Vini coraggiosi con la stessa forte personalità di chi li produce

Una nuova rubrica di VVQ, Vigne, Vini & Qualità dedicata ai "vini coraggiosi"

Vini coraggiosi, una nuova rubrica di VVQ
Naturali, biodinamici o comunque alternativi sono le categorie più ricercate nell’e-commerce. VVQ dedica più attenzione ai “vini coraggiosi”: solo mito o frutto di competenza tecnica?

Eclettici, anarchici, estrosi, integralisti, diversi, sorprendenti, non convenzionali. sono i vini coraggiosi

Più cercano di sfuggire alle definizioni e più servono aggettivi.
Utili per attribuire qualità valide sia per viticoltori che, per necessità o per scelta, coltivano e vinificano seguendo progetti che non ammettono compromessi sia per i vini che, in virtù di scelte spesso estreme, finiscono per manifestare la stessa forte personalità di chi li ha creati.

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Vini coraggiosi, il vantaggio della riconoscibilità

E in fondo è questo il motivo del successo dei vini coraggiosi. Perché in un’epoca fluida e ambigua in cui anche le aziende più affermate devono investire con assiduità per rafforzare la brand awareness, la propria riconoscibilità, questi vini spiccano invece per la forte carica identitaria.

Tanto che, anche durante l’emergenza Covid 19, i vini che hanno sofferto meno il lockdown appartengono proprio a questa categoria che legalmente “non esiste”: quella dei vini naturali o comunque dei vini alternativi.

Articolo pubblicato sul numero 6/2020 di VVQ

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La conferma più pronta viene da internet: la ricerca “vini naturali” sui motori di ricerca restituisce oggi 10,3 milioni di link, il triplo di quella dei “vini biologici”. In effetti nei mesi in cui è il commercio digitale ha recitato gioco forza un ruolo decisivo questi vini hanno guidato le scelte dei consumatori 4.0 consentendo di caratterizzare l’offerta dei siti di e-commerce più reattivi.

La vinificazione e affinamento in anfora è una tecnica molto utilizzata nel movimento dei vini naturali

Vini coraggiosi, i più cliccati di Tannico

È successo così, ad esempio, per Tannico.it. Sito leader del commercio elettronico di vino, di cui è stata recentemente acquistata una quota del 49% da parte di Campari e che, da circa un anno, ha creato la cliccatissima categoria dei “vini coraggiosi” mettendo insieme vini naturali e biodinamici, le selezioni “Tripla A” di Luca Gargano, quelli prodotti da viticoltura eroica e pure il frutto delle lunghe macerazioni o delle fermentazioni in anfora.

Un insieme eterogeneo di etichette che, come dichiara lo stesso sito, «sono più difficili da concepire e da fare: a volte ci vuole più impegno, a volte più fatica, a volte una mente aperta, sempre ci vuole il coraggio di seguire fino in fondo le filosofie da cui nascono».

La componente “umana”

Vini estremi che, a diverso titolo, puntano a rafforzare la componente “umana” del terroir rinunciando a innovazioni tecniche come agrofarmaci, fertilizzanti, coadiuvanti enologici, la meccanizzazione (nei vigneti eroici) con l’intento dichiarato di consolidare la sostenibilità del proprio sistema produttivo.

Un messaggio green recepito dai consumatori più sensibili: a convincere Tannico a puntare sui “coraggiosi” è stata infatti un’indagine su 100mila utenti, compiuta dallo stesso sito, da cui è emerso che queste sono le etichette più ricercate dai millennial e dalle consumatrici, i due segmenti di mercato più in evoluzione.

«Una crescita che è continuata anche quest’anno – conferma Marco Magnocavallo, Ceo e co-fondatore del sito – coinvolgendo anche territori più tradizionali per la viticoltura nazionale».

Marco Magnocavallo

Se agli inizi queste produzioni erano infatti concentrate soprattutto nelle aree non caratterizzate da forti denominazioni d’origine, oggi nel catalogo di Tannico vanno forte, come informa Magnocavallo, anche produzioni piemontesi, siciliane, friulane e laziali.

Una crescita che riguarda soprattutto la sottocategoria dei vini naturali che presto, anche nel catalogo di Tannico, brillerà di luce propria emancipandosi dagli altri “coraggiosi”.

Poche ricerche

Un’onda lunga che non convince l’Accademia: secondo molti studiosi le autodichiarazioni (i naturali rifuggono dalle certificazioni) di maggiore qualità e soprattutto di maggiore sostenibilità sono solo miti non comprovati da ricerche specifiche.

Studiosi che rinfacciano anche la frequenza di deviazioni organolettiche che non sarebbero tollerate per altre categorie di vini. Ma l’epoca dei vini “che puzzano” sembra stia per tramontare anche dall’orizzonte dei naturali. “Vini Veri”, una delle associazioni più influenti di questo movimento porta infatti avanti l’impegno di migliorare il livello di queste produzioni sostenendo e associando solo produttori che sappiano coniugare qualità, rigore e sostenibilità.

E anche la ricerca scientifica appare negli ultimi anni più aperta all’eterodossia dei “coraggiosi”. Un recente lavoro coordinato dall’Università di Bologna (Giuseppina Paola Parpinello et al. su Food Chemistry 283/2019) ha ad esempio indagato gli effetti della gestione biodinamica e biologica sui parametri chimici e sensoriali di Sangiovese prodotti in Romagna nelle stesse condizioni pedoclimatiche.

