre il principio di proporzionalità tra libera circolazione delle merci, competitività e informazione dei consumatori".
Ferma opposizione di 25 organizzazioni nazionali
Il Comité Européen des Entreprises Vins rappresenta le aziende vinicole dell'industria e del commercio nell'Unione Europea: vini fermi, vini aromatizzati, vini spumanti, vini liquorosi e altri prodotti vitivinicoli.
Riunisce 25 organizzazioni nazionali e i suoi membri producono e commercializzano la stragrande maggioranza dei vini europei di qualità, con e senza indicazione geografica, e rappresentano oltre il 90% delle esportazioni di vino europee.
La "i" non va bene, pur segno universalmente conosciuto
Il problema, come detto, è tutto sul segno che dovrebbe indentificare i codici Qr per accedere all’etichetta elettronica.
La grande maggioranza degli operatori ha deciso di identificare i codici con il simbolo registrato ISO 2760: una lettera "I" in un segno circolare in bianco e nero.
Una descrizione generata automaticamente che è universalmente conosciuta per identificare un luogo in cui è possibile trovare informazioni.
Serve la parola "ingredienti"
La Commissione Ue, però, nelle Linee guida appena pubblicate ha dato appunto un nuova interpretazione.
Affermando che la presentazione del codice QR dovrebbe essere chiara per i consumatori per quanto riguarda il suo contenuto, l'Unione chiede di mettere in etichetta il termine “ingredienti”, senza peraltro specificare in quale lingua.
Pollice verso dalla Commissione Agricoltura UE
Al di là della tempistica irrealistica per pubblicare un'interpretazione che incide sulle pratiche di etichettatura, il CEEV è fortemente in disaccordo anche con l'interpretazione stessa della Commissione.
Sulla stessa posizione, la Commissione per l'Agricoltura e lo Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo e diversi Stati membri, tra cui Spagna, Italia, Francia e Portogallo, che hanno comunicato ufficialmente le loro preoccupazioni.
Il CEEV: "E' pure burocrazia"
“L’interpretazione è pura burocrazia: va contro lo spirito del regolamento, mette a repentaglio il mercato unico dei vini e interpreta in modo sproporzionato i regolamenti sull'OCM e sulle informazioni sugli alimenti ai consumatori.
Il provvedimento cancella il principale vantaggio apportato dal sistema di etichettatura elettronica.
Stiamo valutando tutte le possibili strade per salvaguardare il mercato unico e gli interessi delle aziende vinicole fornendo al contempo adeguate informazioni ai consumatori", ribadiscono dal CEEV.