Nanoproteine contro la peronospora, una strada inedita per la difesa sostenibile

Il team di ricerca di Graptaresistance
Pubblicato su Scientific Reports lo studio dell’Università di Milano e Fondazione Edmund Mach che ha individuato “NoPv1” una minuscola proteina costituita di soli 8 amminoacidi capace di bloccare l’infezione sul nascere. La prima di una categoria di biomolecole con un meccanismo d’azione completamente inedito che può essere la base per nuove strategie sostenibili di difesa

Solo cinque anni di studio per arrivare
ai primi dati, anche se preliminari.

L’impegno dei gruppo di ricerca guidati dal Prof. Paolo Pesaresi, del dipartimento di Bioscienze dell’Università degli Studi di Milano, e della Dott.ssa Silvia Vezzulli, della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige (TN) è stato notevole. È infatti solo nel 2015 che ha preso il via la sperimentazione che può assicurare lo sviluppo di una nuova strategia che può consentire di sviluppare alternative a basso impatto ambientale ai fungicidi convenzionali.

I dischi fogliari per i test di efficacia della nuova nanoproteina

Il progetto Graptaresistance

Il progetto GrAptaResistance, finanziato dalla Fondazione Cariplo, ha permesso di

Paolo Pesaresi

sviluppare una nuova strategia nel settore degli agrofarmaci, che consente di isolare piccole proteine, costituite da 8 aminoacidi, assolutamente naturali, in grado di inibire enzimi chiave dei patogeni e quindi di contrastarne le infezioni.

«Nello studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports – spiega Pesaresi – abbiamo individuato la proteina NoPv1 (No Plasmopara viticola 1) capace di bloccare sul nascere l’infezione di foglie di vite da parte del patogeno».

Sicurezza per l’uomo e l’ambiente

«NoPv1 inoltre, non danneggia in alcun modo la crescita di altri microorganismi presenti nel suolo e benefici per la vite, oltre a non essere nociva nei confronti di cellule umane». Seppur i risultati ottenuti siano preliminari, questa strategia rappresenta un importante passo in avanti nella ricerca di alternative a basso impatto ambientale agli agrofarmaci.

Il prototipo di nuove soluzioni bio

«La tecnica -aggiunge Silvia Vezzulli- potrà essere utilizzata per identificare proteine

Silvia Vezzulli

naturali in grado di contrastare le infezioni causate da diversi patogeni vegetali».

La Fondazione Mach esprime soddisfazione per i risultati di questo studio che si aggiunge alle altre azioni di ricerca FEM finalizzate alla lotta sostenibile alla peronospora.

Gli ambiti riguardano l’uso di microrganismi attivi nella lotta ai patogeni, l’attività di miglioramento varietale, sia attraverso le tecniche di breeding tradizionale che hanno portato, ad esempio, alla creazione di quattro varietà tolleranti alla peronospora recentemente  iscritte nel Registro nazionale delle varietà di vite, sia esplorando e studiando le nuove tecnologie di miglioramento genetico (new breeding technologies), le cosiddette “forbici molecolari”.


L’impatto devastante della peronospora

La vite è una coltura dal grande valore economico in tutto il mondo. Basti pensare che nel 2018 sono stati prodotti in Europa, primo produttore mondiale, oltre 29 milioni di tonnellate di uva. L’Italia, con 8 milioni di tonnellate, si è assicurata un posto da primatista tra i paesi UE ed è il secondo produttore al mondo (dati ricavati da Fao Stat relativi all’anno 2018).

Una produzione di questa portata è resa possibile dall’uso di prodotti fitosanitari per contrastare diverse malattie, tra le quali spicca per importanza e diffusione la peronospora della vite, causata dall’oomicete (un organismo simile ad un fungo) Plasmopara viticola. In assenza di trattamenti e in condizioni ambientali favorevoli, la peronospora può colpire fino al 75% delle colture di vite in una singola stagione, causando ingenti riduzioni della produzione.

 

Nanoproteine contro la peronospora, una strada inedita per la difesa sostenibile - Ultima modifica: 2020-10-28T08:00:11+01:00 da Lorenzo Tosi

1 commento

  1. Molto interessante,la tecnologia chimica della molecola NoPV1,dal punto di vista applicativo bisognerebbe sapere il momento di applicazione,anche se penso sia quello preventivo in modo da non implementare meccanismi di resistenza. Sarei interessato ad avere ulteriori informazioni sull’evoluzione del progetto.

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