Cori è un piccolo paese dei monti Lepini, in provincia di Latina, e nel mondo del vino lega il suo nome a una Doc di territorio cresciuta in qualità negli ultimi anni, ma ancora poco conosciuta, anche per le modeste dimensioni rispetto a grandi realtà italiane.
La vicinanza alla capitale la rende però una destinazione ideale per una visita in giornata con tappe nelle cantine per visite, degustazioni e un po’ di scorta di bianchi da uve bellone e rossi autoctoni da nero buono di Cori.
La Nascita del Consorzio
Sono cinque le cantine che entro il 2020 dovrebbero costituire il Consorzio di Tutela del Cori Doc, andando a colmare anche un vuoto promozionale che finora ha penalizzato il territorio e che invece a partire dai prossimi mesi potrebbe contribuire finalmente a farlo conoscere meglio. Insieme alle cinque aziende entrerebbe nel Consorzio il Comune, sancendo un’alleanza tra pubblico e privato attorno a uno dei beni gastronomici più pregiati di Cori: il vino. L’altro è l’olio extravergine d’oliva, che qui in provincia di Latina vuol dire cultivar itrana, meglio conosciuta come oliva di Gaeta.
La più grande di Cori
Per fare il punto della situazione abbiamo incontrato Nazareno Milita, presidente della Cincinnato, cantina cooperativa con tanti premi e riconoscimenti in curriculum, l’azienda più grande del Cori Doc: 104 viticoltori associati, 284 ettari di vigne totali (Doc Cori e Igt Lazio), una produzione media di 46mila quintali di uva e 28mila ettolitri di vino, tra sfuso e bottiglie (oltre 1 milione).
Fatturato dimezzato
Presidente facciamo un bilancio a tre mesi dall’inizio dell’emergenza? Avete registrato un calo in termini di vendite il coronavirus?
I nostri vini sono presenti soprattutto sull'Horeca e il fatturato in questo settore si è fortemente contratto. Di contro la quota presente in Gdo con il marchio San Tommaso ha registrato una crescita del 16%. Nel complesso l'azienda ha perso il 52% del fatturato.
Pensa che ricorrerete a misure come la vendemmia verde o la distillazione di crisi per far fronte ai problemi quest’anno?
Non penso che i nostri soci siano interessati alla vendemmia verde in quanto, nonostante la crisi, ci auguriamo di ricavare di più di quanto messo in ballo con la vendemmia verde. La distillazione di crisi è una misura a mio avviso necessaria e verificheremo se aderire in base alle condizioni, che al momento non sono note. Comunque entrambe le misure aiutano a togliere del vino in eccedenza che andrebbe comunque a inflazionare il mercato.
Il lancio del bio
Quali misure secondo voi sarebbero più adatte a una situazione vitivinicola come quella di Cori, in cui voi siete l’attore principale?
Promozione, promozione, promozione.
Da 18 anni state portando avanti il progetto Qualità, che dalla vigna alla tavola, vi ha permesso di ottenere riconoscimenti e risultati; e la vostra è una cantina cooperativa. Ci può anticipare le prossime mosse? Avete in progetto qualcosa di nuovo?
Abbiamo in programma il lancio della linea dei vini biologici e lo sviluppo soprattutto online degli oli extra vergine di oliva Cincinnato.
La risorsa enoturismo
Grazie al vostro agriturismo e alla ristorazione-degustazione attirate in azienda almeno 12mila enoturisti l’anno. Cosa pensate di fare per recuperare il terreno perduto?
Difficile recuperare il terreno perduto, importante è riprendere e raggiungere al più presto i livelli del passato. In questo frangente temporale spingeremo più in attività promozionali per essere più dinamici e competitivi; magari con un po’ di bravura e fortuna ci auguriamo di crescere molto più velocemente.
L’obiettivo della valorizzazione
Entro il 2020 il territorio di Cori avrà finalmente un Consorzio di tutela di cui farete parte insieme ad altre 4 cantine. Secondo lei quali sono le prime azioni da mettere in campo?
Tutela della doc Cori, promozione del territorio e sviluppo di strategie di comunicazione necessarie per far emergere una piccola eccellenza laziale.
Cori è un piccolo paese con una piccola Doc a sud di Roma, in provincia di Latina. Come vede il futuro di questa denominazione? E cosa bisognerà fare per far conoscere meglio i suoi vini di punta, il bianco da uve bellone e il rosso da nero buono?
Attività rivolte a eno-appassionati per la riscoperta e la valorizzazione delle risorse enoiche, ambientali, storiche e archeologiche di cui il paese di Cori è ricchissimo. In sintesi, lo sviluppo dell'economia territoriale partendo dalle vigne di bellone e nero buoni di Cori coltivate da millenni nella nostra piccola cittadina.