Un lungo cammino verso la sostenibilità in vigna, in cantina e nel sociale, cominciato a partire dal 2009 con un progetto di viticoltura sostenibile che ha interessato man mano tutte le aziende del Gruppo Lunelli tra Umbria, Toscana e Trentino.
Il protocollo
La provincia autonoma è la terra natale di Ferrari, il marchio storico e leader delle bollicine Trento Doc, azienda da tempo certificata Biodiversity Friend e che attraverso il protocollo “Vigneto Ferrari per la Viticoltura di Montagna” ha eliminato agrofarmaci, prodotti di sintesi, cancerogeni, teratogeni, etc, segnando il passo per la qualità dei terreni, dell’acqua, ma anche per il rispetto della salute dei viticoltori e degli operai.
Risparmio idrico
Per combattere lo spreco d’acqua l’azienda adotta in particolare un sistema d’irrigazione intelligente, che prevede irrigazione di soccorso a goccia, controllo in remoto, misurazione della presenza idrica attraverso sonde e camere a pressione sul turgore della superficie fogliare, etc. E adesso sta introducendo tra le vigne di proprietà i nuovi portainnesti della serie M in collaborazione con l’Università di Milano che consentiranno di ridurre il consumo d’acqua del 30%.
L'attenzione al sociale
Un approccio alla sostenibilità che interessa anche il campo del sociale grazie al sostegno a progetti di formazione permanente per 140 bambini in Mozambico, iniziative in Brasile e Birmania e sostegno alle cooperative sociali in Trentino per la realizzazione di casette per uccelli e insetti, in modo da “chiudere il cerchio della sostenibilità”.
Ne parliamo con Marcello Lunelli, vicepresidente di Cantine Ferrari (Gruppo Lunelli) in questa video intervista a cura di Massimiliano Rella