L’UE ribadisce il taglio dei pesticidi: “l’uva ha rilevanza limitata”

    Dure reazioni dal mondo del vino italiano alla diffusione dello studio complementare sul nuovo regolamento, il “Sustainable Use of pesticides Regulation” (SUR)

    Gli obiettivi fissati dall'Unione per il 2030 e il 2050 sono ritenuti poco verosimili, con il rischio di compromettere la tenuta del settore vitivinicolo a livello continentale aprendo a importazioni di cibo contaminato da pesticidi da fuori dei confini comunitari

    La Commissione europea ha pubblicato la risposta alla richiesta del Consiglio UE di dati e valutazioni aggiuntive sull'impatto della proposta di regolamento "Sustainable Use of pesticides Regulation" (SUR) sul settore agricolo.

    L'uva da vino? "Rilevanza limitata"

    La Commissione, sintetizza l'agenzia Agra press, scrive che "questi studi indicano che i maggiori impatti si verificano su colture che hanno una rilevanza limitata per la sicurezza alimentare e dei mangimi, come uva, luppolo e pomodori".

    Obiettivo: liberi da pesticidi nel 2050

    Un anno fa era stata presentata la proposta di modifica del “Pesticides Regulation”, introducendo il SUR appunto che, in linea con il Green Deal e con la strategia Farm to Fork e Biodiversity Strategy, ha posto come obiettivi il dimezzamento dell’uso dei pesticidi in agricoltura entro il 2030 ed un’agricoltura europea libera dai pesticidi nel 2050.

    Contraria la maggioranza dei Paesi UE

    La proposta è stata subito ostacolata da più parti, con la richiesta, da parte di Austria, Bulgaria, Estonia, Ungheria, Lettonia, Malta, Polonia, Romania, Slovacchia e Slovenia, di una nuova valutazione d’impatto della riforma.
    Richiesta sposata anche da Italia, Finlandia, Grecia, Irlanda, Lituania, Lussemburgo e Portogallo, ossia dalla maggioranza dei Paesi UE.

    Il voto finale del Parlamento entro fine anno

    Adesso l’iter, dopo la pubblicazione delle valutazioni aggiuntive, dovrebbe riprendere il suo cammino.
    Il voto finale del Parlamento Ue in seduta plenaria sul “Sustainable Use of pesticides Regulation” è previsto per ottobre, ma prima sul testo sono attesi i pronunciamenti delle Commissioni Agricoltura e Ambiente, le cui votazioni sono previste, rispettivamente, per il 19 luglio e l’11 settembre.

    Coldiretti: "valutazioni irrealistiche"

    Immediata la reazione di Coldiretti alle valutazioni aggiuntive: "La Commissione europea è pronta a sacrificare produzioni alla base della dieta mediterranea, dal vino al pomodoro, ritenute meno importanti pur di portare avanti la propria irrealistica proposta di dimezzare l'uso di fitofarmaci".

    Uva e pomodori non sono produzioni sacrificabili

    "Secondo la Commissione - aggiungono dall'organizzazione di categoria - la proposta non porterebbe alcuna minaccia alla sicurezza alimentare, intesa come disponibilità di cibo, nonostante tutti gli studi realizzati, persino da concorrenti commerciali come gli americani, dicano il contrario. Soprattutto esprime il concetto per cui alcune produzioni sarebbero più sacrificabili di altre in quanto ritenute 'meno importanti'.

    Rilevanza limitata? L'UE detiene il primato!

    A bruciare è infatti soprattutto la precisazione che "i maggiori impatti sulla resa si verificano in colture che hanno una rilevanza limitata per la sicurezza alimentare e dei mangimi, come l'uva, il luppolo e i pomodori".
    Una vera assurdità, protestano da Coldiretti, se si pensa che il pomodoro è l'ortaggio più consumato in Europa, tal quale e come derivati (passata, polpa, pelati, sughi...), e l'uva, sia da tavola che trasformata (in vino, succhi, distillati) è una produzione di cui l'Europa detiene il primato mondiale".

    L'Italia sarebbe il Paese più danneggiato

    In questo contesto non va dimenticato che l'Italia, che è il principale produttore mondiale di vino ed il primo produttore di derivati di pomodoro in Europa, sarebbe il Paese più danneggiato da questa politica europea, che Coldiretti liquida, senza tanti sofismi, come "folle e lontana dalle realtà delle imprese e dei consumatori".

    Verrebbero favorite le importazioni extra EU

    Il taglio del tessuto produttivo europeo, viene aggiunto da Coldiretti, "avrebbe come unica conseguenza l'aumento delle importazioni di cibo contaminato da pesticidi da fuori dei confini comunitari dove non vengono rispettati gli stessi standard vigenti dell'Unione europea.

    Allarmi alimentari: solo il 14% su produzioni italiane

    A supporto di tale lettura, Coldiretti ricorda che in Italia sul totale dei 317 allarmi alimentari che si sono verificati nel 2022 solo 44 (14%) hanno riguardato prodotti con origine nazionale, 106 provenivano da altri Stati dell'Unione europea (33%) e 167 da paesi extracomunitari (53%)".

    Rigotti (Copa-Cogeca): "insostenibile leggerezza"

    L'approccio è tacciato di "insostenibile leggerezza" da parte di Luca Rigotti, presidente del gruppo di lavoro vino del Copa-Cogeca, per il quale non tiene conto dell'intero universo economico e sociale che ruota attorno a queste colture.
    Il timore è, come già sottolineato da Coldiretti, che l'attuazione di questa proposta comporterebbe una significativa diminuzione della produzione a livello europeo, aprendo spazio alle importazioni da Paesi terzi.

    Il vino fa parte dell'identità agroalimentare europea

    Gli agricoltori e le cooperative vinicole, fa presente Rigotti, hanno compiuto sforzi considerevoli per ridurre l'impatto sull'ambiente del settore, ma non vogliono che obiettivi irrealistici minino l'intera economia del settore.
    "Il vino - sottolinea ancora il presidente del gruppo di lavoro vino del Copa-Cogeca - è uno dei prodotti che compongono l'identità agroalimentare europea, un forte segno distintivo che la commissione europea ha sempre sostenuto, in particolare nelle sue campagne promozionali con i nostri partner commerciali".

    Le alternative ai fitofarmaci è la viticoltura di precisione

    Nella sua relazione complementare, la Commissione ha sostenuto che “un’ampia varietà di alternative agronomiche e strategie tecnologiche consente di ridurre l’uso e i rischi dei pesticidi mantenendo le rese”.
    A riguardo viene citato “uno studio americano dell’estate del 2021 in cui si afferma che il 70% dei fitofarmaci usati in viticoltura potrebbe essere eliminato mediante l’uso di strumenti per la viticoltura di precisione”.

    Ricerca e sperimentazioni in corso ma tempi lunghi

    Le valutazioni degli operatori del comparto sono decisamente meno ottimistiche, visto che “nonostante decenni di ricerca e sperimentazione, non ci sono ancora risposte efficaci alle malattie crittogame come la peronospora e l’oidio".
    Viene infine sottolineato come i nuovi approcci richiedano lunghi processi per la loro sicura attuazione.

    L’UE ribadisce il taglio dei pesticidi: “l’uva ha rilevanza limitata” - Ultima modifica: 2023-07-09T19:41:57+02:00 da Gilberto Santucci

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