Mal dell’Esca, un piano per il restyling dei vigneti

Sintomi di mal dell'esca
La proposta di dirottare parte dei fondi Ocm della misura della ristrutturazione per contrastare gli effetti di una sindrome che sta causando il progressivo diradamento del paesaggio vitato italiano  

Razionamento energetico.

Tornano dal passato termini di cui avevamo perso memoria. L'onda lunga della guerra nel Mar Nero si somma infatti all’inflazione del post pandemia incidendo sul costo dell'energia e sull'approvvigionamento delle materie prime, spingendo settori strategici come quello della siderurgia a stop forzati.

Editoriale di VVQ 3/2022

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Pali alle stelle, restyling a rischio flop

Una circostanza che fa sentire il suo peso anche in vigneto, dove la penuria di pali e l’aumento spropositato dei costi d’impianto mette in difficoltà le aziende vincolate dagli obblighi della misura Ocm della ristrutturazione e riconversione dei vigneti.

A oltre vent’anni dall’introduzione di questo intervento, previsto originariamente da Agenda 2000 e dal Reg. 1493/99, c’è il rischio concreto che molte aziende non riescano a rispettare la scadenza di fine giugno per il collaudo dei nuovi impianti. Un flop che rischia di costare caro al vigneto Italia, che potrebbe perdere risorse importanti proprio in una fase di passaggio tra un periodo di programmazione Pac ad un altro.

A scanso di equivoci meglio dirlo subito: sarebbe meglio avere molto più vino, molti più pali, più vigneti e molti meno cannoni. Occorre però essere pragmatici: la guerra in Ucraina, al di là dell’embargo e delle sanzioni, produrrà con molta probabilità un effetto depressivo sul mercato mondiale del vino.

Ripensare le politiche di indirizzo del vigneto

È giunta quindi l’ora di ripensare alle politiche di indirizzo della produzione vitivinicola in un’ottica conservativa, partendo proprio dal restyling dei vigneti. Che oggi può essere applicato solo in caso di riconversione varietale (anche mediante sovrainnesto), diversa collocazione del vigneto con conseguente reimpianto; variazione del sesto d'impianto mentre non si applica al rinnovo normale dei vigneti o delle viti giunte al termine del loro ciclo di vita naturale.

L'impatto devastante del Mal dell'Esca

Un limite che esclude oggi la possibilità di applicare la misura per appianare le fallanze causate dal complesso del Mal dell’Esca.

Una patologia che sulla vite ha oggi un effetto simile a quello provocato dalla pandemia. Stime recenti indicano infatti una mortalità media delle piante nei vigneti italiani pari al 5-6% la, con punte di oltre il 10% in vitigni particolarmente sensibili.

E tra questi ci sono varietà chiave come: Cabernet Sauvignon, Sangiovese, Sauvignon blanc, Riesling Renano, Manzoni bianco, Trebbiano toscano, ecc. Purtroppo nell’ultimo decennio il complesso dell’Esca lo si riscontra anche su vigneti giovani, a partire addirittura dal secondo anno di vita.

Le conseguenti perdite di produttività sono ingenti: valutabili nell’ordine di 1-1,2 t/ha nel caso di vitigni sensibili (0,4-0,6 t/ha negli altri). Traducendo in vino le perdite ettariali ammontano a 7-8 ettolitri nel primo caso e a 3-4 ettolitri nel secondo.

I costi del ripristino

A ciò occorre aggiungere le spese dirette per la sostituzione delle viti colpite e affondate, che al netto dell’effetto dell’inflazione dell’ultimo periodo, dai listini riferiti all’anno scorso non risultavano inferiori a:

  • 0,25 euro per estirpo di ciascuna vite malata/morta;
  • 1 euro per apertura buca in autunno;
  • 2 euro acquisto barbatella e relativo piantamento.

In sostanza, un vigneto con il 5% di mortalità e 4.000 ceppi/ha presenta circa 200 viti malate da sostituire con una spesa unitaria di 3,25 euro e un totale da non meno di 650 euro ad ettaro ogni anno.

Un vero restyling del paesaggio

A di là dell’effetto sull’efficienza dei vigneti, con grossi cali produttivi, talvolta nemmeno conteggiati (ci si limita a constatare che si è prodotto il 20-30% in meno senza sapere perché), c’è anche un effetto “paesaggio” dato dalla somma delle fallanze che si accumulano ogni anno causando un progressivo diradamento dei vigneti.

Un problema a cui si potrebbe dare una risposta sistematica allestendo un vero piano nazionale di restyling, facendo perno proprio sui fondi della prossima Ocm vino.

 

Mal dell’Esca, un piano per il restyling dei vigneti - Ultima modifica: 2022-03-30T01:01:23+02:00 da Lorenzo Tosi

2 Commenti

    • Avrei qualche dubbio nel sostituire le fallanze in un vigneto fortemente colpito dall’Esca.
      Riterrei più utile vincolare i finanziamenti per i reimpianti a produzioni vivaistiche ottenute con più rigorosi protocolli sanitari, nei riguardi dei funghi del legno, a partire dalle piante madri.

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