Stress idrico e termico, la resilienza della Glera

Diego Tomasi, direttore del Consorzio del Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene
Le difficoltà di un’annata contraddistinta per il record negativo delle precipitazioni incide sul peso dei grappoli ma non penalizza la qualità. Tomasi (direttore del Prosecco Superiore di Conegliano Valdobbiadene Docg): «Questa annata dimostra la grande capacità della vite si sopportare le difficoltà climatiche e con un po' di pioggia e di escursioni termiche notturne possiamo recuperare livelli di aromaticità da grandi annate». Continua l’impegno del Consorzio sul fronte sostenibilità con tre progetti virtuosi

Mentre gli occhi sono puntati al cielo in attesa delle tanto sospirate piogge, per guadagnare quella componente di aromaticità che potrebbe segnare il passo per un’altra buona annata, il Consorzio del Prosecco Superiore di Conegliano Valdobbiadene guarda al futuro e alla realizzazione di nuovi progetti.

Il primo obiettivo da mettere a segno già dal prossimo autunno è il biodistretto, il terzo del Veneto. Gli altri lavori in corso riguardano la sperimentazione di una glera resistente, cui saranno presto dedicati due vigneti da tenere sotto osservazione, e la mobilità sostenibile, un progetto che intende eliminare il traffico di mezzi pesanti tra le colline Unesco, razionalizzare le spedizioni di vino e migliorare la qualità dell’ambiente e la vivibilità enoturistica. Di tutto questo parliamo con il direttore del Consorzio, Diego Tomasi.

Recupero aromatico

Cominciamo intanto dalla vendemmia, ormai di stretta attualità. Qual è l’impatto dello stress idrico e termico sul vigneto, sulla quantità e qualità delle uve? Possiamo già fare delle previsioni vendemmiali?

Grappolo di Glera

Certo. Le previsioni si basano su dati aggiornati a ieri, 10 di agosto. Abbiamo visto che la composizione delle uve è sorprendentemente identica per livelli di zuccheri e acidità a quella dell’anno scorso, ma con quindici giorni d’anticipo. Questo ci fa capire la grande capacità di adattamento che ha la vite di sopportare elevate temperature e carenza idrica. Ci conforta molto, oggi, vedere che la macro composizione sia in linea con l’ottima annata del 2021, però non dobbiamo illuderci perché per la componente aromatica c’è bisogno di notti fredde e se finalmente arrivasse un po’ di pioggia recupereremmo un po’ di peso, perché effettivamente adesso il grappolo pesa poco, e in secondo luogo rallenteremmo la maturazione a vantaggio dell’escursione termica notturna, fondamentale per la sintesi aromatica. Quindi a oggi la macro composizione c’è, l’equilibrio zuccheri e acidità è ottimo, manca solo la componente aromatica che si accumulerà da adesso in avanti.

Mobilità sostenibile

Bene, parliamo di progetti. Avete diverse novità in ballo, ad esempio la mobilità sostenibile. In cosa consiste esattamente?

Il progetto di mobilità sostenibile prende spunto dall’iniziativa realizzata nelle Langhe, in particolare nelle aree di Barolo e Barbaresco, avviata già due anni fa partendo dalle stesse necessità che ha il nostro territorio e cioè evitare che queste colline così delicate siano attraversate da mezzi pesanti, camion e pullman che transitano su strade strette, a volte creando dissesto e inquinamento. L’altro motivo è che vogliamo sempre di più la presenza di turisti e ciclisti, quindi partendo dall’esperienza piemontese abbiamo incaricato la stessa ditta, Ecolog, che ha cominciato a fare lo studio di fattibilità sul nostro territorio. Il Consorzio sta fornendo dati utili per l’analisi, ad esempio il numero e la dislocazione delle cantine, il volume d’affari, la frequenza di spedizioni e consegna delle merci. L’obiettivo è di creare una piattaforma che diventerà l’interfaccia unica delle cantine per spedizioni e consegne. Ad esempio, se devo inviare dieci bancali la piattaforma mi indicherà il giorno e l’orario in cui passerà il camioncino elettrico che porterà la merce al centro logistico di smistamento e spedizione. Questo sistema alleggerirà l’impatto sull’ambiente e renderà il nostro territorio più vivibile, salubre e sicuro, anche per l’enoturista e i ciclisti.

Il terzo Biodistretto

Una iniziativa che giunge a compimento è invece quella del biodistretto. Sarebbe il terzo del Veneto.

Esatto, oggi il Veneto ha già due biodistretti del vino: i Colli Euganei e il Lison Pramaggiore, questo vuole essere invece il biodistretto del Conegliano Valdobbiadene. Per diventare un biodistretto bisogna avere almeno un 2% in più di agricoltura biologica rispetto al valore regionale, noi siamo già a posto con i numeri, avendo un 7% di agricoltura bio, che comprende anche la viticoltura. Così adesso stiamo preparando la documentazione per fare la richiesta in Regione a metà settembre in modo che il biodistretto possa realizzarsi aentro ottobre e sfruttare subito la possibilità di partecipare a bandi dedicati, già il prossimo novembre. I partner sostenitori sono 40 aziende, non solo vitivinicole, e c’è molto entusiasmo per un’altra dimostrazione che il nostro territorio è sostenibile e salubre e ha un’alta qualità dell’ambiente.

Glera resistente verso la fase di pieno campo

Un’ultima domanda sul progetto della glera resistente. Ci può dare qualche anticipazione?

Certo. Resistente vuol dire cercare di ottenere una varietà il più simile possibile al vitigno nobile, in questo caso la glera, incrociandolo con un’altra che sia resistente alla peronospora e all’oidio. Le varietà utilizzate per l’incrocio hanno un genoma americano. Questo avviene con gli stessi metodi che si usavano cent’anni fa, accelerando solo il processo di selezione per vedere se quella piantina ha effettivamente il marcatore molecolare per la peronospora e l’oidio, cercando dunque di ottenere un nuovo individuo che abbia un 98% di “sangue” del genitore nobile, la glera, e un 2% di sangue americano che contiene il gene della resistenza. Il Consorzio sta lavorando al progetto con i vivai cooperativi di Rauscedo, il quale ci ha già messo a disposizione la prima glera resistente così in autunno impianteremo i primi due vigneti sperimentali, uno verso Conegliano l’altro verso Valdobbiadene. Contiamo di studiare in quattro-cinque anni il reale adattamento di questa varietà al nostro ambiente. Aggiungo che da quest’anno l’Unione Europea autorizza l’uso fino a un 15% di varietà resistenti all’interno di Doc e Docg, così quando l’Italia e la Regione Veneto le autorizzeranno saremo pronti per utilizzare questo 15%. Ma l’obiettivo è di piantare la varietà resistente in luoghi sensibili, esempio lungo strade, piste ciclabili, etc, escludendo i luoghi iconici, poichè anche se limitato al 2% la presenza di “sangue” americano rende un pochino diverso il vitigno ottenuto rispetto alla glera originaria.

Testo e foto di Massimiliano Rella

Stress idrico e termico, la resilienza della Glera - Ultima modifica: 2022-08-13T08:43:45+02:00 da Lorenzo Tosi

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