Gli spumanti segnano il record di fine anno

Il segmento sparkling chiude l’anno con 900 milioni di bottiglie e +21,6% di vendite all’estero rispetto al periodo pre-Covid

Non soltanto durante le festività: le bollicine, con ¼ del vino italiano spedito all’estero, si confermano protagoniste del mercato.

Secondo i dati Ismea-Uiv sarebbero infatti oltre 316 milioni le bottiglie italiane consumate durante le feste, il 18,3% in più dello scorso anno e – dato particolarmente interessante perché non considera la parentesi negativa causata dalla pandemia – il 50% in più rispetto a 5 anni fa.

Un volume che, secondo i dati, è proiettato all’estero per 3 bottiglie su 4 ma i dati positivi si registrano anche sul fronte dei consumi interni.

Rimbalzo sparkling

Al netto degli effetti della pandemia sui mercati e in particolare sul canale HoReCa, il comparto sparkling, secondo Ismea-Uiv il 2021, è stato un anno di crescita: il segmento infatti chiude l’anno con circa 900 milioni di bottiglie e un forte incremento delle vendite all’estero.

I dati esprimono una crescita degli imbottigliamenti che riguarda diverse produzioni spumantistiche italiane e in particolare – oltre al fenomeno Prosecco che si conferma capofila in termini di volumi e di incrementi – Asti spumante, Franciacorta, Conegliano Valdobbiadene, Trento, Oltrepò, Alta Langa, Lessini Durello e Colli Asolani.

I dati Istat confermano le ottime performance degli spumanti che, nel periodo gennaio-settembre 2021, hanno fatto registrare un incremento del commercio estero pari a +30% sia in termini di volume, quasi 3,5 milioni di ettolitri, che in valore, che ammonta a 1,2 miliardi di euro. Un settore che si conferma essere fortemente rappresentato dalla corazzata Prosecco che, con 2,5 milioni di ettolitri venduti all’estero, ha segnato il maggiore incremento, +40% su base annua rispetto al bacino totale degli spumanti, e che da solo conta il 70% dell’export degli spumanti Made in Italy.

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I dati disaggregati

Il Prosecco guida e, stando ai numeri, trascina il commercio estero del segmento spumantistico. In effetti, al netto degli indicatori del Prosecco e dell’Asti spumante, il dato relativo agli spumanti Dop e Igp conta 1,6 milioni di ettolitri e registra un calo di -16,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, particolarmente concentrato in Regno Unito (-27,4%) e Stati Uniti (-21,3%), mercati dove il Prosecco ha invece rafforzato la propria posizione commerciale. Più moderata la flessione del valore che, sempre per il comparto Dop e Igp, registra un calo pari a -2,3% a fronte di una forte impennata del Prosecco che, con quasi 1 miliardo di fatturato, rappresenta i ¾ del valore della produzione.

Nei primi 9 mesi dell’anno sono cresciuti, ma in maniera più contenuta, anche gli spumanti varietali (+3,4%) e, limitatamente ai Paesi extra-Ue, anche i generici (+13,3%) ma con incrementi di valore comunque a doppia cifra.

Progressione oltre la pandemia

Anche il confronto con i dati 2019, relativi quindi al periodo pre-Covid, mette in evidenza l’ottimo risultato raggiunto dagli spumanti, al netto degli effetti del confinamento e delle misure restrittive che, dall’inizio del 2020, hanno caratterizzato le fasi iniziali della pandemia.

Nel periodo gennaio-settembre 2021 rispetto allo stesso intervallo temporale 2019 c’è stato un salto nelle vendite all’estero pari a +21,6% così come in termini di valore, +16,7%. In particolare la Germania – con l’eccezione del Prosecco che conta +47,6% per circa 120 mila ettolitri e +26,2% per l’Asti spumante – e Regno Unito mantengono nel complesso la quota di export mentre Stati Uniti e Canada hanno registrato sostanziali incrementi, rispettivamente pari a +39,6% e +26,6%, per un totale di circa 1 milione di ettolitri venduti oltreoceano nei primi nove mesi 2021.

Per quanto riguarda il valore dell’export, anche in tal caso i dati Istat confermano, per principali big spender con l’eccezione del Regno Unito (-13%), un incremento di fatturato rispetto al periodo gennaio-settembre 2019: Stati Uniti, Canada e Germania segnano infatti una crescita a due cifre, rispettivamente pari a +30,5%, +24,5% e +17,4% per un totale di 600 mila euro, circa la metà degli introiti totali.

