L'Italia da bere piace nel mondo, dove crescono le vendite non solo di vini, ma anche di liquori, distillati e aceti. «La differenza - sottolinea Federvini - l'hanno fatta soprattutto i vini, gli spiriti e gli aceti, che insieme rappresentano circa il 24% del food and beverage nazionale. E sull'andamento delle esportazioni il vino italiano ha avuto un'incidenza più che doppia». I vini Dop e Igp sono i preferiti, ma sono ottime anche le performance nel comparto acquaviti e liquori. Gli aceti rimangono stabili e spiccano soprattutto negli Stati Uniti, Germania e Francia. Il dettaglio dell'analisi di Federvini (Federazione Italiana Industriali Produttori, Esportatori ed Importatori di Vini, Acquaviti, Liquori, Sciroppi, Aceti ed Affini) mette in evidenza in particolare:
- le esportazioni di vini Dop sono cresciute in valore del +13%, contro il +4% dell'aggregato vini e mosti nel suo complesso;
- la quota export cumulata di Dop e Igp ha raggiunto una incidenza superiore al 50% sui 5 miliardi 895 milioni dell'export 2018 aggregato;
- molto brillante la performance del comparto delle acquaviti e liquori, che ha sfiorato la quota di un miliardo di euro, con una spinta del +24% sull'anno precedente (una spinta tanto più importante perché veniva già dall'interessante +14,4% registrato nel 2017).
Boscaini: «Decisivo il ruolo della promozione»
«I dati dei primi 11 mesi del 2018 - commenta Sandro Boscaini, Presidente di Federvini - mostrano un bilancio lusinghiero per l'export di vini, acquaviti e liquori con la prospettiva che questi dati possano ulteriormente migliorare sui 12 mesi».
«Si tratta di un’ulteriore conferma – conclude - che la promozione gioca un ruolo importantissimo per far percepire il valore, la qualità e la varietà dei prodotti che gli operatori del vino e degli spiriti con i loro forti marchi e credibili denominazioni portano nei mercati di tutto il mondo. Questo è il segno distintivo del genius loci italiano».
Il rilancio di Qualivita
Se 5,8 miliardi di export vi sembravano pochi, ci pensa Qualivita a rilanciare. Superano infatti i 6,2 miliardi di euro le esportazioni di vino italiano nel 2018 per una crescita in valore del +3,3% rispetto al 2017, a fronte di un calo del -8,1% in quantità. Secondo le elaborazioni dell'Osservatorio Qualivita Wine su dati Istat, in termini di valore le esportazioni hanno segno positivo in tutti i principali mercati di destinazione: dal +4% di Usa e Germania, fino al +10,1% della Francia e il +7,5% della Svezia.
«C'è un aumento - sottolinea il presidente di Federdoc Riccardo Ricci Curbastro - nella remunerazione del vino made in Italy a denominazione che interessa tutta la filiera a partire dai viticoltori, primo baluardo del sistema». Nella "Top ten" si riscontra una lieve flessione solo per Giappone (-0,6%) e Danimarca (-5,9%). Anche Cina e Russia mostrano un freno per l'export vinicolo made in Italy (-2,4%), mentre trend relativi importanti si riscontrano in Polonia (+23,3%), Australia (+18,5%), Corea del Sud (+14,6%).
Il 61% dell'export vinicolo italiano in valore è destinato in Europa (+3,2%), il 31% in America (+3,3%), il 7% in Asia (+2,4%).