Oltre 6,5 milioni di ettolitri di vino sono fermi nelle cantine in Puglia per effetto della chiusura di ristoranti, bar ed enoteche in Italia e all’estero per l’emergenza da Covid-19.
La chiusura, perdurante ormai da un anno, ha fatto crollare i consumi fuori casa con gravi difficoltà per il comparto vitivinicolo pugliese, in particolar modo per i vini a indicazione geografica, quelli a maggior valore aggiunto. 6,5 milioni di ettolitri di vino corrispondono praticamente al 10,6% dei 61,4 milioni di ettolitri in giacenza in tutta Italia.
Una giacenza nazionale superiore dello 0,7% rispetto a quella del 31 dicembre 2020 (453.988 hl in più) e del 3,6% rispetto a quella del 31 gennaio 2020 (2.110.574 hl in più). È quanto denuncia Coldiretti Puglia, chiedendo misure tempestive per sbloccare la difficile situazione che grava sulle cantine.
La situazione giacenze in Italia
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Muraglia: «Subito la distillazione di emergenza»
«In questa drammatica situazione per il comparto non bisogna perdere altro tempo – avverte il presidente di Coldiretti Puglia Savino Muraglia –».
«Occorre intervenire con una distillazione di emergenza nelle aree più produttive, con l’obiettivo di togliere dal consumo alimentare vini e mosti a valori paragonabili a quelli di mercato per garantire la sopravvivenza delle aziende, non escludendo il ricorso alla vendemmia verde al fine di prevenire surplus di produzione in caso di annata molto favorevole».
La nuova crescita della diffusione dei contagi fa prevedere l’aggravamento della situazione per il prolungamento delle misure di contenimento. «L’attesa è, quindi, un forte squilibrio di mercato che rischia di vanificare l’impegno di qualificazione dei vitivinicoltori per aumentare il valore delle produzioni e il successo sui mercati internazionali, dove per la prima volta dopo anni le vendite sono risultate in calo del 3%».
Cantele: «Finanziare misure per sostenere il comparto»
Grazie all’azione di Coldiretti sono state adottate varie misure finalizzate a dare liquidità ai produttori e ridurre le giacenze di vini e di uve della nuova vendemmia, afferma il responsabile della Consulta Vitivinicola di Coldiretti Puglia Gianni Cantele.
«Abbiamo ottenuto anche sgravi contributivi, incentivi all’acquisto di vino e prodotti italiani, ma vanno finanziate e promosse altre misure incentivanti per sostenere il comparto. Gli effetti dell’emergenza da Covid-19 si ripercuotono sul comparto del vino che in Puglia, per la prima volta in 30 anni, ha registrato nel 2020 una frenata, oltre che dei consumi interni, anche dell’export».
Con quasi 4 cantine su 10 (39%) che fanno registrare difficoltà a seguito dell’emergenza sanitaria, occorre intervenire rapidamente per sostenere le esportazioni, alleggerire le scorte, ridurre i costi e tagliare la burocrazia, aggiunge Cantele.
«Il comparto ha bisogno di strumenti che semplifichino, siano agili e flessibili e immediatamente fruibili. Chiediamo urgenti campagne promozionali regionali, nazionali e internazionali perché bisogna recuperare spazi e rapporti con i mercati esteri che hanno subito una battuta d’arresto durante il lungo lockdown a causa del Covid-19 e la segmentazione dei canali della distribuzione».
Coldiretti Puglia chiede intervento del Governo
Coldiretti Puglia, prosegue Muraglia, chiede al Governo di «intervenire a livello nazionale con almeno 150 milioni di euro (valore medio 75 euro/ettolitro) attraverso aiuti nazionali vista la mancanza di disponibilità di risorse aggiuntive garantite per la situazione di emergenza da parte della Ue. È una misura che consentirebbe di produrre 25.000 litri di alcol e gel disinfettanti 100% italiani che oggi vengono in larghissima parte reperiti sui mercati internazionali.
La Francia peraltro ha finora messo a disposizione per interventi similari oltre 250 milioni di euro. In gioco c’è il futuro del primo comparto dell’export agroalimentare Made in Italy, che sviluppa un fatturato da 11 miliardi di euro e genera opportunità di lavoro per 1,3 milioni di persone impegnate direttamente in campi, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse e di servizio e nell’indotto che si sono estese negli ambiti più diversi: dall’industria vetraria a quella dei tappi, dai trasporti alle bioenergie, da quella degli accessori, come cavatappi e sciabole, dai vivai agli imballaggi, dall’enoturismo alla cosmetica fino al mercato del benessere».