Vendemmia 2020, arrivano i dati definitivi ma rimane ignoto l’effetto delle misure anti-crisi

Vendemmia 2020 da 46,6 milioni di ettolitri per il nostro Paese
La “stretta” di settembre e i successivi eventi meteo estremi hanno abbassato il dato del Centro-Sud. Per Assoenologi, Ismea e Uiv, autori dello studio congiunto c’è più qualità che quantità nella vendemmia 2020. Ma a incidere sono stati più i capricci del clima che l’azione del Governo

Vendemmia 2020, tempo di bilanci.

La stretta di settembre, con l’inedito fenomeno degli appassimenti dei grappoli sulla pianta, e i successivi eventi meteo estremi a macchia di leopardo hanno lasciato il segno peggiorando il dato consuntivo del millesimo del covid rispetto alle previsioni di fine agosto.

Il ridimensionamento del Centro-Sud

Nel confronto a distanza di due mesi spicca infatti il ridimensionamento delle regioni del Centro-Sud dove questi fenomeni hanno colpito maggiormente.

Grappoli appassiti dagli eccessi termici a metà settembre, un'anomalia che si sta verificando in numerosi areali

Rimane l’incognita – e non è da poco – di quanto abbiano inciso le misure anti-crisi predisposte dal Governo: abbiamo investito notevoli risorse su vendemmia verde parziale e distillazione di crisi, ma gli effetti di queste misure per contenere le rese non sembrano emergere nemmeno a bocce quasi ferme e sarà difficile rendicontare a Bruxelles l’efficacia delle scelte intraprese.

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Ottimismo stridente

L’ottimismo – forzato - è però d’obbligo quando si diffondono i dati vendemmiali, a maggior ragione in un’annata particolarmente disagevole come questa.

Assoenologi, Ismea e Uiv inforcano perciò gli occhiali con le lenti rosa nel diffondere i dati delle stime vendemmiali congiunte. Affermando che la vendemmia 2020 è ottima nella qualità e misurata nella quantità.

E cogliendo l’aspetto positivo di un verdetto della natura favorevole rispetto alla congiuntura economica mondiale (ma guai a dirlo ai produttori colpiti da grandine o siccità notturna), che consegna una raccolta molto promettente anche per il futuro commerciale del principale produttore mondiale di vino al mondo (ovvero l’Italia, ma non c’è da esserne orgogliosi, soprattutto in un anno in cui l’Unione europea ha puntato tutto sulla riduzione delle rese).

Vendemmia 2020 con 600mila ettolitri in meno
rispetto a due mesi fa

Il responso definitivo della vendemmia italiana 2020, elaborato da Assoenologi, Ismea e Unione Italiana Vini, rileva una produzione complessiva di vino e mosto di 46,6 milioni di ettolitri, con una flessione del 2% rispetto ai 47,5 milioni di ettolitri del 2019.

Una stima che registra un lieve calo anche rispetto alle prime stime di settembre (-1%, a 47,2 milioni; dato ripreso da Oiv per il nostro Paese e diffuso per le previsioni mondiali) dovuto a minori rese sia in campo che in cantina, ma che vede crescere l’asticella della qualità, con uno standard che grazie al meteo si è elevato di settimana in settimana, con punte di eccellenza in quasi tutto il Paese anche dopo le piogge di fine settembre.

Vendemmia 2020, molti meno e qualche più

La geografia della raccolta, perfetta - secondo il trio - anche dal punto di vista dello stato fitosanitario delle uve, segna la contrazione maggiore per le regioni del Centro e Sud Italia, a partire dalla Toscana (-21%) fino alla Sicilia (-20%), all’Umbria e al Lazio (-10%). In controtendenza la Sardegna (+20%).

In equilibrio il Veneto (+1%), che con 11 milioni di quintali di vino previsti mantiene il primato produttivo nazionale, seguito dalla Puglia, in calo dell’8% e dall’Emilia Romagna (+10%). In crescita, in un contesto generale che si posiziona sotto la media quantitativa dell’ultimo quinquennio, anche importanti regioni produttive come Abruzzo (+6%), Trentino Alto Adige (+5%), Lombardia (+10%) e Marche (+5%), mentre cala di 9 punti il Friuli Venezia Giulia.

