Il Roadshow di Vinitaly si è chiuso con la tappa conclusiva a Seoul, all’High Street Italia, lo showroom del made Italy di Ice, partner di Veronafiere nella campagna di promozione e incoming iniziata il 19 gennaio scorso a Rust, in Austria.
Presenti all’incontro una selezione di top buyer, importatori e stakeholder sudcoreani, oltre a una delegazione di operatori già da tempo in portfolio della manifestazione e che considerano “Vinitaly la piazza fondamentale per conoscere i vini italiani”.
Corea del Sud mercato a potenziale di alta crescita
Un mercato, quello della Corea del Sud, ad alto potenziale di crescita, che dopo l’exploit dell’import a volume segnato nel 2021, con i vini fermi protagonisti di un rimbalzo del +60% sull’anno Covid, registra ora lo scatto degli sparkling tricolori, che anche nel 2022 hanno rilevato un incremento delle importazioni del 25%.
"La Corea del Sud è la piazza emergente forse più interessante al mondo", ha detto il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, in chiusura di evento.
Domanda di vino coreana aumentata del 324%
Evidenziato che quella coreana è una domanda sempre più competente e interessata a tutte le tipologie di vini. Nel dettaglio, il valore delle importazioni totali di vino nel 2022 è stato di circa 565 milioni di dollari, di questi 86 milioni di dollari sono di vino italiano, con un’incidenza di oltre il 15% sul mercato totale.
Rispetto al 2011, anno dell’accordo di libero scambio con l’Ue, la domanda sudcoreana di vino importato è aumentata in valore del 324%.
I vini rossi i più richiesti ma il boom è degli spumanti
Secondo l’Osservatorio Uiv-Vinitaly, la tipologia di vino italiano più esportata è quella dei vini rossi, che nell'ultimo decennio ha segnato una crescita media annua del 13%, seguita dai bianchi (+8% annuo) e dagli spumanti.
Quest'ultima tipologia, grazie al balzo registrato nel 2021 (+100% netto), ed ora quello del 2022, è arrivata a sfiorare la soglia di 3 milioni di litri venduti, il 25% del totale vini made in Italy commercializzati.
Abbinare i vini tricolori alla tradizione culinaria coreana
Per Ferdinando Gueli, direttore Ice-Agenzia ufficio di Seoul: “Il crescente successo del consumo di vino in Corea ha determinato un andamento molto positivo per il nostro export, come dimostrano i recenti dati che ci indicano un raddoppio sia in valore che in quantità avvenuto in meno di 3 anni".
"Questo trend - ha proseguito - ci incoraggia ad esplorare modalità innovative di promozione come l'idea di proporre l'abbinamento del vino italiano ai cibi della tradizione culinaria coreana".
Seoul ultima tappa del Roadshow in 13 tappe
Seoul ha chiuso così un Roadshow articolato in 13 tappe nell’ambito delle quali è stata presentata la 55ª edizione della rassegna del Vinitaly (2-5 aprile).
Una campagna di incoming che ha potuto contare sulla collaborazione di Ice e dei delegati Veronafiere in 9 Paesi di 3 Continenti (America, Europa, Asia) ma anche sull’adesione delle Ambasciate e del Sistema camerale all’estero.
I 9 Paesi selezionati da Vinitaly per le missioni promozionali rappresentano i due terzi del valore e del volume di vino tricolore esportato nel 2022.
In Giappone, sesto importatore mondiale di vini
Due giorni prima di Seoul era stata la volta di Tokio, dove si è preso atto di una chiusura d’anno ottima per il vino italiano in Giappone, con una crescita in volume a +18,4% nel 2022, esattamente il doppio rispetto al totale delle importazioni di vino dal Sol Levante (+9,2%).
Secondo l’Osservatorio Uiv-Vinitaly, la performance italiana nel 6° mercato importatore al mondo (nel 2021 Tokyo ha scavalcato Pechino), è positiva sia nelle importazioni di vini fermi imbottigliati, in particolare rossi, che hanno chiuso a 165 milioni di euro (+25%) che per gli spumanti: +26% (44 milioni di euro il controvalore).
