Oltre trecento lieviti per arrivare ad averne due soltanto e cinque anni di ricerca tra selezioni, micro-vinificazioni, degustazioni per scremare il campione iniziale e ripartire fino a restringerlo per esclusione.
SelfYeast, più autoctono di così!
Il progetto SelfYeast promosso e autofinanziato dai produttori di Nas-cëtta del Comune di Novello apre adesso nuove prospettive per caratterizzare ancora di più questo particolare vino bianco soprannominato “regina delle Langhe”, un gioiello enologico di appena 80mila bottiglie prodotte a Novello (Cuneo), già terra di Barolo.
Un tesoro riscoperto
Riscoperto a metà anni ’90, quando cominciarono a vinificarlo due aziende “pioniere” (la Elvio Cogno e in seguito la cantina Le Strette), il vitigno autoctono Nas-cëtta ha una storia a lieto fine.
Rischiava di sparire perché è una varietà dalla produzione incostante, mutevole di anno in anno, oggi invece è vinificata e promossa da un gruppo coeso di 12 cantine; quelle che possono rivendicare l’etichetta del Langhe Doc Nas-cëtta del Comune di Novello, l’unica sottozona che da disciplinare può indicare il nome del vitigno (e del suo territorio d’elezione), grazie a una modifica del 2010, che ha comportato regole più strette rispetto ad altre “Nascetta” prodotte fuori zona: 90 quintali/ettari anziché 110; vitigno in purezza al 100% anziché all’85%; coltivazione esclusiva nel comune di Novello.
Un bianco identitario in terra di grandi rossi
Ne parliamo in questa video intervista a cura di Max Rella con il produttore Valter Fissore, pioniere già dal ’94 e attuale presidente dell’Associazione Produttori Nas-cëtta del Comune di Novello. Una testimonianza importante anche per scoprire le potenzialità di invecchiamento di questo vino bianco molto identitario, nato in terra di grandi rossi.