Torre di Oriolo spera nella Fase 3

Torre di Oriolo, sull'appennino faentino
Il legame con il territorio è improvvisamente diventato un punto di debolezza durante i lockdown per il Covid 19. Le vendite di vino dell’associazione che raggruppa 9 cantine si sono azzerate. Ma la progressiva riapertura dà nuove speranze per questo angolo di Romagna dove i vigneti disegnano un paesaggio da cartolina

Una piccola oasi enogastronomica nella campagna interna di Faenza (Ravenna) pronta a ripartire e ad accogliere clienti ed enoturisti già in queste settimane, nella speranza di recuperare un po’ di terreno perduto con la vendita diretta di vini e altri prodotti tipici, ma anche di tornare alla “normalità”.
L’Associazione Torre di Oriolo mette in rete una serie di produttori di quest’angolo incantato di Romagna, non troppo distante dal mare, in aperta campagna. Ne fanno parte 9 cantine, 3 agriturismi, 2 ristoranti, 4 aziende di prodotti tipici (frutta, verdura, succhi, confetture, miele, zafferano e formaggi).

«Siamo in un territorio che tramite gli eventi, gli agriturismi, i ristoranti, il turismo itinerante e le cantine vede passare in un anno 30-40mila persone - ci dice il presidente Mauro Altini -. Purtroppo come Associazione che organizza eventi di valorizzazione del territorio abbiamo dovuto fermare tutti gli appuntamenti in programma. Ma abbiamo cercato di stimolare la consegna a domicilio dei prodotti delle aziende associate».

Mauro Altini

L’impatto del Covid 19

In che misura avete riscontrato il calo nelle vendite?

Le vendite per conto dell’Associazione si sono azzerate, le singole aziende hanno subìto delle riduzioni variabili dal 70% al 95%.

Quali sono i vostri principali mercati e come si sono comportati nello specifico?

Per quanto riguarda gli eventi lavoriamo con una clientela locale per piccole manifestazioni, mentre arriviamo a un pubblico regionale e del nord Italia per gli eventi più importanti. Mentre le singole cantine vendono i loro prodotti in Italia e all’estero.

Siete pronti per la vera ripartenza della fase 3?

Assolutamente sì, nonostante alcune difficoltà presenti ovviamente per tutti, nel nostro caso siamo agevolati perché disponiamo di ampi spazi verdi all’interno del parco della Torre di Oriolo, dove il distanziamento sociale si mette in pratica con facilità.

Dove il paesaggio conta come il vino

Il borgo di Torre di Oriolo

Il vostro territorio interno vive anche di turismo enogastronomico. Ce lo può quantificare in termini di ospitalità, vendita diretta, giro d’affari complessivo?

Nel nostro territorio il turismo enogastronomico si caratterizza principalmente come un mordi e fuggi per godere dei paesaggi e fare acquisti attraverso la vendita diretta da parte dei produttori. I casi di soggiorni prolungati rappresentano una parte minoritaria e si concentrano nella stagione estiva.

Spiagge da incubo e campagna da sogno? Si aprono possibilità per voi?

La campagna in questo momento può garantire sicuramente con più facilità i requisiti che ci vengono richiesti per legge. Sarà nostro intento creare soluzioni per stimolare un turismo anche di più giorni con sosta nei nostri agriturismi, stimolando il contatto con la natura attraverso il trekking o il cicloturismo e le visite a paesi e piccoli borghi medioevali facilmente raggiungibili.

Avete pensato a forme di comunicazione e di offerta originale?

Abbiamo pensato a cercare sinergie sul territorio con tutte le attività per essere in grado di proporre un’offerta più variegata e appetibile. Per la comunicazione ci affideremo ai canali consolidati usati finora.

Turismo enogastronomico a Torre di Oriolo
Torre di Oriolo spera nella Fase 3 - Ultima modifica: 2020-05-30T14:28:59+02:00 da Lorenzo Tosi

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