Partito nell'ottobre 2013

Il nuovo quinquennio dei PNS

Focus su Italia, Francia e Spagna

A metà ottobre, con l’inizio dell’anno finanziario 2014, è partito per i programmi di sostegno del vino un nuovo quinquennio di programmazione, che avrà termine nel 2018. È un esordio che gli Stati membri si apprestano ad affrontare con alle spalle una lunga esperienza: in cinque anni, dal 2009 al 2013, hanno potuto sperimentare misure inedite per l’OCM (gli investimenti, l’assicurazione del raccolto, la vendemmia verde e la promozione del vino nei Paesi terzi), hanno dovuto abbandonarne altre che sembravano inscindibilmente legate con la storia della vitivinicoltura europea (le distillazioni dei vini e l’arricchimento con i mosti concentrati) o comunque scegliere di non attivare quelle per le quali non erano pronti e/o che non ritenevano interessanti (tra queste il sostegno alla costituzione dei fondi di mutualizzazione, che nessuno Stato membro ha finora finanziato).

I Paesi membri al banco di prova

Tutti gli Stati membri si sono dovuti confrontare con le modalità di gestione del nuovo strumento, il programma nazionale di sostegno, che funge da contenitore per il finanziamento di una serie di misure da scegliere in un elenco predefinito. La regola fondamentale del primo pilastro, secondo la quale quanto non speso entro la fine dell’anno finanziario (il 15 ottobre dell’anno in questione) viene irrimediabilmente perso, ha rappresentato un importante banco di prova: sono riusciti ad impiegare la pressoché totalità dei fondi disponibili solo quei  Paesi, tra i quali l’Italia, che hanno saputo tempestivamente riorientare l’elenco delle misure prescelte, rimodulando la distribuzione delle risorse tra le stesse in funzione dei fabbisogni emergenti.

La riprogrammazione

Partendo da questa esperienza, entro il 1° marzo 2013 gli Stati membri hanno dovuto presentare alla Commissione europea i progetti dei prossimi programmi quinquennali, benché i contenuti del nuovo regolamento sull’OCM unica, quello che verrà applicato nell’ambito della PAC 2014-2020, non fossero ancora definiti. I progetti dei programmi 2014-2018 attualmente disponibili, fatta salva la possibilità modificarli sulla base del testi normativi finali, si basano dunque su quanto previsto dall’OCM in vigore, con riferimento sia al menu delle misure finanziabili sia all’entità delle dotazioni nazionali per gli anni finanziari dal 2014 in poi. Dunque, scomparsi gli aiuti alle distillazioni dei vini e all’arricchimento, e definita una volta per tutte la scelta sul pagamento unico, le scelte programmatorie sono state definite sulla base delle sette misure sopravvissute nell’attuale OCM, ovvero la promozione del vino nei mercati dei  Paesi terzi, la ristrutturazione e riconversione dei vigneti, la vendemmia verde, i fondi di mutualizzazione, l’assicurazione del raccolto, gli investimenti delle imprese e la distillazione dei sottoprodotti. Le intenzioni di spesa espresse da Spagna, Italia e Francia danno un’indicazione fondamentale rispetto alle fasi della filiera e al tipo di interventi che verranno prevalentemente sostenuti nell’Unione europea. Non dimentichiamo infatti che questi tre  Paesi insieme decideranno di quasi l’80% dei finanziamenti annuali per il settore.

Italia: potenziare le misure strategiche

Iniziamo con l’Italia, che alla luce dei risultati positivi finora conseguiti, e in attesa dei testi ufficiali della nuova OCM, ha scelto di non stravolgere l’attuale assetto del programma, confermando per il 2014-2018 le sei misure finanziate nel 2013: ristrutturazione e riconversione dei vigneti, promozione dei vini nei  Paesi terzi, investimenti, distillazione dei sottoprodotti, vendemmia verde e assicurazione del raccolto. Confermati anche i criteri di riparto dei fondi: la dotazione nazionale continuerà ad essere distribuita in primis tra le diverse misure individuate e, successivamente, tra le regioni e province autonome, fatta eccezione per le risorse attribuite alla distillazione dei sottoprodotti, all’assicurazione del raccolto e alla quota della promozione gestita a livello nazionale. Nel ripartire i fondi tra le misure si è comunque scelto di potenziare ulteriormente quelle strategiche, per dare ancora più impulso alla competitività del settore, migliorando la qualità della produzione, sostenendo l’adeguamento strutturale della vitivinicoltura al mercato (nella fase agricola e della trasformazione) e incrementando la capacità di penetrazione dei vini italiani nei mercati esteri.

