La concretezza di una sostenibilità supportata da numeri e performance enologiche ineccepibili sono i pilastri su cui si basa il mercato di Ocean, l’ultima nata tra le chiusure sintetiche prodotte da Vinventions con marchio Nomacorc. Un tappo in plastica riciclata, come lo erano già i tappi della Blue Line di Nomacorc, ma in cui a essere reimmessa in un processo che a tutti gli effetti è di economia circolare è una plastica ben specifica: quella sottratta ai mari e agli oceani.
Storytelling sì, ma su basi concrete
Sottratta ai mari, non raccolta direttamente in acqua. Perché avrebbe un che di romantico raccontare che la plastica sottoposta a uno specifico processo di trasformazione per ottenere polimeri nuovamente adatti al contatto con gli alimenti viene recuperata proprio dalle acque.
«In realtà – spiega il Direttore Commerciale di Vinventions Italia, Antonino La Placa – la cosa più sensata da fare quando si sta allagando una casa non è lavorare di secchio, ma chiudere i rubinetti. Per questo i nostri fornitori di polimeri da riciclo ricevono materiali raccolti da associazioni certificate dall’organizzazione non governativa Zero Plastic Oceans, che si occupa principalmente di evitare che la plastica venga riversata nei fiumi e da qui raggiunga mari e oceani. Coloro che effettuano la raccolta, che – come teniamo molto a sottolineare – sono regolarmente assunti e vedono garantiti tutti i diritti che spettano loro in quanto lavoratori, recuperano plastica principalmente nelle aree interne e poi pian piano si avvicinano alle coste, ripulendo gli argini dei fiumi, e infine quando raggiungono i litorali raccolgono anche le reti da pesca abbandonate, di fatto fornendo al trasformatore quella che si chiama OBP, Ocean Bound Plastic. Zero Plastic Oceans opera principalmente in Paesi asiatici, dove gli studi scientifici hanno dimostrato che il problema dell’accumulo di plastica in mare è particolarmente grave. Altro fatto che teniamo molto a enfatizzare è che come Vinventions non abbracciamo mai un nuovo progetto se non abbiamo sufficienti basi scientifiche e dati a supportarlo. E noi siamo certi che quante più cantine utilizzeranno Nomacorc Ocean, tanto più il mondo del vino contribuirà al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, con particolare riferimento al 14, incentrato proprio sulla preservazione di mari e oceani».
Cambiare punto di vista
«Lo diciamo sempre con forza e abbiamo già avuto modo di sottolinearlo dalle pagine di questa testata – afferma convinto La Placa -. La plastica non è il nemico, anzi. La questione sta tutta nel modo che abbiamo di gestirla. Con un milione di tappi Ocean prodotti, ricollochiamo circa tre tonnellate di plastica che diversamente sarebbe diventata un rifiuto. E ne facciamo una risorsa rinnovabile, utilizzabile all’infinito. Se con la Nomacorc Green Line, i cui tappi sono prodotti con polimeri derivanti da etanolo ottenuto con canna da zucchero, rispondiamo alla necessità di abbassare l’impronta carbonica del processo produttivo, tanto che Green Line è l’unica gamma di chiusure enologiche al mondo a essere certificata a impronta carbonica nulla da LCA, con Ocean invece diamo vita a un’economia circolare».
Il vino prima di tutto
Nomacorc Ocean è prima di tutto una chiusura enologica dalle eccellenti performance, che garantisce la gestione controllata dell’ossigeno in bottiglia. La schiuma con cui è prodotto viene espansa in azoto e i tappi vengono confezionati in atmosfera protetta. Per cui, quando verrà compresso dalle ganasce del tappatore, Ocean non rilascerà ossigeno, bensì azoto. Essendo poi prodotto in coestrusione, la costanza di performance di tutti i tappi di ogni lotto è garantita. Non si spezza, non si sbriciola e soprattutto è esente da difetto di tappo, per cui contribuisce a ridurre lo spreco alimentare derivante dalla produzione di bottiglie difettate. Ricordiamoci che buttare una bottiglia di vino non bevibile significa aver sprecato 1500 litri di acqua dolce usata per produrla. Ocean ha un’impronta idrica bassissima, in quanto per produrre un tappo viene utilizzata una sola goccia d’acqua, che peraltro viene poi reimmessa nel circuito di raffreddamento dell’impianto di coestrusione».
Il tappo che piace ai management al femminile
La storica cantina siciliana Donnafugata è stata la prima al mondo a utilizzare Ocean. «E ne siamo veramente orgogliosi come Vinventions Italia, perché ci tenevamo che ad aggiudicarsi questo primato fosse un cliente italiano già fidelizzato, come in effetti è Donnafugata. Ma ci emozionava anche l’idea che il produttore fosse su un’isola, circondata dunque dal mare. Mi piace anche aggiungere che molto frequentemente le cantine che decidono di adottare Ocean, in Italia come all’estero, hanno nel proprio management figure femminili. Questo mi fa pensare che la sensibilità nei confronti di certi temi, e forse anche la propensione all’innovazione, sia maggiore tra le donne che lavorano nel mondo vitivinicolo». Dall’Italia, Ocean sta conquistando l’Europa e il mondo: chiude ormai i vini di cantine non solo italiane ma anche francesi, spagnole, cipriote, turche e statunitensi.
Tutti i colori del vino
«Al momento – conclude la Placa – i produttori scelgono di chiudere con Ocean principalmente vini bianchi e rosati. Ma tendiamo a ritenere che il richiamo al mare qui giochi non poco: se pensiamo a prodotti da consumare durante la stagione estiva, più facilmente immaginiamo bianchi e rosati e meno facilmente rossi. Ma, come già evidenziato, si tratta di una chiusura che non teme i rossi strutturati da lungo affinamento in bottiglia».