“Le notizie che arrivano dal Parlamento Europeo ci rassicurano – ha commentato la coordinatrice del settore Vino di Alleanza delle Cooperative Agroalimentari Ruenza Santandrea – perché la rettifica adottata oggi risponde alle preoccupazioni che da giorni avevamo espresso, chiarendo che per luogo di origine dei vini cosiddetti ‘varietali’, ovvero quei vini senza denominazione di origine o indicazione geografica, che riportano in etichetta l'indicazione della/e varietà di uve da cui sono stati prodotti e dell'annata, occorre considerare il paese in cui le uve sono state raccolte e non il luogo dove avviene la trasformazione del vino”. Così Alleanza delle cooperative commenta l’adozione della rettifica al regolamento sul vino adottata oggi dal Collegio dei Commissari.
“Va sottolineato – conclude Alleanza delle Cooperative Agroalimentari - l’importante lavoro di squadra fatto dal nostro Paese, in primis con l’opposizione al Regolamento delegato avanzata dal Ministero delle Politiche Agricole, e poi grazie al ruolo decisivo giocato dai nostri rappresentanti in Parlamento europeo, in particolare Paolo De Castro, Primo vice presidente della Comagri e Herbert Dorfmann, Presidente Intergruppo vino del PE”.
“Il rischio che si stava palesando – conclude Alleanza delle Cooperative Agroalimentari – se fosse rimasta la prima interpretazione del regolamento previsto dalla Commissione, era quello di un pericoloso passo indietro della disciplina vitivinicola, a discapito di una corretta informazione del consumatore ed in netta controtendenza rispetto ad una politica che mira alla valorizzazione delle produzioni vitivinicole e al reddito dei produttori. Gli equivoci interpretativi avrebbero portato a far sì che venisse chiamato italiano un vino non prodotto da uve italiane, con pesanti conseguenze nell’economia del settore vitivinicolo”.