Il clima sta cambiando e la gestione della difesa deve adattarsi. Questo vale particolarmente per l'oidio della vite.
Il ruolo del climate change
Gli ultimi inverni, caratterizzati da temperature insolitamente miti, ne hanno infatti favorito lo sviluppo grazie ad una maggiore produzione di forme svernanti (sessuate) del fungo. Un maggiore potenziale d'inoculo che può innescare pesanti infezioni in primavera, quando si verificano le condizioni necessarie al rilascio delle ascospore (temperature medie sopra gli 8 °C e una pioggia di almeno 2,5 mm).
Le strategie per coniugare efficacia e sostenibilità, consentendo una possibile riduzione del numero dei trattamenti devono quindi partire da un attento monitoraggio in vigneto sin dalle prime fasi vegetative della vite. Lo spiega Tito Caffi, dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, nel corso del webinar organizzato da Edagricole con il supporto di Upl.
Le presentazioni dei relatori
- Strategie per l’ottimizzazione e la possibile riduzione del numero dei trattamenti antioidici di Tito Caffi, Unicatt
- Lo stato del rinnovo dello zolfo di Alice Gabaldo, UPL
- L’evoluzione della bioprotezione di Riccardo Bugiani, Sfr Emilia Romagna
- Dss e strumenti digitali a supporto della difesa di Sara Elisabetta Legler, Horta srl
- La strategia di intervento di Andrea Bergamaschi, UPL
Per razionalizzare gli interventi in base ai rischi reali e per utilizzare i principi attivi più adatti è sempre più indispensabile il ricorso a modelli previsionali e Dss (sistemi digitali di supporto alle decisioni).
La possibile riclassificazione dello zolfo
Una decisione fondamentale per continuare a difendere la vite dall'oidio è quella che potrebbe prendere presto la Commissione europea riguardo alla classificazione dello zolfo. Upl guida la task Force per la riclassificazione e Alice Gabaldo spiega nel corso dell'evento streaming di cui riproponiamo la registrazione l'impegno le chance per ottenere il rinnovo dello zolfo senza restrizioni, come sostanza attiva a basso rischio. Un'opzione che garantirebbe ai viticoltori maggiori possibilità per raggiungere gli ambiziosi obiettivi fissati dalla strategia Farm to fork.
Il ruolo degli agenti di biocontrollo
Un aspetto importante come mette in evidenza Riccardo Bugiani, è costituito dall'utilizzo di prodotti fitosanitari alternativi come gli agenti di biocontrollo per contenere la pressione di selezione di resistenza. Anche perchè negli ultimi anni, per effetto delle revoche innescate dalla stretta fitosanitaria dell'Unione europea, è aumentato decisamente il ricorso a prodotti monosito a medio-alto rischio di resistenza.
Una strategia vincente
Andrea Bergamaschi di Upl delinea i contorni di un'efficace strategia di difesa a base di Thiopron, prodotto di Upl costituito da una sospensione di micelle di zolfo in acqua; e Vacciplant, bioagrofarmaco a base di laminarina regolarmente registrato.
Il nuovo Muccinelli
Sara Elisabetta Legler di Horta entra nel merito dell'opera che ha visto collaborare insieme Edagricole e Horta per produrre l'unico manuale a disposizione di tecnici e produttori in grado di unire in maniera sinergica prontuario e diagnostico.
“VITE. LE AVVERSITÀ E IL PRONTUARIO DEI PRODOTTI FITOSANITARI” è il nuovo Muccinelli. Anzi: si tratta di un manuale che consente di andare al di là dell'opera del compianto autore di Edagricole perché fornisce tutti gli elementi per una corretta identificazione del patogeno attraverso i suoi sintomi (l’intelligenza artificiale è ancora piuttosto limitata su questo fronte), abbinando i database dei principi attivi registrati anche attraverso l'applicativo Fidia, strumento utile per una difesa veramente smart.
Una risorsa preziosa per accrescere la competenza tecnica di tecnici e produttori.
VITE. Le avversità e il prontuario dei prodotti fitosanitari