Non esistono più le mezze stagioni e spesso nemmeno le stagioni intere. Il climate change rimescola le carte nel vigneto spazzando via le tradizionali strategie di difesa fitosanitaria. Perché se cambia il clima, cambia anche il ciclo vegetativo della vite, il ciclo epidemico di patogeni e parassiti e il loro comportamento in vigneto.
Una variabilità climatica, ed è questo che rende veramente ardua l’impresa di chi fa difesa, che è continua, con picchi di piovosità e temperature che colpiscono in periodi diversi ogni anno.
Articolo pubblicato sul numero 2/2020 di VVQ magazine
Abbonati e accedi all’edicola digitale
Per approfondimenti:Occhi indiscreti nel vigneto digitale
Maggio, non ti riconosco più
Il 2019 è stato ad esempio caratterizzato dalle eccezionali precipitazioni del mese di maggio soprattutto nel Nord Est (con quasi 250 mm in Emilia Romagna e oltre 300 in Friuli, più del doppio della media stagionale). Ma le temperature più basse della norma, soprattutto quelle minime, hanno rallentato lo sviluppo della malattia allungando l’intervallo di tempo tra le infezioni primarie previste e la manifestazione dei sintomi, rendendo difficile individuare il periodo giusto per i trattamenti.
A conti fatti la pressione della peronospora è risultata più bassa rispetto all’anno precedente, ad eccezione di alcune aree soprattutto in Emilia-Romagna dove si sono registrati attacchi comunque pesanti nella prima metà di giugno.
Diversa la situazione dell’oidio che nel 2019 è risultato in alcune aree non consuete (ad esempio in Piemonte) il principale problema fungino della vite, a causa delle condizioni climatiche calde e umide dell’estate che hanno decisamente aumentato la pressione della malattia e reso molto impegnativa la protezione antioidica.
Si è così ribaltata completamente la situazione rispetto al 2018, un anno caratterizzato da pesanti attacchi tardivi di peronospora che si è presentata in molti areali del Nord in luglio nella sua forma “larvata” con gravi danni sui grappoli.
LA MAGGIORE CRITICITÀ
PER L'EFFICACIA DEI DSS
È L’ACCESSO A PREVISIONI
METEO AFFIDABILI
Guai a basarsi solo sull’esperienza
In queste condizioni risulta pressocché impossibile individuare il momento giusto per posizionare i trattamenti facendo ricorso ai vecchi modelli empirici.
Nell’era del climate change può essere estremamente pericoloso fare affidamento solo sulla propria competenza e sull’esperienza degli anni passati. Anche perché, con l’attuale agrofarmacopea, la difesa deve essere attuata con criteri preventivi soprattutto per le più classiche malattie fungine: peronospora, oidio e botrite. Per riuscirci occorre poter fare riferimento su dati agrometeorologici affidabili, magari rilevati tramite centraline aziendali, dati che possono essere convenientemente elaborati da Sistemi di supporto alle decisioni (Dss, Decision support systems).
Soluzioni a portata di smartphone
Si tratta di piattaforme informatiche in grado di fornire a tecnici e viticoltori utili indicazioni per facilitare le decisioni di gestione aziendale in campo e cantina. In vigneto stanno trovando spazio per l’irrigazione e soprattutto per la difesa fitosanitaria, grazie all’implementazione di validi modelli di previsione delle malattie e dei parassiti messi a punto dalla ricerca internazionale.
Un’utilità che non riguarda solo l’individuazione del timing del primo trattamento, ma anche della previsione della copertura garantita dal mezzo tecnico utilizzato. Le condizioni ambientali possono infatti condizionare anche le performance dei prodotti fitosanitari determinandone o meno il dilavamento (intensità della pioggia), l’attività e la persistenza (zolfo, microrganismi e altre sostanze termolabili sono sensibili alle alte temperature e la maggior parte delle sostanze attive che agiscono per copertura sono sensibili all’elevata esposizione ai raggi ultravioletti).
Il nodo della precisione dei dati meteo
«Per ora la loro diffusione – afferma Ilaria Pertot, direttrice del Centro Agricoltura
Alimenti Ambiente della Fondazione Mach di San Michele all’Adige (Tn) - è ancora limitata ma stanno crescendo grazie alla disponibilità di connessioni internet a basso costo (dove c’è copertura di rete), al passaggio da software complessi ad app user friendly gestibili da smartphone e tablet e, naturalmente, alle notevoli opportunità che offrono».
Il loro obiettivo principale è quello della riduzione del numero dei trattamenti. È infatti proprio per questo fine che il loro sviluppo e implementazione sono sostenuti attraverso sostegni pubblici come ad esempio quelli riferiti alla misura 16 dei Psr regionali (cooperazione per l’innovazione). Un obiettivo che si basa sulla precisione della stima del rischio, ovvero della capacità di predire il momento di infezione e la soglia di intervento. Dati che dipendono innanzitutto dalla correttezza dei dati meteo. Secondo Pertot la maggiore criticità dei Dss è infatti proprio la difficoltà di accesso a previsioni meteorologiche affidabili, il cui aggiornamento deve essere frequente (su base oraria) per garantire la massima flessibilità nel breve periodo.
«Solo la disponibilità di dati meteo esatti consente di ridurre effettivamente il numero dei trattamenti rispetto alle strategie aziendali (vedi fig.1)».
Il Centro 3A di San Michele ha contribuito con la sua attività sperimentale a validare alcuni Dss
Accedi alla rassegna per conoscere le caratteristiche
di alcuni dei DSS più diffusi in Italia:
- Enophit by MPA solutions
- GrapeDSS by Agricolus
- Metos BY Pessl Instruments
- Rimpro
- Vinesense
- vite.net by Horta
- Vitimetero
- Cassandra Tech
I testi delle schede sono ricavati in base alle risposte a un questionario inviato a tutti gli sviluppatori dei servizi. Nel caso di Rimpro il testo è stato ricavato dalle informazioni disponibili online, nel caso di vite.net di Horta il testo è ricavato dall’editoriale di Vittorio Rossi a Terra e vita e dalla scheda di Horta pubblicata sull’inserto Nova in vigneto del numero 4 di VVQ.