Giuseppina Paola Parpinello al centro tra i colleghi del Dipartimento di Scienze e Tecnologie AgroAlimentari dell'Università di Bologna (da sin) Luigi Ragni, Andrea Balducci, Arianna Ricci, Andrea Versari e
Marina Serantoni

Dimostrando che le caratteristiche dei vini prodotti tendono ad essere simili dopo il primo anno di conversione, indicando così che il metodo biodinamico può produrre Sangiovese di alta qualità.

Razionale e no

Conferme razionali utili per i produttori e che VVQ, in virtù della sua missione, utilizzerà da questo numero in poi per dare spazio ad una rubrica dedicata ai vini coraggiosi. Conferme forse non necessarie per convincere i consumatori. Perché nella nostra cultura, sin dai tempi dei riti dionisiaci, il vino non è il territorio della mente, ma dello spirito.

Un simbolo di vitalità capace di mettere in collegamento l’uomo con le forze naturali e autorizzato a stravolgere le nostre strutture logiche, morali e sociali. Il successo dei vini naturali dimostra che qualcosa di questa concezione è rimasta: chi li consuma non è spinto solo dal piacere edonistico, ma dalla voglia di capire, di essere messo in contatto con il produttore attraverso il suo vino. Più aumenta la lontananza dei luoghi di consumo e più aumenta questa ricerca di contatto. Più cresce la corsa a classificare il vino e più aumenta il successo delle produzioni inclassificabili.


I vini coraggiosi

Vini naturali. Realizzati a partire da uve biologiche o biodinamiche, con sola fermentazione spontanea, senza aggiunta di coadiuvanti, fatta eccezione per piccole quantità di SO2, senza procedimenti invasivi. Non sono definiti da alcuna legislazione nè certificati da organismi accreditati.
Esistono diverse associazioni che hanno messo a punto protocolli e disciplinari (www.viniveri.net; www.vignaiolieterritori.itwww.vinnatur.org).

Vini biodinamici. Si rifanno ai postulati di Rudolf Steiner e puntano al rispetto della biodiversità, del corso della natura e in particolare delle fasi lunari oltre all’impiego di preparati biodinamici (come il cornoletame). Il movimento che si rifà a Demeter è certificato dalla stessa associazione internazionale (https://demeter.it). In Italia è attivo anche il movimento della agricoltura biodinamica moderna (www.viticolturabiodinamica.it).

Tripla A. Selezione di etichette messa a punto da Luca Gargano, importante importatore e distributore di vini con il marchio Velier a partire dal 2003. L’obiettivo era quello di sfuggire a produzioni standardizzate ricorrendo solo a produzioni di Agricoltori-Artigiani-Artisti in grado di conservare un rapporto diretto tra vignaiolo e vite. Ha ispirato la crescita del movimento del vino naturale in Italia (www.triplea.it).

Viticoltura eroica. Secondo il Centro di Ricerca per la Viticoltura Montana (www.cervim.org) per far parte degli “eroi” un vino deve soddisfare almeno uno dei questi criteri: pendenza superiore a 30°, altitudine superiore ai 500 metri; terrazze e gradoni; luoghi remoti come piccole isole, pendii ripidi, ghiacciai, terreni lavici o sabbiosi: una sfida per i viticoltori più preparati e motivati.

Vini in anfora e lunghe macerazioni. Molti vini naturali sono prodotti con queste tecniche.  L’anfora in virtù della costante micro-ossigenazione senza cedere sentori che consente anche lunghissimi affinamenti e vinificazioni estreme. I macerati nascono da uve bianche, ma sono fatti come i rossi, mantenendo le bucce a contatto con il mosto per un periodo che va da poche ore a mesi interi per sviluppare sentori inconsueti.  Non tutti i macerati diventano Orange Wine, dal tipico colore ambrato, ma solo quelli in cui le bucce rimangono a contatto per più tempo.


Vodopivec e la scommessa della Vitovska in purezza

Fermentazione naturale con lieviti autoctoni. Lunga macerazione sulle bucce con numerose follature giornaliere. Prolungati affinamenti in botte e in anfora.

Paolo Vodopivec è l’artefice della riscoperta e rilancio della Vitovska, vitigno a bacca bianca autoctono di una zona difficile come il Carso, in Friuli Venezia Giulia. È stato tra i primi a vinificarlo in purezza, coltivando e vinificando secondo i dettami dei vini naturali. Anche in vigneto adotta alte densità e zero forzature. In poco più di 15 anni ne ha ricavato uno dei più preziosi bianchi macerati italiani, oggi proposto in 4 diversi versioni derivate da precise selezioni in vigneto.

Paolo Vodopivec e la sua Vitovska del Carso

Un’esperienza di successo che ora è diventata l’emblema di Vini Veri. Da gennaio Vodopivec è infatti subentrato a Giampiero Bea come presidente del consorzio che è tra i pionieri del movimento dei vini naturali.

Tocca a lui difendere le significative conquiste ottenute in questi anni dal Consorzio come l’autorizzazione a poter indicare in etichetta diciture come: “Dall’uva alla bottiglia senza aggiunta di altre sostanze ammesse per uso enologico”, l’impegno a coniugare sostenibilità e qualità e magari lo sforzo per giungere alla sintesi tra le numerose associazioni che compongono la realtà dei vini naturali in Italia. Una frammentazione che rappresenta forse il maggiore punto di debolezza per questo movimento.

Vini coraggiosi con la stessa forte personalità di chi li produce - Ultima modifica: 2020-10-20T14:55:49+02:00 da Lorenzo Tosi

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