“La proposta di Decreto sulle modalità attuative della misura OCM vino Promozione sui mercati terzi che il ministero delle Politiche agricole si appresta a presentare in tutta fretta, la settimana prossima, alla Conferenza Stato-Regioni, pare orientata a inibire più che a favorire la competitività delle imprese vinicole italiane sui mercati internazionali e, ancora una volta, non tiene conto delle istanze e dei dubbi già espressi dalle imprese del settore in questi nove mesi di vana attesa del testo. Un atteggiamento, questo, che stride con le dichiarazioni del Premier Renzi e del ministro Martina di voler sostenere l’agroalimentare con politiche competitive per la crescita dell’export”. È questo il commento congiunto dell’Istituto del Vino Grandi Marchi e di Italia del Vino Consorzio, all’indomani della prima diffusione del testo ministeriale, che rimarrà aperto alle osservazioni degli operatori del settore appena poche ore, fino alle 14.00 di oggi, 22 gennaio 2016. Per le due compagini, che assieme rappresentano 31 imprese italiane del comparto vino per un fatturato globale di 1,3 miliardi di euro e il 15% dell’export complessivo italiano di settore, il testo proposto conterrebbe anomalie, a partire dai criteri di priorità fissati per la valutazione dei progetti (art. 11). La norma, infatti, privilegiando progetti destinati a mercati in cui i beneficiari non abbiano mai realizzato azioni di promozione con il contributo comunitario, è in contrasto con un principio strategico elementare: proprio sui mercati a più alta intensità competitiva e in grado di assorbire le quote più interessanti delle nostre produzioni (che sono stati destinatari di importanti azioni di promozione negli ultimi anni) viene in questo modo disincentivata e indebolita la pressione di marketing a livello di sistema Paese, ottenendo il risultato di concedere spazio e vantaggi alle imprese di paesi concorrenti. Analogamente i criteri di priorità della misura OCM Promozione, dichiarando di privilegiare i soggetti che non abbiano mai beneficiato in precedenza di tali contributi, finiscono per penalizzare i gruppi di imprese che negli anni hanno svolto con successo il ruolo di apripista per tutto il vino italiano, creando opportunità di sviluppo all’estero anche per aziende meno attrezzate. L’elenco dei criteri di premialità dunque, paradossalmente, si palesa idoneo a impattare negativamente proprio sui fattori di successo di una strategia di crescita sui mercati esteri. Tra i molti punti critici del decreto anche il mancato raccordo con le norme del nuovo Regolamento europeo sulle misure a sostegno della viticoltura che entrerà in vigore nel maggio prossimo. Se l’impianto normativo resterà quello fatto circolare ieri, osservano le due associazioni, “il decreto sarà un vero e proprio boomerang per le aziende vinicole italiane che, non potendo richiedere anticipi sulla medesima misura senza aver prima completato la rendicontazione e il collaudo dei progetti precedenti (che attualmente richiedono tempi oscillanti tra 6 e 14 mesi), subiranno un effetto paralisi delle proprie iniziative”. Per l’Istituto del Vino Grandi Marchi e Italia del Vino Consorzio: “Questa proposta di Decreto evidenzia una profonda divergenza tra la politica e le aspettative di crescita di un settore che nel 2015 ha aumentato la sua performance all’estero del 6%, raggiungendo i 5,4 miliardi di euro di export (dato pre-consuntivo, ndr). Un risultato reso possibile grazie all’impegno delle aziende che, nonostante i mille ostacoli burocratici prodotti dalla normativa, continuano a investire proprie risorse, a confrontarsi sui mercati e ad esplorare nuove opportunità di sviluppo. Più che ‘tornare alla terra’, come auspicato dal presidente Renzi – concludono le due associazioni – c’è bisogno che la politica torni alla realtà, con una qualificata regia nazionale sulla misura OCM Promozione, a concreto sostegno di un settore vitale per l’economia del Paese”.
Istituto Grandi Marchi e Italia del Vino Consorzio
La proposta di decreto attuativo dell’Ocm Promozione è inadeguata a sostenere la competitività del settore
Deluse le aspettative di filiera