Indicazioni Geografiche, EFOW: “per il sistema del vino sarebbe un disastro”

Intervista a Daniela Ida Zandonà dell'European Federation of Origin Wines

Daniela Ida Zandonà, European Federation of Origin Wines
La Federazione Europea dei Vini di Origine ritiene che la riforma non offra una nuova visione per le IG ma solo più complessità burocratiche; di positivo c'è la protezione online, il commercio elettronico nell'UE e l'uso delle IG come ingredienti

Resta vivace il dibattito intorno alla bozza del nuovo Regolamento europeo che intende disciplinare il sistema delle Indicazioni geografiche per prodotti agricoli, vini e bevande alcoliche presentato venti giorni fa dalla Commissione europea. La riforma, da più parti già indicata come da migliorare, crea un nuovo testo "unico" che riforma il Regolamento 1151 per il food ma anche il 1308/2018 per il vino, settore rispetto al quale EFOW, European Federation of Origin Wines, si configura come il principale soggetto aggregatore delle istanze del mondo viti-vinicolo continentale.
Abbiamo intervistato Daniela Ida Zandonà, responsabile della stessa Federazione Europea dei Vini di Origine.

- EFOW è stata fortemente critica sulla riforma: volendovi trovare dei lati positivi?
"La proposta della CE prevede per fortuna anche alcune novità positive. Nello specifico alcune disposizioni riguardanti la protezione online e il commercio elettronico nell'UE e l'uso delle IG come ingredienti. Queste misure sono migliorabili ma rappresentano un buon punto di partenza".

- Quali invece le maggiori criticità che auspicate subiscano delle modifiche?
"Purtroppo dal nostro punto di vista sono molte le tematiche che vorremmo vedere emendate. La proposta di riforma è particolarmente deludente, visti i nostri precedenti e la recente riforma della PAC che ha notevolmente migliorato il quadro giuridico delle IG. La  critica principale è che il testo non offre una nuova visione per le IG ma solo più complessità burocratiche. Inoltre non sembra esserci spazio per dibattiti importanti dato che molte decisioni saranno prese tramite Atti Delegati".

- Facciamo qualche esempio?
"Invece di un testo unico (la nostra OCM) avremo due testi a cui fare riferimento e questo significherà che per il nostro settore una riforma del vino non avverrà contestualmente ad una riforma delle IG. Questo è piuttosto penalizzante per un settore costituito essenzialmente da IG. Inoltre, per quanto riguarda la gestione dei nostri disciplinari, avremo due interlocutori invece di uno, la Commissione Europea e EUIPO, senza un quadro chiaro di come i due lavoreranno insieme, poiché il funzionamento effettivo sarà deciso tramite un Atto Delegato. Tra i due interlocutori, EUIPO ha un approccio IP molto rigido e poca sensibilità per la nostra politica come strumento di sviluppo rurale".

- Avete mosso critiche anche circa il tema della sostenibilità...
"Sulla sostenibilità, che è diventata la priorità a Bruxelles, non ci sono proposte. Nessun tentativo di dare un quadro generale e di come potrebbe essere definito questo concetto per le IG. Il testo riafferma semplicemente le disposizioni della recente riforma della PAC e anche qui la CE chiede dei poteri delegati per determinare criteri specifici di sostenibilità (senza fornire una definizione di sostenibilità onnicomprensiva). Ci sono anche due definizioni molto sconcertanti di gruppi produttori di IG che tuttavia sembrano avere le stesse identiche competenze. Sarebbe stato più opportuno, come richiesto da EFOW, posporre la riforma e valutare la necessità di un nuovo quadro giuridico tra qualche anno".

- In pratica ritenete che il sistema attuale funzioni bene già così: quali risultati ha portato in questi anni l'attuale politica di qualità?
"Il quadro attuale delle IG è, come la CE ama sottolineare, una "success story". Non solo siamo uno strumento collaudato di sviluppo rurale (produzione non delocalizzabile, occupazione nei territori, gestione del paesaggio, salvaguardia della biodiversità e delle tradizioni), ma abbiamo visto negli ultimi anni un aumento delle vendite, dei record di esportazioni e una maggiore notorietà dei nostri prodotti. I nostri disciplinari e i nostri produttori hanno la capacità di adattarsi e di innovare per rispondere ai nuovi bisogni del mercato e della società. È un modello che funziona sia per i produttori che per le comunità locali e le autorità pubbliche".

- Quale sarebbe l'impatto nel settore vino se la proposta fosse varata così?
"Non vorrei essere drammatica ma la prima parola che mi viene in mente è disastroso. Il settore ha ben altre sfide da affrontare: dal cambio climatico alla competitività del settore".

- La riforma fa discutere anche per l'intenzione di delegare parte del processo di autorizzazione delle Dop e Igp all'Ufficio europeo dei brevetti (Euipo). Quale è la vostra posizione a riguardo?
"Su questo tema siamo stati molto chiari e diretti fin dall'inizio. Crediamo che a lungo termine questa delega all'EUIPO non gioverà al sistema delle IG né agli operatori. Sappiamo che gli esperti dell'EUIPO sono stati formati negli ultimi quattro anni, ma l'Ufficio non ha una visione completa delle IG. Lo spirito della legge e le implicazioni politiche per numerosi territori a volte non sono ben presenti. Inoltre, non vediamo come avere due organi velocizzerà le procedure né aiuterà il dialogo costante con gli Stati membri e gli operatori. O EUIPO si occupa di tutto il processo o lo fa l'unità IG. Delle due l’una".

- Quali sono i mercati del vino dove è più difficile ottenere la protezione delle menzioni?
"I negoziati bilaterali sono sempre più difficili nei Paesi terzi in cui non esiste una vera politica IG. E' interessante notare che i mercati più ostinati sono quelli dove hanno emigrato anni fa gli europei. Si sono portati con sé nomi e tradizioni che sono entrati negli usi di questi nuovi Paesi. Basti pensare alle realtà del Mercosur, agli Stati Uniti o persino all'Australia".

- Torniamo alla riforma: quali sono le dinamiche tra gli Stati e le evoluzioni in vista con i cambi alla guida della Presidenza?
!Una fetta importante di Stati membri, all'incirca 17, hanno sottoscritto una dichiarazione che è diventata nota come “Declaration of the GI friends”. E un ottimo inizio per il settore IG. Le Presidenze del Consiglio hanno l'obbligo di essere neutrali e di costruire delle posizioni comuni. Quindi paradossalmente la Francia diventerà propositiva dopo il suo semestre".

- La riforma dovrebbe essere adottata entro dicembre 2023 sotto Presidenza spagnola: ritiene che sia una tempistica plausibile?
"
Penso che sia uno scenario probabile e forse anche auspicabile. Mesi e mesi di negoziato posso finire con indebolire una proposta. Molto dipenderà da questioni internazionali che potrebbero mettere in secondo piano il nostro dossier".

Indicazioni Geografiche, EFOW: “per il sistema del vino sarebbe un disastro” - Ultima modifica: 2022-04-21T20:00:57+02:00 da Gilberto Santucci

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