I soliti internazionali, la preferenza per i bianchi, ma anche l’arrembante crescita dei vitigni territoriali. Le mutevoli preferenze dei consumatori guidano le scelte per le varietà da impiegare per i nuovi impianti. Quali sono quelle emergenti? Pinot grigio, Glera, Sangiovese: sono sempre loro le più gettonate nel vigneto Italia.
I dati aggiornati sulla produzione vivaistica registrano infatti una disponibilità, per le messe a dimora tra fine 2016 e inizio 2017, di 23,6 milioni di talee innestate di Glera (metà circa di categoria certificato, metà di categoria standard); 18,7 milioni di barbatelle di Pinot Grigio (con una predominanza di certificato); 12,1 milioni per il Sangiovese. Segue a un passo dal podio lo Chardonnay con 10,6 milioni (quasi tutti certificati), staccati tutti gli altri vitigni. Che sono però, a sorpresa, capitanati dal Primitivo che, con 5,9 milioni di barbatelle, ha superato di slancio vitigni internazionali come Merlot e Moscato. La buona stella del rosso pugliese si è però accesa di riflesso, soprattutto grazie alla scoperta di un’identità genetica sovrapponibile a quella dello Zinfandel californiano.
Segnali di una scarsa fantasia nel rinnovo varietale del vigneto italiano?
L’ARTICOLO COMPLETO E’ PUBBLICATO A PAGINA 40 DEL NUMERO 1/2017 DI VVQ (GENNAIO).