Tra PNS e PSR

Ma stanziare più fondi potrebbe non essere sufficiente. Il potenziamento della ristrutturazione e riconversione dei vigneti e degli investimenti passa infatti anche attraverso una modifica delle linee di demarcazione con analoghe misure finanziate dallo sviluppo rurale. In ballo c’è l’inserimento di nuove voci di spesa nel decreto nazionale sulla ristrutturazione e riconversione, che riporta l’elenco degli interventi finanziabili con l’OCM, ma anche la prospettiva che le regioni spostino ulteriormente le linee di demarcazione degli investimenti a favore della loro realizzazione con il programma di sostegno. Per il momento, tuttavia, viene confermata la situazione vigente. Per quanto riguarda la ristrutturazione e riconversione dei vigneti, la Liguria è l’unica regione a finanziarla nel PSR. Invece nel caso degli investimenti la gamma delle scelte locali risulta estremamente diversificata tra due casi estremi: da un lato le regioni che finanziano tutti gli investimenti vitivinicoli con il programma di sostegno e dall’altro quelle che li fanno ricadere in toto sul PSR o su leggi regionali. Certo è che con la partenza di una nuova PAC, che ridefinisce l’elenco delle misure dei PSR e fa ricominciare un nuovo periodo di programmazione (e quindi di finanziamento) del secondo pilastro, rimettere mano alle scelte di demarcazione tra programma di sostegno del vino e PSR regionali sarà inevitabile.

Spagna: promozione e investimenti

Dopo il 2014, considerato un anno di transizione durante il quale permane l’attuale articolazione del programma, la Spagna intende concentrarsi su quattro misure. L’elenco comprende la promozione del vino nei  Paesi terzi, la ristrutturazione e riconversione dei vigneti, gli investimenti e la distillazione dei sottoprodotti, disciplinati nel regio decreto approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 19 luglio 2013. Tolti i 142,7 milioni di euro che in questa programmazione sono usciti definitivamente dall’OCM per andare ad alimentare il pagamento unico, al programma spagnolo resteranno di fatto a disposizione, su una dotazione annua di oltre 353 milioni di euro, circa 210,3 milioni di euro. Dal 2015, dunque, questi andrebbero per 72,5 milioni di euro (il 35%) alla ristrutturazione e riconversione dei vigneti, per 56 milioni (il 27%) agli investimenti, per 50 milioni (il 24%) alla promozione sui mercati dei  Paesi terzi e per 31,8 milioni (il 15%) alla distillazione dei sottoprodotti. La novità è l’inclusione, a partire dal 2015, dell’aiuto agli investimenti, che ha l’obiettivo di migliorare le condizioni di produzione e commercializzazione dei vini spagnoli. Verranno dunque sostenuti gli investimenti materiali e immateriali negli impianti di trasformazione, nelle infrastrutture vitivinicole e nella commercializzazione del vino in Spagna, ed è prevista anche la possibilità di finanziare investimenti nei Paesi della Ue per migliorare la commercializzazione (punti vendita, sale di esposizione e degustazione, incluse le attrezzature necessarie per l’esposizione e la vendita, sviluppo di reti di commercializzazione, piattaforme web/commercio elettronico, ecc.). La ristrutturazione e riconversione resterà la misura fondamentale e verrà attuata dando priorità ai piani a carattere collettivo. Con questa misura la Spagna stima di ristrutturare una superficie compresa tra 80 mila e 100 mila ettari. Quanto alla promozione, per le attività previste sono considerati ammissibili tutti i Paesi, con priorità per Algeria, Australia, Brasile, Cina, Corea del Sud, Stati Uniti, India, Indonesia, Giappone, Marocco, Messico, Russia, Singapore, Sudafrica, Turchia,  Paesi del Golfo (Arabia Saudita, Kuwait, Bahrein, Qatar, EAU, Oman), Canada, Norvegia e Svizzera. La Spagna non prevede aiuti nazionali per la promozione né per gli investimenti.

