Flavescenza dorata, due o tre trattamenti?

Scaphoideus titanus, vettore di Flavescenza dorata
Se non si contrasta la presenza del vettore Scaphoideus titanus nel vigneto, l'incidenza della fitoplasmosi della flavescenza dorata decuplica: lo evidenziano alcune recenti esperienze di controllo. La strategia prevede di effettuare il secondo trattamento entro fine luglio, ma in alcuni casi conviene effettuarne un terzo

La flavescenza dorata è la più grave malattia da fitoplasmi della vite in quanto in grado di causare la riduzione della vitalità delle viti e di ridurre anche la produzione e la qualità dei vini.

In assenza di misure di controllo la malattia si può diffondere rapidamente e, nel giro di qualche anno, può interessare un intero vigneto.

Se non si interviene, la flavescenza dorata decuplica

Caratteristici ingiallimenti e accartocciamenti fogliari su vite in seguito a infezione
di Phytoplasma vitis agente causale
di flavescenza dorata (foto Bugiani)

La flavescenza dorata è una malattia complessa che coinvolge tre elementi:

  • il fitoplasma che la causa (Phytoplasma vitis)
  • gli insetti vettori che trasmettono la malattia tra le piante ospiti (principalmente Scaphoideus titanus, e in misura molto inferiore Dictyophara aeuropaea, Oncopsis alni, Orientus ishidae);
  • le piante ospiti che fungono da serbatoio del microrganismo (Vitis spp, Alnus glutinosa, Clematis vitalba).

Nelle regioni in cui la malattia è presente, la sua gestione è strettamente legata con quella del vettore predominante (S. titanus).

I focolai in vigneti produttivi sono infatti legati sia alla presenza del fitoplasma nella vite sia di elevate popolazioni di sfoideo. Esperienze in corso mostrano che, in assenza di misure di controllo del vettore, si può avere un aumento di incidenza della malattia fino a 10 volte maggiore.

Quando intervenire contro il vettore

La scelta del momento in cui eseguire i trattamenti è la chiave del successo nella gestione delle popolazioni di S. titanus nel vigneto.

L’insetto vettore è presente sulla vite dallo stadio di neanide (maggio) fino a quello di adulto (luglio-ottobre) e trasmette il fitoplasma da una vite ad un’altra con estrema velocità, alimentandosi dal quarto stadio giovanile fino alla fase di adulto.

Pertanto, al fine di rallentare la diffusione della malattia è necessario una buona gestione del vettore su scala territoriale. Il primo trattamento obbligatorio si esegue entro il 25 giugno e comunque non prima della completa sfioritura della vite e dopo avere sfalciato le eventuali erbe spontanee fiorite sottostanti la coltura; il secondo, invece, entro e non oltre il 31 luglio.

Tratto da L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Le sostanze attive

Al fine di ottimizzare la difesa aumentando la selettività nei confronti degli organismi utili, riducendo l’insorgenza di resistenze e tenendo conto del meccanismo d’azione dei prodotti, è consigliabile effettuare il primo trattamento con le s.a. acetamiprid o flupyradifurone (da applicare il più precocemente possibile) e riservare il secondo trattamento agli abbattenti (etofenprox, lambdacialotrina, acrinatrina e taufluvalinate).

Per le aziende in agricoltura biologica e nei vigneti nei quali è stata riscontrata una presenza significativa di scafoideo si consiglia l’esecuzione di un terzo trattamento con prodotti a base di Beauveria bassiana, piretrine, sali potassici di acidi grassi, azadiractina e olio essenziale di arancio dolce. In questo caso eseguire i 3 trattamenti con un intervallo di circa 1 settimana l’uno dall’altro.


Interventi agronomici anti flavescenza dorata

Per migliorare l’efficacia insetticida può essere utile cimare e sfoltire la vegetazione, in modo da escludere la presenza di germogli ricadenti nell’interfilare o a terra.

Queste operazioni vanno effettuate almeno due o tre giorni prima del trattamento, in modo da permettere la risalita sulle viti delle forme giovanili di S. titanus cadute a terra.

Si consiglia anche di effettuare la spollonatura con 3 giorni di anticipo rispetto al trattamento, in modo da abbattere anche le forme giovanili in risalita dal suolo. Per salvaguardare le api e l’entomofauna pronuba, si consiglia di effettuare i trattamenti nelle ore serali quando l’attività dei pronubi è limitata o assente.

Si sottolinea che sono vietati i trattamenti:

  • con insetticidi, acaricidi o altri prodotti fitosanitari che riportano in etichetta specifiche frasi relative alla loro pericolosità per le api e gli altri insetti pronubi,
  • durante il periodo della fioritura dalla schiusura dei petali,
  • alla caduta degli stessi.

Tali trattamenti sono inoltre vietati in presenza di fioriture delle vegetazioni spontanee sottostanti o contigue alle coltivazioni, tranne che si sia provveduto preventivamente all’interramento delle vegetazioni o alla trinciatura o sfalcio con asportazione totale della loro massa, o si sia atteso che i fiori di tali essenze si presentino essiccati in modo da non attirare più le api e gli altri insetti pronubi (L.R. n. 2/2019).

Flavescenza dorata, due o tre trattamenti? - Ultima modifica: 2023-07-11T11:33:42+02:00 da Lorenzo Tosi

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