La locomotiva Prosecco continua a marciare e gli impianti di Glera, dopo una piccola pausa di riflessione, hanno ripreso a crescere ad un ritmo spedito.
Sono infatti oltre i 13 milioni le barbatelle innestate messe a dimora tra fine 2022 e inizio 2023. Una cifra che riporta la Glera in testa alla classifica delle varietà più gettonate nel Belpaese tornando ai livelli precedenti al blocco dei nuovi impianti del 2019 (e una decisione analoga era stata presa nel 2013).
Robuste doti di programmazione
Una strategia stop&go che può essere assecondata solo da strutture vivaistiche con robuste doti di programmazione come i Vivai Cooperativi Rauscedo.
VCR punta infatti da sempre su questo vitigno e supporta la forte espansione del Prosecco sin dal 2009, anno in cui sono state poste le basi dell’attuale sistema articolato in una Doc e due Docg, grazie al decreto ministeriale del 17 luglio. Un provvedimento che ha tutelato l'uso esclusivo della denominazione territoriale Prosecco all'area delle colline di Conegliano e Valdobbiadene Docg, a quella dell’Asolo Prosecco Docg e alla Doc che comprende le 5 province venete di Treviso. Venezia, Padova, Vicenza e Belluno, oltre alle 4 province friulane (Pordenone, Udine Gorizia e Trieste).
Dal Carso ai Colli Euganei
In questi 12 anni l’estensione complessiva della Glera è passata così da quasi 15mila ha agli oltre 40mila attuali (circa 8.500 Docg, 24.500 Doc e 7500 Igt), dal Carso ai Colli Euganei.
Territori diversi con caratteristiche pedoclimatiche differenti di cui tenere conto nella scelta dei cloni da impiantare.
Glera è infatti un vitigno a bacca bianca di buona vigoria, germogliamento molto precoce e per questo sensibile alle gelate primaverili. L’epoca di maturazione è tardiva, la produzione elevata e costante grazie sia ad una buona fertilità delle gemme che ad un grappolo di dimensioni medio-grandi che può essere da mediamente spargolo a semi compatto a seconda del biotipo. Predilige terreni collinari, non siccitosi. Le forme di allevamento adottate sono relativamente espanse con potature medio-lunghe o lunghe. Nelle annate sfavorevoli risulta sensibile verso le principali crittogame così come nei confronti degli insetti (tignola e cicalina).
I 5 biotipi
L’attività di selezione da parte dei Vivai Cooperativi Rauscedo è iniziata a metà degli anni ’80 con l’obiettivo di far chiarezza sui vari biotipi presenti all’interno della varietà. Distinti in:
Tondo o Nostrano. Era il biotipo più diffuso sul quale si è concentrato il lavoro di selezione clonale al fine di individuare ceppi sani con assenza di acinellatura e produttivi.
Tondo Balbi. Selezione effettuata dal conte Balbi Valier e diffusa nelle zone di Conegliano e Pieve di Soligo, meno produttiva per l’acinellatura più accentuata che nel tondo.
Tondo Cosmo. Selezione effettuata dal Prof. Cosmo caratterizzata da grappolo più compatto, senza acinellatura, più produttiva.
Lungo. Biotipo coltivato nella zona di Col San Martino con acini grossi ed ellissoidali, assenza di acinellatura, grappolo tronco piramidale.
Lungo Segat. Selezione del biotipo Lungo caratterizzata da una maggiore gradazione alcolica, minore acidità totale, grappolo più piccolo.
Gli otto cloni VCR
L’obiettivo della selezione clonale VCR ha puntato sull’individuazione di biotipi esenti da virosi (in particolar modo GRLaV 1 e 3), assenza di acinellatura, caratterizzati da vigoria contenuta, maggiore aromaticità, grappoli più piccoli e spargoli, vini dotati di maggior struttura.
L’iniziale areale di prospezione fu ristretta ad alcuni vigneti situati a San Pietro di Feletto e a Mor di Vittorio Veneto. Da queste località derivano i seguenti cloni omologati:
- Glera biotipo “Tondo” VCR101,
- Glera biotipo “Balbi” VCR124,
- Glera biotipo “Balbi” VCR219,
- Glera biotipo “Balbi” VCR223,
- Glera biotipo “Lungo” VCR40,
- Glera biotipo “Lungo” VCR50,
- Glera biotipo “Lungo” VCR90.