Nel Sol Levante Italia è molto dietro la Francia
Il totale import di vino italiano in Giappone ha chiuso così il 2022 con un valore complessivo di 278 milioni di euro, al 2° posto tra i Paesi fornitori dietro a una Francia che da sola supera la soglia di 1 miliardo di euro di ordini dal Sol levante.
“L’Italia è il secondo esportatore al mondo di vini ma questo primato non è confermato in Asia, dove altri Paesi riescono a vendere quantità maggiori, nonostante una varietà e un rapporto qualità-prezzo generalmente inferiori a quello dei vini italiani", ha commentato il presidente della Camera di Commercio Italiana in Giappone, Rosario Pedicini.
La tre giorni negli USA, principale mercato enologico
Tre le tappe dedicate alla promozione del vino made in Italy negli Usa, principale mercato enologico al mondo con un valore di oltre 7 miliardi di dollari di vino importato nel 2021.
Anche qui il primo fornitore a valore è la Francia (36% del totale e +9% di crescita media annua), seguita dall'Italia (32% di quota, generato dalla crescita del Prosecco), leader a volume.
Tirano Prosecco, vini rossi toscani e bianchi del Nordest
Oltre al Prosecco, che dal 2017 al 2021 ha registrato una crescita media annua del 22% (+1% la performance dei fermi), tra le tipologie italiane più rappresentative prevalgono a valore i vini rossi toscani Dop – soprattutto Chianti, Chianti Classico e Brunello – che movimentano un export di oltre 214 milioni di euro (2021), assieme ai bianchi del Nordest, ovvero Pinot grigio e Soave: 224 milioni complessivi, suddivisi equamente tra Veneto e Trentino-Alto Adige.
La Danimarca uno dei mercati più vivaci
Nella tappa che ha avuto luogo a Copenaghen si è sottolineato come la Danimarca sia una delle destinazioni più vivaci del Nord Europa sul fronte della domanda, con un valore import nel 2021 di 774 milioni di euro e un volume di circa 2,1 milioni di ettolitri.
Primo fornitore di vino è l'Italia, con una quota di mercato per volume pari al 22%, in sensibile aumento rispetto al 2010. Seguono Francia (stabile), Spagna (+3% e quota del 13%) e Australia.
In forte crescita, anche qui, gli spumanti tricolore, che segnano un progressivo dal 2010 del 3%, equivalenti a 33mila ettolitri di prodotto nel 2021.
In Austria una grande crescita degli spumanti italiani
Il Roadshow di Vinitaly aveva preso avvio un mese fa in Austria, dove il Belpaese è storicamente il principale fornitore di vino: su un totale di 224 milioni di euro e 700 mila ettolitri importati nel 2021, il prodotto italiano rappresenta infatti una quota a volume del 60%, con una crescita poderosa del comparto spumanti, prima voce dell’export tricolore con 76mila ettolitri.
L’obiettivo di Vinitaly in Austria è consolidare la leadership minacciata dai competitor.
I vini del Belpaese sempre più sinonimo di italian lifestyle
Filo conduttore del tour è la constatazione che il vino tricolore sta diventando ovunque e sempre più sinonimo di italian lifestyle, al pari della moda e dell'arredamento.
Un paradigma di eleganza e buon vivere, anche dove il vino non è un prodotto di consumo abituale. "Per questo - è stato sottolineato nel corso degli incontri - serve fare leva sul forte richiamo del ‘brand Italia’ e sulla capacità dei vini tricolori di adattarsi perfettamente alle varie diete locali e non solo in abbinamento ai menù occidentali”.
I nove Paesi toccano valgono i 2/3 dell'export italiano
ll Roadshow, realizzato assieme a Ice-Agenzia, è lo strumento operativo di un progetto di presidio stabile sui mercati chiave del made in Italy.
Tredici tappe in 9 Paesi che valgono complessivamente i due terzi delle esportazioni italiane, tra piazze consolidate ed emergenti, tutte al centro della promozione e del b2b di Vinitaly.