La tutela dell’impronta della terra di mezzo

Marinella Camerani con la figlia Federica, titolari di Corte Sant'Alda a Mezzane di sotto (Vr)
Tanta attenzione nel far emergere l’espressione dei diversi suoli nei vini prodotti a Corte Sant’Alda, nelle propaggini occidentali della doc Valpolicella, poi arriva il climate change a scombinare le carte in tavola. Ma Marinella Camerani, creatrice di questa realtà biodinamica, adattando la gestione dei terreni e delle chiome, sta riuscendo a tutelare il suo stile aziendale senza rinnegare la vocazione naturale

«Il mondo è cambiato. Lo sento nell'acqua, lo sento nella terra, lo avverto nell'aria».

La frase è di Tolkien e viene dal Signore degli anelli ma il suo significato e l’enfasi possono essere legittimamente attribuiti a Marinella Camerani, la creatrice di Corte Sant’Alda, colei che ha dato dignità territoriale alle propaggini più orientali (e un tempo disconosciute) dell’areale della Valpolicella.

Perché la valle di Mezzane, dove coltiva e trasforma “biodinamicamente” i suoi vini, è la “terra di mezzo” della saga tolkeniana: sospesa tra i graniti della Lessinia e il fango della pianura veneta, a metà strada tra il progno di Fumane che solca il reame dei nobili rossi ottenuti dalla Corvina e la risorgiva del Tramigna, che bagna il territorio dei bianchi di Soave.

Suoli e dintorni

Suoli e dintorni dell'azienda Camerani

Una terra che Marinella conosce come le sue tasche, soprattutto dopo la relativa zonazione e gli studi pedoclimatici riassunti in “Around soil. Suoli e dintorni”, una pubblicazione bilingue che inquadra geo-morfologicamente e climaticamente la valle di Mezzane.

«Questa terra mi è stata affidata – è il mantra che orienta Marinella nella gestione della sua attività - ed io mi sento in dovere di renderla, quando sarà, migliorata, più completa, più autonoma, con una propria anima». «Per questo ho deciso di accompagnare la vite in un percorso naturale, assecondarla, senza mai creare strappi o tensioni».

Un cambiamento climatico “brutale”

Sauron, il brutale nemico dei popoli liberi della terra di mezzo, è qui rappresentato dagli eccessi idrici e termici innescati dal climate change che hanno colpito con straordinaria intensità anche quest’anno. «Non è una bella annata – ammette Marinella – quando doveva piovere non lo ha fatto e quando serviva il sole invece ha piovuto o grandinato». «Ma non si può certo dire – ammonisce – che il biologico abbia accusato il colpo più del convenzionale».

Il seducente messaggio del guru

All’opposto, è difficile sostenere che il biologico reagisca meglio alle crisi climatiche perché è più resiliente. «Quello che è certo – testimonia Marinella– è che siamo abituati da più tempo a studiare la variabilità dell’ambiente, del clima, del suolo e a modificare le pratiche agronomiche per fare fronte a questi mutamenti». Corte Sant’Alda è una realtà di riferimento nella Val di Mezzane (Vr), nella parte orientale della Valpolicella. Un progetto avviato personalmente da Marinella 37 anni fa e convertito al biodinamico agli inizi del duemila, dopo un incontro con il guru Nicolas Joly. Oggi Marinella è affiancata alla guida dalla figlia Federica, a cui è affidata in particolare la cura di Adalia e Podere Castagnè, le due diverse anime che affiancano Corte Sant’Alda nella struttura di quella che oggi è l’azienda agricola Camerani.

Grandinate sfuggite ai radar

Il Veneto in teoria, in base alle stime di Assoenologi-Uiv-Ismea, dovrebbe essere una delle regioni meno penalizzate dall’impatto degli eventi climatici estremi quest’anno. «Ma le stime non tengono in considerazione molte cose: ad esempio le grandinate che hanno colpito la zona del Valpolicella in dirittura di vendemmia». Corte Sant’Alda è stata colpita “di striscio” da questi eventi. «Per fortuna si trattava di grandine “grossa”: i grappoli colpiti sono stati compromessi, ma quella più fine non ne lascia uno attaccato alla pianta».

La gestione della chioma

Danni evitati anche grazie alla gestione della chioma. «Negli ultimi anni, in particolare per fare fronte al maggiore irraggiamento solare, abbiamo ridotto i sovesci, i diradamenti dei grappoli e limitato fortemente le cimature». «In più il climate change ci sta portando a rivalutare la pergoletta trentina, adottata nei nuovi impianti, rispetto al guyot».

Una maggiore protezione del grappolo da parte della vegetazione che ha avuto un effetto benefico anche contro la grandine.

La cifra stilistica

Marinella Camerani e Federica con i grappoli di Corvina e le "arele" per il loro appassimento

Nell’azienda Camerani la vendemmia di Corvina grossa, Corvina veronese, Molinara e Rondinella non è ancora conclusa e i primi riscontri descrivono una buona qualità delle uve, nonostante il clima, con buoni gradi zuccherini.

I Valpolicella e gli Amarone prodotti dall’azienda Camerani, nonostante l’evidente cambiamento delle condizioni igrometriche e di irraggiamento, continueranno così, grazie alle attenzioni di Marinella, a manifestare quella forte fibra e quell’eleganza che caratterizza l’impronta di questa terra di mezzo.

La tutela dell’impronta della terra di mezzo - Ultima modifica: 2023-09-27T22:45:44+02:00 da Lorenzo Tosi

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