E-commerce al centro dell'interesse del Vinitaly. L'8 aprile, nel corso dell’incontro organizzato da Enolò nello stand di Città del Vino, con la moderazione di Paolo Corbini, direttore di Terre del Vino, si è parlato di sfide e opportunità dell’innovazione digitale per il settore del vino.
La leggerezza dell’e-commerce tricolore
La situazione attuale, ha evidenziato Giampietro Comolli riportando i dati rilevati dell’ Osservatorio Economico Vini Speciali Effervescenti, descrive il ritardo dell’e-commerce italiano, che fattura oggi circa 15 milioni di Euro per due milioni di bottiglie contro i 110 milioni di bottiglie vendute on line in Francia per un miliardo e 400 milioni di Euro.
Quello che manca sono le piattaforme internazionali e la capacità di integrare altri servizi e prodotti per migliorare e aumentare l’accessibilità e l’interesse all’acquisto, ma anche una nuova cultura che metta il consumatore al centro del mondo digitale, curando i feedback e le interazioni di un utilizzatore che sempre più chiede informazione, conoscenza e garanzie. «Quello che era il passaparola fisico si è spostato ed è diventato virtuale quindi non basta essere on line per sfruttare i benefici dell’innovazione digitale - ha osservato Dario Tognazzi di SIT Confindustria Bergamo -, occorre esserci in modo corretto e professionale, dare informazioni complete e trasparenti, rispondere alle richieste ed eventualmente alle critiche, perché un’user experience negativa può creare danni molto gravi».
Orizzonte blockchain
Ma ci sono realtà nuove e prodotti in grado di superare il ritardo degli operatori italiani. L’uso della tecnologia delle blockchain ad esempio presenta notevoli potenzialità, ha spiegato Giovanpaolo Arioldi di Opstart, piattaforma di equity crowdfunding dedicata alle startup, e permetterà di dare garanzie autentiche, indelebili e immutabili nella certificazione dei vini ma anche nelle contrattazioni e in nuove forme di investimento come i Security Token, nelle quali i vini rappresentano un asset finanziario alternativo a quelli tradizionali come le azioni o le obbligazioni.
Ecosistema integrato
Grazie all’innovazione digitale è poi possibile integrare in un unico ecosistema i produttori, i canali di vendita e i consumatori, riducendo le distanze e le zone d’ombra che sono talvolta causa di disservizi nella filiera della distribuzione. In questo ambito nasce Enolò, la startup abruzzese che si rivolge da un lato ai ristoratori, con la definizione e la gestione della carta dei vini e dall’altro ai produttori ai quali offre un servizio di logistica, gestione delle relazioni con i clienti e comunicazione dei propri contenuti ai consumatori.
«Nel nostro progetto il ristorante, che viene talvolta visto come l’anello debole nella catena della distribuzione, è stato scelto come leva di comunicazione tra produttore e consumatore - spiega Stefano Baldi ideatore e CEO della startup -. La piattaforma fornisce servizi unendo una parte on line dove i produttori trovano supporto nella possibilità di fare transazioni, ricevere ed evadere gli ordini e gestire le spedizioni in modo innovativo attraverso sistemi professionali evoluti, e una parte che mette a disposizione le informaizoni e gli strumenti necessari a chi presenta il vino, il ristoratore o il sommelier». Tutto questo supportato da un Hub logistico, un sistema di magazzino che gestisce ordini, spedizioni e registri, permettendo alle cantine di lavorare anche con piccoli quantitativi riducendo i rischi di insolvenza da parte dei clienti e ai ristoratori di curare la carta dei vini e ricevere rapidamente il prodotto nelle quantità e nei tempi desiderati.