Buone prospettive per i prodotti alternativi al rame

Il punto sulla viticoltura bio in diretta streaming da San Michele all’Adige con le sperimentazioni della Fondazione Edmund Mach. Un comparto che in Trentino continua a crescere con un tasso a due cifre  

Una campagna di difesa molto difficile a causa dell’eccesso di ore di bagnatura da maggio ai primi di luglio ha determinato un danno ai grappoli nelle viti coltivate con il metodo dell’agricoltura biologica in Trentino stimata intorno al 2,9%.

Un danno tutto sommato contenuto considerata l’annata. Anche i prodotti alternativi al rame hanno dimostrato la loro efficienza pur in un’annata difficile.

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Annata difficile per la difesa

Sono questi i dati principali emersi nell’incontro sulla viticoltura biologica organizzato dal Centro per il Trasferimento Tecnologico (CTT) della FEM ed in particolare l’Unità che si occupa di viticoltura biologica guidata dal dott. Roberto Zanzotti.

La giornata trasmessa in streaming è stata introdotta dal dirigente di FEM Claudio Ioriatti che ha parlato di una campagna di difesa molto impegnativa e dell’importante ruolo del team di tecnici che seguono il settore.

Il primo dato comunicato da Zanzotti riguarda la consistenza del biologico in frutti-viticoltura in Trentino. Gli ettari di viti coltivati bio al 31 12 19 erano 1229 con un più 12%, pari a 67 ettari, contro un più 20% del 2018 i frutteti erano alla stessa dada 1065, con un più 5% sul 2018.

Come detto la campagna di difesa dalla peronospora a differenza di quella contro l’oidio -che è stata minima- nel 2020 è stata molto difficile a causa di lunghi periodi di bagnatura delle viti che hanno causato una forte diffusione della peronospora prima sulle foglie e poi sui grappoli. Questa forte diffusione del fungo si è registrato nonostante che si siano effettuati in fondo valle mediamente ben 17 trattamenti, migliore la situazione in collina.

Tre alternative al rame in prova

L’altro fatto molto importante emerso nella giornata, è quello che dopo quasi 140 anni, dall’introduzione del rame, si è individuata una alternativa che sta promettendo molto bene con prodotti naturali. Sono tre le ditte che hanno messo a disposizione della FEM il loro prodotti per effettuare delle prove sperimentali per la lotta alla peronospora. Si tratta di prodotti ancora noti con una sigla. Quelli che hanno consentito il controllo della peronospora sul grappolo con un’efficacia paragonabile alla strategia a base di rame hanno le sigle: RS139 e CAPS S185 per i quali le aziende proponenti conservano per ora segretamente la formulazione. Anche l’efficacia di RS63 è stata buona, ma leggermente inferiore agli altri due, ha affermato il tecnico della FEM Oscar Giovannini, nel presentare le prove sperimentali.

Certo, ora che per un biennio di prove sperimentali, ma particolarmente in questo anno molto difficile, i prodotti hanno dimostrato la loro efficienza, si potrà avviare il lungo iter per la registrazione presso il Ministero. La cosa riveste una certa urgenza perché la legislazione che regola l’uso del rame in viticoltura, è notevolmente cambiata nell’arco di 25 anni, ed i viticoltori biologici faticano a rimanere entro le quantità stabilite per legge. Si è arrivati a ridurne l’uso del rame metallo del 50%, passando da 8 kg/ettaro/anno, con il limite dei 40 kg in 5 anni, agli attuali 4 kg ettaro/anno, con il massimo dei 28 kg nell’arco di sette anni.

Dosaggi ridotti al minimo

“I prodotti usati su parcelle sperimentali alternativi al rame si sono dimostrati molto interessanti non tanto per sostituire completamente il rame ma per l’integrazione del rame usato cosi in dosi molto più contenute, ma non dobbiamo illudere i viticoltori biologici, afferma Ioriatti, ci vorranno degli anni prima di avere le registrazioni dei prodotti che sono stati testati positivamente”.

Ma c’è un altro aspetto emerso nell’Incontro in diretta streaming con la FEM, la dose di rame da usare può essere notevolmente ridotta, le prove sperimentali effettuate nell’ultimo biennio hanno dimostrato che i risultati ottenuti con i 200 grammi ettaro sono molto simili a quelli contenuti con una percentuale di rame doppia. Si è arrivati anche 10 grammi/ettolitro ed i risultati sono molto incoraggianti, ha affermato Zanzotti che ha precisato: grande attenzione deve essere riservata alla tecnica di bagnatura delle viti che deve essere fatta in modo ottimale, per far questo è indispensabile che l’atomizzatore sia in perfetta efficienza, ma anche la velocità del trattore va regolata a quella ideale per una bagnatura perfetta.

I limiti dei fosfiti

Nell’incontro si è parlato anche dei residui di acido fosforoso nelle uve, Alessandra Trinchera del CREA responsabile del progetto che sta portando avanti con la collaborazione FEM, ha affermato fra l’altro che: “ i risultati tecnico-scientifici ottenuti sono stati consistentemente utilizzati quale base per la revisione del DM n. 309, che di fatto amplia i limiti di ammissibilità del fosfonato nei prodotti bio”.

Buone prospettive per i prodotti alternativi al rame - Ultima modifica: 2020-08-08T08:25:08+02:00 da Lorenzo Tosi

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