2040 Odissea per il vino: le previsioni dell’Osservatorio Unione Italiana Vini

La crescita dei consumi di vino è in fase di rallentamento, con l'Italia proiettata verso un outlook piatto: causa l'invecchiamento della popolazione e la distanza delle nuove generazioni

Il forte cambiamento della domanda deve spingere le aziende ad innovare e razionalizzare un’offerta che oggi in diversi casi risulta fuori fuoco, soprattutto rispetto alle richieste dei più giovani

Il mondo del vino è chiamato a fare i conti con un ricambio generazionale dei consumatori troppo lento.
Da qui il progressivo rallentamento della crescita dei consumi che porterà per l'Italia a un outlook piatto al 2040.
E' quanto emerge dalle previsioni dell'Osservatorio Uiv basate sulle curve storiche delle tendenze globali dei consumi e sulle previsioni demografiche da qui al 2039.

Scenari geo-economici all'assemblea generale Uiv

Il documento è stato diffuso all’assemblea generale di Unione italiana vini nell'ambito del focus sugli "Scenari Geo-economici e vino e sul valore della tradizione".
Tra gli ospiti anche il vice Premier e Ministro degli esteri Antonio Tajani e il Ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida.
Presenti, tra gli altri, Luigi D’Eramo, sottosegretario dello stesso Ministero e Mirco Carloni, presidente Commissione Agricoltura alla Camera.

Otto Paesi "stappano" più della metà delle bottiglie consumate

Nel mondo si consumano oltre 37 miliardi di bottiglie di vino l’anno, di queste più della metà sono stappate in 8 Paesi: Stati Uniti (14%), seguiti da Francia (10%), Italia e Germania (7%), quindi Cina (6%) e Regno Unito (5%), Canada (2%) e Giappone (1%).
Aree epicentro dei consumi globali che negli ultimi vent’anni (1999-2019) hanno visto incrementare la domanda di vino del 27%, una corsa destinata però a tirare il fiato nel prossimo ventennio.

Nuove generazioni distanti dal vino

Complice il progressivo alzarsi dell’età media e la contestuale preoccupante distanza dal vino da parte delle nuove generazioni, si prevede un incremento del tasso di consumo di appena il 7%, con una crescita media annua dello 0,35%.
Prospettive non certo tra le più rosee, ma i cui andamenti potrebbero essere contrastati da politiche produttive e commerciali adeguate.

Export sempre più discriminante per il vino italiano

L’Italia è ancora più esposta al rallentamento della domanda negli 8 top buyer, che per il vino tricolore vale quasi i 2/3 delle esportazioni complessive.
Secondo l’Osservatorio Uiv, l’export sarà sempre più la discriminante fondamentale del mercato, stante l’ulteriore decrescita prevista dei consumi interni (-1,2 milioni di ettolitri) nel periodo considerato.

La previsione non tiene conto di fattori esogeni negativi

Dall’estero l’incremento sarà comunque timido (+1,8 milioni di ettolitri, a quasi 23 milioni di ettolitri nel 2039) ma sarà in grado di compensare l’ammanco generato dal mercato interno, con un saldo positivo di poco più di mezzo milione di ettolitri.
Tutto ciò al netto di recrudescenze della crisi economica, dell’ondata salutista e di altri fattori esogeni come i fattori etnici e religiosi.

Rinnovare l'offerta che è fuori fuoco rispetto alla domanda

Per il presidente di Unione italiana vini Lamberto Frescobaldi “Il mondo che consuma vino non costruirà più la sua crescita sul volume, ma sul valore evocativo espresso dalle bottiglie: dal gusto all’esperienza, dal concetto di sostenibilità, al lifestyle".
In questo quadro la filiera del vino dovrà incrementare la tendenza premium delle proprie proposte, ma anche rinnovare e razionalizzare un’offerta che oggi in diversi casi risulta fuori fuoco rispetto a una domanda in forte cambiamento, giovani in primis.

Incide l'invecchiamento dei tradizionali consumatori

Lo studio analizza le tendenze basate sul progressivo invecchiamento dei consumatori: nel decennio 1990/99 i consumi over 65 e i giovani under 25 erano in perfetta parità, attorno al 18%.
Nel decennio che chiuderà il 2039 è attesa una vera rivoluzione, con il primo cluster di fascia più anziana, che sarà sempre più “core-consumer”, inciderà per il 30% dei volumi, con il secondo che scenderà al 13%.

Il cambiamento demografico pesa già ora

L’effetto del cambiamento demografico acutizzerà una tendenza che si è già materializzata negli anni, con i Paesi tradizionali produttori (Italia, Francia, ma anche Germania e Spagna) entrati in una dinamica negativa e di cosiddetta normalizzazione.
Basti dire che in Italia e Francia negli anni Sessanta si consumavano oltre 50 milioni di ettolitri, con un pro-capite attestato ben sopra i 140 litri annui.

Segno più nel 2039 solo negli Stati Uniti e Canada

Un uguale trend di assestamento si è avuto – sempre tra il 1999 e il 2019 - in Germania e Giappone, mentre fortemente espansivi si sono rivelati Canada, UK, Usa e Cina, con aumenti dei consumi di vino di circa 15 milioni di ettolitri in Usa e Cina, 7 in UK e oltre 3 milioni in Canada.
L’outlook al 2039 prevede ora variazioni positive per Stati Uniti (+9,3 milioni di ettolitri), Cina (+4,1 milioni) e Canada (+1,1 milioni), mentre Giappone e Paesi del Vecchio Continente segneranno cali contenuti fino al -2%.

Giappone, Italia e Germania i Paesi più anziani nel 2040

Per tutti i Paesi monitorati è pronosticato (base Onu) un innalzamento dell’età media della popolazione: il Paese più anziano al 2040 sarà il Giappone (52 anni di media), seguito dall’Italia (51 contro 44 del 2020) e dalla Germania (47).
Sorprende il dato cinese: i 45 anni di media risultano superiori a Francia, UK, Canada e Usa (compresi tra 41 e 44 anni).

2040 Odissea per il vino: le previsioni dell’Osservatorio Unione Italiana Vini - Ultima modifica: 2023-07-13T23:06:01+02:00 da Gilberto Santucci

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