Il superpotere più super è la sostenibilità

Politiche agricole e Ambiente al lavoro per uniformare gli standard VIVA, Sqnpi, Equalitas e Tergeo. Ma conviene rendere prerequisito quello che è considerato il maggior valore del vino? 

Avere un potere soprannaturale. Non sarebbe una meraviglia? Tutte le volte che si
è in ritardo, non farebbe comodo correre veloce come Flash invece che rimanere
imbottigliati nel traffico? E per riuscire a discernere tra verità e bugie, non sarebbe
utile poter leggere i pensieri del nostro interlocutore come il Professor X, il
riflessivo leader degli Xmen? O anche, per evitare che i vigneti siano falcidiati dalla grandine o da qualsiasi altro evento estremo amplificato dal climate change, non sarebbe conveniente poter manipolare gli agenti atmosferici, la specialità
della grintosa Tempesta, la supereroina ossigenata degli Xmen?

Editoriale del numero 1/2020 di VVQ

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Certo, i meteorologi sarebbero spiazzati, ma non si può accontentare tutti.
Distratti dalle notizie negative provenienti dal fronte commerciale, con il timore di un effetto domino sul nostro vino per la concomitanza di Brexit e (possibili) superdazi americani, ci dimentichiamo le notizie positive che arrivano dal fronte tecnico: anche il vino italiano ha i superpoteri!

Ambite virtù

Tipicità, tradizione, longevità, biodiversità, gamma, qualità organolettica e soprattutto sostenibilità: sono le ambite virtù che possono permettere alle nostre produzioni vitivinicole di superare (si spera) le barriere tariffarie più ardite. E il superpotere più prezioso è proprio l’ultimo, la sostenibilità, l’unica con il contemporaneo doppio
effetto di rassicurare le sempre più acute ansie ambientali dei consumatori e di rispondere
all’allarmismo sempre più organizzato dei cittadini, pronti a mobilitarsi contro qualsiasi
trattamento effettuato vicino al proprio giardino.
La sostenibilità è diventata, lo si voglia o no, la dote più ricercata in un vino. Addirittura più
importante della qualità organolettica (almeno per i naturalisti più estremisti).

Il propellente per volare

È il superpotere che fa più colpo, un po’ come la capacità di volare. E come nel mondo Marvel (Superman, la torcia umana, Spiderman) ogni supereroe vola in modo diverso, anche nel vino ognuno applica la sostenibilità un po’ come gli pare. Tanto che due ministeri (Politiche agricole e Ambiente) sono impegnati assieme ai principali attori della filiera per definire uno standard unico di sostenibilità per tutto il settore.
L’impresa è ardua: individuare quello che è il minimo comune denominatore tra i
quattro principali standard attualmente in vigore nel nostro Paese. Ovvero il sistema VIVA, messo a punto da Opera (spinoff della Cattolica di Piacenza) e sostenuto dal ministero dell’Ambiente, SQNPI (sistema di qualità nazionale per le produzioni integrate) ottimizzato dal ministero delle Politiche agricole, ai quali vanno aggiunti i due principali standard privati che sono Equalitas che fa capo a Federdoc e Tergeo che invece è stato messo in piedi
dall’Unione italiana vini.

Se è condiviso è... normal

Un impegno che sta subendo una forte accelerazione a causa della decisa svolta ambientalista della prossima Politica agricola comunitaria, che sarà caratterizzata da una sempre più forte ecocondizionalità. Gli impegni (aria, acqua, vigneto e territorio) di VIVA possono entrare progressivamente nel sistema di qualità nazionale in modo da consentire a tutte le realtà produttive di adottarli in modo graduale. La scommessa è infatti quella di rendere fruibile il nuovo sistema di sostenibilità per tutte le aziende vitivinicole: un marchio unico, un unico sistema di certificazione.

È la condizione necessaria (e forse non sufficiente) per consentire all’Unione europea di realizzare attraverso la Pac l’obiettivo dichiarato di un new green deal, ma c’è un problema.
Se un superpotere diviene di pubblico dominio, non è più così super. Se a tutti è concesso di volare con poco impegno e a basso costo, il sogno di Icaro non è più così affascinante e le compagnie aeree iniziano una dopo l’altra a fallire. Se la sostenibilità è riconosciuta come un valore, a chi conviene renderla un prerequisito?

Il superpotere più super è la sostenibilità - Ultima modifica: 2020-01-22T19:40:29+01:00 da Lorenzo Tosi

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