Produzione italiana di vino e mosto (migliaia di ettolitri)

2019 2020* Var. % 2020*/2019
Piemonte 2.603 2.681 3%
Valle d'Aosta 17 19 10%
Lombardia 1.301 1.431 10%
Trentino Alto Adige 1.312 1.378 5%
Veneto 10.950 11.059 1%
Friuli Venezia Giulia 1.785 1.624 -9%
Liguria 40 44 10%
Emilia Romagna 7.250 7.975 10%
Toscana 2.625 2.074 -21%
Umbria 426 383 -10%
Marche 816 857 5%
Lazio 800 720 -10%
Abruzzo 3.184 3.375 6%
Molise 227 233 2%
Campania 778 778 =
Puglia 8.947 8.231 -8%
Basilicata 87 83 -5%
Calabria 110 110 =
Sicilia 3.911 3.129 -20%
Sardegna 363 436 20%
TOTALE 47.533 46.620 -2%
Fonte: Assoenologi, Ismea, Uiv

Cotarella (Assoenologi): «Ripartire dal valore aggiunto della qualità»

Per il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella: «La vendemmia 2020 ci ha regalato uve di altissima qualità grazie anche a un leggero decremento della quantità».

Riccardo Cotarella, presidente Assoenologi.

«D'altronde abbiamo sempre ribadito che l'unico elemento che possa dar valore al vino italiano, oltre alla nostra immensa biodiversità, sia la qualità intrinseca dei nostri vini. Il record mondiale della quantità prodotta non è ritenuto da noi elemento qualificante sia per la forma che per la sostanza».

«Data anche la situazione pandemica sono certo che l’ottima qualità saprà essere il valore aggiunto di una vendemmia che, per gli aspetti legati proprio all'emergenza sanitaria, è stata vissuta anche con quel senso di preoccupazione che ormai ci attanaglia da mesi».

«Un senso di preoccupazione che non deve però intaccare il sentimento di speranza e la voglia di superare questo drammatico momento. Da presidente di Assoenologi, ma anche da uomo e imprenditore del settore, mi sento di rinnovare, oggi più che mai, l'appello a tutta la filiera del nostro comparto, a moltiplicare gli sforzi e far sì che questa vendemmia possa essere tradotta in grandi vini».


Borriello (Ismea): «Le imprese diversificano e diventano più digitali»

«Le cantine italiane stanno affrontando le difficoltà derivanti dalla pandemia con grande dinamismo e spirito di adattamento - dichiara Raffaele Borriello, Direttore Generale dell’ISMEA -».

Raffaele Borriello

«Sono sempre di più le imprese che hanno operato un processo di diversificazione dei canali distributivi, riuscendo a collocare i prodotti anche nel momento di blocco totale del canale Horeca. In questa difficile congiuntura è stata soprattutto la Gdo a mitigare le perdite del comparto sul mercato italiano, in virtù del buon andamento degli acquisti durante i primi 9 mesi del 2020 (+7% in valore con punte dell’11% per il segmento della spumantistica)».

«Ma l’emergenza sanitaria, come rivela un’indagine Ismea in corso di realizzazione, ha impresso anche una forte accelerazione nella digitalizzazione del settore vinicolo, tramite un più diffuso ricorso all’e-commerce e a nuove modalità di vendita e interazione con il cliente finale».

«Anche sul fronte dell’export, nonostante il tonfo registrato a maggio, la riduzione dei flussi in valore si è limitata nei primi 7 mesi dell’anno a un meno 3,2%, registrando addirittura un piccolo spunto di crescita nel mese di luglio (+1,1%)».


Abbona (Uiv): «Serve più equità nella gestione delle misure sanitarie»

Per il presidente di Unione Italiana Vini (Uiv), Ernesto Abbona:

Ernesto Abbona

«La natura è riuscita a esprimere in un anno di estrema difficoltà una vendemmia ovunque molto equilibrata e, in molte aree, certamente, da ricordare». «L’ottima qualità, unita alla giusta quantità, saranno di aiuto per le aziende in questa particolare congiuntura economica. I volumi, sensibilmente più bassi (-2%) della media dell’ultimo quinquennio, consentiranno di contenere le tensioni del mercato interno determinate dalle rinnovate restrizioni imposte dalle ultime misure governative e, sul fronte internazionale, dalla dilagante emergenza sanitaria globale».

«Il contesto è senz’altro difficile – ha proseguito Abbona – ma c’è la consapevolezza che, appena ci saranno le condizioni, il settore sarà in grado di ripartire come ha sempre fatto negli ultimi anni. Al Governo chiediamo cautela e attenzione nel gestire le misure di emergenza sanitaria. In questa fase servono ascolto e condivisione, equità nei trattamenti e tempi certi per i ristori economici annunciati dal Governo».

«Inoltre, ci auguriamo che si avvii rapidamente una fase di progettazione dei piani promozione istituzionale del made in Italy agroalimentare e del vino per la prossima annualità, al fine di rilanciare l’immagine del nostro settore nei principali mercati internazionali».

Vendemmia 2020, arrivano i dati definitivi ma rimane ignoto l’effetto delle misure anti-crisi - Ultima modifica: 2020-10-28T13:08:14+01:00 da Lorenzo Tosi

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