Di più recente costituzione è invece il biotipo selezionato in località Prosecco nel comune di Trieste:
- Glera biotipo “Tondo” VCR372.
Dati vegeto-produttivi
Dalle prove emerge che questi otto cloni VCR si caratterizzano per fertilità e produttività maggiore o prossima alla media varietale. Un risultato da mettere in relazione all’ottimale stato sanitario di questi cloni, esenti da quei fenomeni di indebolimento innescati dalle virosi facilmente riscontrabili nei materiali standard.
La maggiore produttività riscontrata nei biotipi ad acino tondo (ad eccezione di Vcr 124) è legata alla fertilità delle gemme superiore rispetto agli altri biotipi.
Quadro aromatico
L’analisi sui principali composti volatili liberi e glicosidati dei vini monoclonali ottenuti dalle microvinificazioni degli otto cloni mostra differenze sostanziali riguardo ai composti terpenici (linalolo, geraniolo, alfa-terpeniolo, citronellolo che, pur non superando la soglia di percezione, risultano in concentrazioni maggiori nei cloni del biotipo Balbi (VCR 124, VCR 219 e VCR 223).
Differenze tra i diversi biotipi emergono anche per i composti fenolici volatili 4 vinilguaiacolo e 4 vinil fenolo, rilevabili in concentrazioni superiori alla media nei cloni del biotipo Balbi e in un clone tondo (VCR372). Risultati opposti si sono riscontrati nel caso dei composti odorosi dovuti alle fermentazioni, acetati ed alcoli, che conferiscono al prodotto aromi fruttati e floreali.
Per questi composti si deve evidenziare come in generale i livelli maggiori sono riscontrabili nei biotipi di Glera Lunga e in un biotipo di Glera Tonda: il clone VCR101, che fa parte di quest’ultimo biotipo, è quello con le migliori prestazioni per quanto riguarda questo tipo di molecole.
Passando alle determinazioni analitiche dei composti volatili glicosidati risulta che i vini monoclonali dei cloni VCR219 e VCR223, appartenenti al biotipo Balbi, sono quelli con il maggior numero di composti con concentrazioni al disopra della media.
Per info: Vivai Cooperativi Rauscedo
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Da queste analisi si può ricavare il seguente quadro di sintesi:
VCR101. Il quadro aromatico di questo vino monoclonale, ottenuto dal biotipo Tondo, mostra una maggiore intensità ed ampiezza aromatica sia per i composti liberi sia per quelli glicosidati. In questo caso il clone è portato all’ottenimento di vini nella tipologia del vitigno.
VCR372. Il quadro aromatico di questo vino risulta simile al precedente ma caratterizzato da un contenuto superiore di sostanze volatili glicosilate risultando idoneo sia alla produzione di vini giovani sia di vini più elaborati.
VCR124. I risultati dell’indagine aromatica su questo vino monoclonale mostrano come questo clone del biotipo Balbi possieda una ampiezza aromatica superiore alla media ma un’intensità inferiore sia per i composti liberi sia per quelli glicosidati. Per le sue caratteristiche è adatto alla produzione di vini nella tipologia del vitigno.
VCR219. Il quadro aromatico di questo vino risulta da positivo a più che positivo e tra tutti i vini analizzati risulta essere quello di maggiore interesse soprattutto nell’ottica di ottenimento di vini elaborati con un maggior contatto con i lieviti.
VCR223. Il quadro aromatico risulta essere al di sopra della media per la maggioranza dei composti glicosidati. Adatto all’elaborazione di vini nella tipologia della Glera.
VCR40. Il quadro aromatico risulta generalmente insufficiente per quasi tutti i parametri ad eccezione dell’ampiezza dei composti liberi dove è nella media del vitigno; tale clone risulta adatto per l’ottenimento di vini da bere giovani, nella tipologia del vitigno.
VCR50. Il quadro aromatico riscontrato è assimilabile a quello del clone precedente anche se risulta più intenso all’olfatto per una maggior concentrazione di composti liberi. Anche in questo caso il clone è adatto per vini nella tipologia del vitigno più di pronta beva.
VCR90. Il quadro aromatico di questo vino monoclonale risulta più intenso dei precedenti sia per i composti liberi che per quelli glicosidati. In questo caso il clone è portato all’ottenimento di vini nella tipologia del vitigno.