«Le imprese agricole italiane sono a un livello alto di sostenibilità, ma quelle vitivinicole sono a un livello ancora più alto, e ciò è dovuto a motivi culturali e di relazione con il territorio».
Con queste parole Enea Dallaglio, curatore del rapporto 2022 'Agricoltura 100' di Confagricoltura e Reale Mutua, ha presentato il documento alla Sana Slow Wine Fair, la prima fiera internazionale del "vino buono, pulito e giusto" organizzata da Bologna Fiere con la direzione artistica di Slow Food.
Un corposo campione di 2.162 aziende
L'indagine ha coinvolto 2.162 aziende agricole italiane di cui 492 imprese vitivinicole. Sono state individuate 234 variabili, suddivise in quattro microaree (sostenibilità ambientale e sociale, gestione dei rischi e delle relazioni e qualità dello sviluppo). I dati emersi sono confortanti e dimostrano come le imprese agricole, nonostante le grandi difficoltà determinate dalla pandemia, non siano arretrate anzi hanno accresciuto i propri sforzi per migliorare l’impatto ambientale, sociale ed economico della propria attività. Si evidenzia come la stessa pandemia si stia rivelando uno snodo decisivo per la diffusione della stessa cultura della sostenibilità e un numero crescente di imprenditori dimostra di aver preso piena consapevolezza della centralità di questi temi per orientare le proprie scelte di business.
Qualità e coesione sociale
Secondo il report, racchiuso in circa 160 pagine ricche di elaborazioni statistiche e tabelle, l'attenzione alla qualità delle produzioni è un tratto distintivo del settore viti-vinicolo, con il 66,1% delle aziende intervistate che dichiara di aver ridotto l'uso dei fertilizzanti, il 70,4% ha organizzato attività per la valorizzazione del capitale umano e il 63,3% ha migliorato la sicurezza nei luoghi di lavoro. Il vino, dunque, è un prodotto che più di altri si presta ad associare la qualità del prodotto alla sostenibilità della sua produzione, probabilmente anche per la sua maggiore capacità di identificazione e di narrazione dei territori dei quali è espressione. Ma è tutta l’agricoltura italiana che sta dimostrando di voler svolgere un ruolo di traino nel processo di transizione ecologica del Paese, con una consapevolezza sempre più forte circa l'aiuto che può arrivare dalla ricerca e dagli investimenti in innovazione.
Il rapporto, alla sua seconda edizione - sottolinea Virginia Antonini di Reale Group - "è una fotografia con la quale vogliamo stimolare un'adesione sempre più alta ai criteri di sostenibilità, che ormai non è solo una questione di etica ma un importante fattore strategico per le imprese".
Le aziende premiate
Oltre all'indagine, la seconda edizione di Agricoltura100 ha selezionato tre aziende premiate quali "buone pratiche":
1. Cantina Produttori Valdobbiadene (Valdobbiadene, TV, Veneto). Attività: Viticoltura.
2. IORI srl (Gioia dei Marsi, AQ, Abruzzo). Attività: Produzione e confezionamento carote.
3. Società Agricola F.lli Robiola Paolo e Lorenzo (Caluso, TO, Piemonte). Attività: Mista
Sono state riconosciute, inoltre, 6 menzioni speciali:
Attenzione all’impatto ambientale: Arnaldo Caprai Srl (Montefalco, PG, Umbria). Attività: Viticoltura.
Qualità e salute alimentare: Società Agricola Barberani & C. (Orvieto, TR, Umbria). Attività: Viticoltura.
Gestione del rischio e protezione dei lavoratori: Società Agricola Eredi Scala Ernesto & C. (Caorle, VE, Veneto). Attività: Viticoltura.
Rapporti con le reti, la filiera e la comunità locale: Agricola Lenti Società Cooperativa (Lamezia Terme, CZ, Calabria). Attività: Mista.
Qualità del lavoro e occupazione dei giovani: Ronco Calino Società Agricola Srl (Adro, BS, Lombardia). Attività: Viticoltura.
Agricoltura al femminile: Azienda Agricola Fagiolo di Laura e Antonella Fagiolo (Fara Sabina, RI, Lazio). Attività: Olivicoltura