Francia: ripartizione sul quinquennio

Nel frattempo la Francia, che quest’anno ha fatto fatica a consumare la dotazione disponibile (al 12 luglio risultava aver speso 104 milioni di euro sui 280,3 assegnati, tanto da dover mettere in cantiere una serie di modifiche alla normativa applicativa delle misure), continuerà a concentrarsi sulle stesse quattro misure. Come la Spagna, ha ripartito gli oltre 280,5 milioni di euro di finanziamenti Ue disponibili ogni anno tra ristrutturazione e riconversione dei vigneti, investimenti delle imprese, promozione nei  Paesi terzi e distillazione dei sottoprodotti. Il conteggio lo ha fatto però sull’intero quinquennio, prevedendo che gli 1,4 miliardi di euro di fondi di risorse comunitarie complessivamente disponibili tra il 2014 e il 2018 andranno per mezzo miliardo, il 36%, alla ristrutturazione dei vigneti, per 450 milioni, il 32%, agli investimenti, per 250 milioni, il 18%, alla promozione sui mercati dei  Paesi terzi e per 200 milioni, il 14%, alla distillazione dei sottoprodotti.   [box title= "2009-2013: anche Lituania e Regno Unito" color= "#c00"] Anche Lituania e Regno Unito, che in precedenza non avevano mai avuto accesso ai finanziamenti dell’OCM vitivinicola, hanno potuto disporre di una propria dotazione, perché considerati nel novero dei Paesi produttori. Ma la Lituania, almeno fino al 2012, non ha mai preso nulla, e il Regno Unito ha scelto di ripartire i fondi a sua disposizione tra sviluppo rurale e pagamento unico. Per la verità diversi Stati membri, oltre al Regno Unito, hanno preferito dirottare le dotazioni dei programmi di sostegno in tutto o in parte verso altri regimi di aiuto, nello sviluppo rurale (la Slovenia, in parte) o nel regime del pagamento unico (Lussemburgo e Malta per la totalità, e Grecia e Spagna solo per una quota), sottraendoli definitivamente alle regole dell’OCM.[/box]   [box title= "Ristrutturazione e riconversione, la misura leader in italia" color= "#c00"] Sulla dotazione del programma nazionale di sostegno l’incidenza congiunta di ristrutturazione e riconversione dei vigneti, investimenti e promozione nei  Paesi terzi, pari al 72% nel 2012, dovrebbe dunque attestarsi nel prossimo quinquennio intorno all’85%, per un totale di 287 milioni di euro impegnati sui 337 disponibili annualmente. La ristrutturazione e riconversione, che nonostante venga applicata dal 2000 continua a riscuotere molte adesioni, resterebbe la misura leader, con uno stanziamento annuo di 140 milioni di euro (che consentirebbe di ristrutturare nel quinquennio 2014-2018 altri 50-60 mila ettari), seguita dalla promozione sui mercati dei Paesi terzi, con poco più di 100 milioni, e dagli investimenti, con 45 milioni di euro. I restanti 50 milioni dovrebbero distribuirsi tra distillazione dei sottoprodotti, assicurazione di raccolto (20 milioni in entrambi i casi) e vendemmia verde (10 milioni).[/box]   [box title= "L’integrazione nazionale" color= "#c00"] Quanto alla possibilità di integrare i finanziamenti della Ue, l’Italia, almeno per il momento, prevede aiuti nazionali e regionali per la promozione e gli investimenti (ovviamente nel rispetto delle regole dell'Unione europea in materia di aiuti di Stato). Nel caso specifico della promozione, la quota di contributo dell’Unione alle attività realizzate, che non deve superare il 50% della spesa ammissibile, può essere portata fino all’80% con fondi nazionali e/o regionali, ma a condizione che l’aiuto integrativo (fino a un massimo del 30%) non venga erogato per progetti presentati da imprese private e/o che contengano azioni dirette alla promozione di marchi commerciali.[/box] Articolo a firma di Franca Ciccarelli - Ismea (Roma)   PER APPROFONDIRE

Le tre grandi a confronto

Se anche l’Italia ha inserito due misure in più di Spagna e Francia, ad accomunare i programmi di sostegno dei tre principali produttori di vino dell’Unione europea (e del mondo) è la scelta di puntare soprattutto sulla ristrutturazione, a cui riservano rispettivamente il 42%, 34% e 36% delle dotazioni nazionali. Le due posizioni successive, anche se occupate comunque da misure strategiche, cambiano leggermente. In Spagna e in Francia secondi per importanza sono gli investimenti, che si ritagliano il 27% e il 32% dei fondi, seguiti dalla promozione (24% e 18%). In Italia invece l’ordine è invertito, con la promozione in seconda posizione (30% della dotazione) e gli investimenti a seguire (13%).

Programma nazionale di sostegno del vino – Ripartizione annuale delle risorse.

In attesa della nuova OCM

Intanto, terminati i lavori del Trilogo tra Parlamento, Consiglio e Commissione, gli Stati membri attendono il testo finale del regolamento sull’OCM unica. Le risorse assegnate ai principali Stati membri produttori dovrebbero essere confermate, invece qualche cambiamento è atteso sul versante delle misure. A lungo si è parlato, ad esempio, di un’estensione della misura della promozione al mercato interno della Ue, anche se con alcune limitazioni. Insomma, gli Stati membri saranno chiamati a riesaminare le proprie scelte programmatorie sulla base del mutato scenario normativo.

Il nuovo quinquennio dei PNS - Ultima modifica: 2013-11-14T00:46:48+01:00 da Redazione

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