«Le istituzioni e gli enti preposti effettuino controlli capillari nelle cantine per verificare le reali giacenze e impedire che molta uva da tavola invenduta venga trasformata in vino».
«Occorre evitare un’ulteriore grave speculazione che si sommerebbe a quella in atto sui prezzi attuali dell’uva da vino, scesi addirittura a un terzo rispetto a quelli del 2022».
«Infine il Governo nazionale stanzi risorse proporzionali al reale grosso danno che i produttori di uva da vino hanno subito in tutta l’Italia a causa dei gravi attacchi di peronospora: serve ben più del milione di euro messo a disposizione, che è meno di una goccia in un oceano».
Sono le richieste contenute in un documento che Cia Puglia ha consegnato al prefetto di Taranto Demetrio Martino, nel corso di una manifestazione che ha portato nel capoluogo jonico centinaia di produttori di uva da vino provenienti dall’intera Puglia per porre l’attenzione sulla grave crisi che sta vivendo il comparto.
Pesano i danni da peronospora
«La vitivinicoltura pugliese rischia il naufragio». «Per far arrivare dignitosamente in porto questa drammatica stagione occorre che il Governo nazionale veda lungo e rischiari come un faro una situazione davvero nera – ha dichiarato Gennaro Sicolo, presidente di Cia Puglia e vicepresidente nazionale di Cia Agricoltori Italiani, davanti ai numerosi viticoltori pugliesi radunati presso la Prefettura di Taranto –».
«La peronospora, in tutta Italia, ha falcidiato la produzione di uva da vino di almeno il 50%. Solo in Puglia sono stati irrimediabilmente danneggiati 5.000 ettari di vigneto per uva da vino. E il governo nazionale che fa? Ha stanziato appena un milione di euro, che non servirà a coprire nemmeno una minima parte delle perdite che hanno subito i viticoltori italiani. Chiediamo invece risorse proporzionali al danno effettivo patito dai produttori».
La speculazione sui prezzi dell’uva da vino
La scarsa offerta di uva da vino, a causa della riduzione di produzione causata dagli attacchi di peronospora, faceva presagire e sperare in prezzi abbastanza alti, tali da compensare il calo di prodotto. Invece, ha denunciato Sicolo, «è in atto una forte speculazione dei commercianti di uva da vino nei confronti dei produttori».
«A una perdita di produzione stimata intorno al 50% si aggiunge l’ennesima mortificazione dei viticoltori, messa in atto da commercianti senza scrupoli che stanno proponendo prezzi dell’uva pari a circa un terzo di quelli praticati lo scorso anno. Sono prezzi da fame che non permettono di coprire nemmeno una parte dei costi di produzione che sono cresciuti in modo inverosimile per gli aumenti dei costi di gasolio, energia elettrica, fertilizzanti e agrofarmaci, nonché per la necessità di praticare numerosi trattamenti fitosanitari nel tentativo di arginare il dilagare prima della peronospora e poi della cicalina».
La questione delle giacenze di vino è solo un alibi
I commercianti di uva da vino sostengono che sono le giacenze di vino invenduto nelle cantine a deprimere i prezzi dell’uva da vino, ha aggiunto Sicolo, «ma la questione delle giacenze è solo un alibi per giustificare i prezzi che in questi giorni vengono proposti ai produttori.
Perciò Cia Puglia chiede a tutte le istituzioni e agli enti preposti di effettuare i dovuti controlli per verificare le reali giacenze nelle cantine. Chiede altresì controlli capillari sulle cantine per evitare che molta uva da tavola invenduta vada a finire nelle stesse. Si tratterebbe di un’ulteriore grave speculazione ai danni dei produttori di uva da vino. Una speculazione che “drogherebbe” ancora di più il mercato. Anche per l’uva da vino, come avvenuto per altre produzioni, come il latte, occorre responsabilizzare tutta la filiera affinché vengano praticati ai viticoltori prezzi equi, capaci di riconoscere e compensare i sacrifici che essi compiono in una intera annata. Va, infatti, evitato a ogni costo che commercianti e mediatori facciano “cartello” relativamente ai prezzi delle uve».