A più di un anno dall'esplosione del conflitto in Ucraina, superate le analisi a caldo che ipotizzavano un rapido ritorno alla normalità, anche il mondo del vino italiano si attiva per dare corpo a progetti di solidarietà verso l'enologia e l'enoturismo in Ucraina, dove erano 41.300 gli ettari vitati per una produzione totale di 1,33 milioni di ettolitri.
Oltre 180 i vitigni coltivati: fra gli autoctoni il Telti Kuruk e Odessa Chornyi, ma anche vitigni internazionali, fra cui georgiani e moldavi, che si adattano bene alla viticoltura ucraina.
Progetto per il rilancio delle Strade del Vino dell'Ucraina
In questo contesto è stato presentato da Città del Vino un progetto per il rilancio per le Strade del Vino dell’Ucraina.
Dai Colli Euganei è partita la proposta per la ricostruzione dei territori rurali martoriati dalla guerra attraverso la rinascita dei percorsi enoturistici organizzati e la loro valorizzazione in chiave turistica.
Partendo proprio dalla valorizzazione dei vitigni autoctoni. Gli areali più interessati sono nella regione della Trascarpazia che confina con la Slovacchia e soprattutto nelle zone meridionali vicino ad Odessa, e l'area a zona a sud del fiume Dnieper, vicino a Kherson, dove il conflitto ha impattato in maniera fortissima.
L'idea è partita dall'Associazione nazionale Città del Vino
L'idea, come detto, arriva dall’Associazione nazionale Città del Vino. Le sette Strade del Vino dell’Ucraina erano nate nel 2018, dimostrandosi subito funzionali e strategiche per la valorizzazione di luoghi, paesaggi e prodotti, tanto da essere state presentate, prima della pandemia, come prodotto turistico alla Bit - Borsa Internazionale del Turismo di Milano.
Una strategia per il recupero dei territori martoriati
La proposta si ispira a quanto fatto dall’Università Iuav di Venezia, che ha elaborato una strategia di recupero di territori martoriati dalla guerra.
Il Cluster Cultland “Cultural landscapes - Cultural Landscapes” promuove lo sviluppo di Network per realizzare azioni solidali concrete verso la produzione vitivinicola ed il turismo enogastronomico ucraino.
Rigenerare le aree rurali a vocazione vinicola
L'appello per un sostegno all’Ucraina è partito da Olena Motuzenko, presidente della rete Nazionale enogastronomica turistica delle Strade del vino e gusto dell’Ucraina, e visiting professor Università Iuav di Venezia.
La proposta rivolta agli operatori enogastronomici italiani punta alla rigenerazione delle aree rurali ucraine legate alle produzioni vitivinicole attraverso il trasferimento delle esperienze sviluppate in Italia sul fronte del turismo solidale a supporto delle filiere legate alle produzioni agricole tradizionali.
Un aiuto soprattutto per i piccoli produttori ucraini
"Si tratta di dare una risposta immediata, forte e concreta, ai tanti territori rurali compromessi dagli eventi bellici sulla scorta della solidarietà verso questo Paese e sulla base delle esperienze e professionalità sviluppate in questo settore", sottolinea il presidente di Città del Vino, Angelo Radica.
"Un progetto che concretamente è in grado sostenere i piccoli produttori ucraini martoriati dal conflitto – evidenzia la professoressa Motuzenko – partendo dalla cultura, dal paesaggio e dalla produzione vitivinicola: importante per molte aree rurali, essere pronti per ripartire dal punto di vista sociale ed economico".
Quattro vitigni storici dei Colli Euganei arruolati per la missione
Nel frattempo quattro barbatelle di vitigni storici dei Colli Euganei, il Dorona, Turchetta, Corbina e Pattaresca, sono state simbolicamente affidate ad un anziano viticoltore ucraino, Anatoli Bolzovsky, costretto a lasciare i suoi vigneti vicino a Kherson, e attualmente ospitato a Teolo.
L'iniziativa ha visto protagonista il Consorzio di Tutela Colli Euganei guidato da Marco Calaon, che in sinergia con il Gruppo di Ricerca Ampelografica Sostenibile per la Preservazione della biodiversità viticola ha avviato un progetto di recupero e valorizzazione di antichi vitigni autoctoni.
La buona pratica è quella messa in pratica per le Cinque Terre
La prima proposta potrebbe essere, alla luce della firma dell’accordo di gemellaggio tra Venezia ed Odessa, “di allargare questa visione a tutta l’area regionale – spiega Giovanni Verzini, consigliere nazionale di Città del Vino -, coinvolgendo territori, Strade ed istituzioni, attivando confronti concreti tra produttori in chiave enogastronomica e turistica, creando legami, sinergie e progetti di solidarietà".
Si tratta di una cosa fatta in passato anche per altre realtà come le Cinque Terre a seguito delle devastazioni causate dei violenti nubifragi; in quel caso si sono messe in moto una serie di azioni virtuose a livello internazionale per il recupero delle aree terrazzate e dei muretti a secco”.
Coinvolgere la rete europea delle Città del Vino
Giovanni Verzini propone il coinvolgimento diretto dei comuni legati alle Strade del Vino Ucraine alla rete europea delle Città del Vino RECEVIN, che ha come prima mission l’incremento dell’enoturismo, anche con il supporto di AREV, l’Assemblea delle Regioni Viticole Europee, da sempre impegnata nel rafforzamento delle relazioni con gli altri organismi internazionali del vino che operano a livello comunitario.
“L’auspicio – conclude il presidente di Città del Vino Radica – è che questo progetto, proiettato fin da ora a dopo la fine del conflitto, possa trasferire organizzazione e competenze tese a far ripartire attrattività ed economia nei territori rurali dell’Ucraina. Il vino è un grande ambasciatore di cooperazione internazionale, e dal vino e dalle sue Strade, può ripartire un progetto solidale di rilancio e di ricostruzione".