Crescono i consumi

Secondo Ismea/Nielsen anche i consumi interni hanno registrato un interessante incremento: gli acquisti nella Grande distribuzione, nei primi 11 mesi, contano un +22% in volume accompagnato da un +26% in valore rispetto allo stesso periodo 2020. Un segmento che, sempre nel 2021, supererà alla produzione 2,4 miliardi di euro e che nell’ultimo decennio ha fatto registrare un sostanziale incremento della produzione, pari a +170%.

Quali prospettive

Si tratta di un comparto che nei numeri è dominato dal fenomeno Prosecco, produzione che ha saputo dimostrare resilienza e reattività anche nelle fasi più critiche del mercato. In calo invece le performance del restante bacino Dop e Igp, decrescita che sembra prescindere dagli effetti causati dalla crisi pandemica e che certamente, facendo riferimento ad un dato omnicomprensivo, non tiene conto, come invece rilevato da Ismea-Uiv, degli incrementi registrati anche da altre produzioni spumantistiche Dop e Igp.

In generale, rimanendo sui numeri complessivi, un elemento di riflessione riguarda il calo delle altre tipologie spumante Dop e Igp: uno spazio che, seppure meno rappresentativo in termini di volume e di fatturato, può contribuire a valorizzare alcuni territori vitivinicoli, come anche quelli del Centro Sud Italia, nei quali negli ultimi anni sono state riscoperte varietà autoctone idonee e promettenti nella produzione di vini destinati alla presa di spuma.

Occorre poi considerare inoltre un’offerta fortemente concentrata in pochi paesi clienti, considerando che il mercato tedesco, britannico e statunitense assorbono circa la metà dei volumi destinati all’estero: un fattore che, rispetto ad una più ampia platea di clienti, può tradursi in uno svantaggio competitivo qualora dovessero essere applicate, oltre ai dazi, politiche commerciali protezionistiche e accordi bilaterali non favorevoli agli attuali equilibri commerciali.

Inoltre, rispetto alle tendenze del mercato, sono da considerare i segnali della domanda che potrebbero indicare nuove opportunità. In tal senso, fermo restando un segmento sparkling che fa registrare numeri in netta crescita, secondo l’enoteca online Etilika saranno le bollicine rosse, come Barbera e Bonarda, tra i trend che caratterizzeranno il mercato del vino nel 2022.

Tab. 1 – Volumi del commercio estero per tipologia (ettolitri)

Tipologia Gen-Set 2019 Gen-Set 2020 Gen-Set 2021 ∆ 2019/2021 ∆ 2020/2021
Spumanti di uve fresche 2.866.942,68 2.711.518,57 3.487.198,63 +21,6% +28,6%
Spumanti di uve fresche Dop e Igp

(esclusi Prosecco Dop e Asti Spumante Dop)

271.346,90 192.153,59

 

159.985,43

 

-41,0% -16,7%
Prosecco Dop 1.852.030,20 1.822.729,18 2.544.590,03 +37,4% +39,6%
Asti Spumante Dop 228.494,78 240.866,56 275.717,88 +20,7% +14,5%
Spumanti varietali senza Dop e Igp 93.019,97 86.187,80 89.135,01 -4,2% +3,4%
Spumanti di uve fresche

(esclusi varietali)

412.791,53

 

360.056,72 407.954,91 -1,2% +13,3%

Fonte: elaborazione VVQ su dati Istat

 

Tab.2 – Valore del commercio estero per tipologia (euro)

Tipologia Gen-Set 2019 Gen-Set 2020 Gen-Set 2021 ∆ 2019/2021 ∆ 2020/2021
Spumanti di uve fresche 1.090.044.596 988.722.801 1.271.563.627 +16,7% +28,6%
Spumanti di uve fresche Dop e Igp

(esclusi Prosecco Dop e Asti Spumante Dop)

113.493.770 80.800.758 78.952.463 +30,4% -2,3%
Prosecco Dop 735.970.987 679.098.797 929.907.648 +26,4% +36,9%
Asti Spumante Dop 80.347.969 86.512.258 92.401.285 +15% +6,8%
Spumanti varietali senza Dop e Igp 27.998.402 24.519.854 27.546.553 -1,6% +12,3%
Spumanti di uve fresche

(esclusi varietali)

110.161.627

 

100.192.312 127.486.379 +15,7% +27,2%

Fonte: elaborazione VVQ su dati Istat

Gli spumanti segnano il record di fine anno - Ultima modifica: 2022-01-03T19:53:52+01:00 da Lorenzo Tosi

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