Lo storico Castello del Buonconsiglio di Trento ha due torri laterali: Torre Verde e Torre dell’Aquila.
Sul soffitto di questa ultima nel XIV secolo il Grande Maestro Venceslao ha dipinto un grande affresco con il “Ciclo dei Mesi”.
Niente ferro, niente plastica, solo castagno
Il mese di settembre è raffigurato da una scena agreste di vendemmia, si vedono chiaramente le viti, il torchio con il quale l’uva veniva torchiata. E’ partendo da questa scena che nacque da un’intuizione dei cugini Marco e Stefano Pisoni, ma ancor più del patriarca di famiglia, il novantenne Arrigo, un’idea di produrre un vino come ai tempi dell’affresco del maestro Venceslao, in pieno Medioevo che rappresenta appunto una scena viticola con la vendemmia e le varie fasi di lavorazione dell’uva.
Proprio prendendo lo spunto da questo affresco, l’azienda Pisoni nel 2015 dopo approfonditi studi sulla fattibilità mise a dimora nel sito vicino alla cantina un vigneto PIWI, ovvero di viti resistenti alle malattie fungine, di un “simil” Moscato, coltivato come nel quattordicesimo secolo. Quindi niente pergola trentina, niente uso del filo di ferro, niente uso di plastica, niente pali di cemento, ma solo sostegni singoli di castagno per ogni vite. In questo vigneto, afferma Stefano, si realizza pienamente la nostra filosofia biologica e biodinamica.
Nel rispetto della tradizione raccontata dall’affresco, nel vigneto non sono stati usati cemento, plastica e filo di ferro, ma solo pali di castagno trentino e materiale naturale. In questo vigneto si realizza pienamente la nostra filosofia biologica e biodinamica.
Mesum, il vino dal sapore antico
«Dal 2015, anno dell’impianto, afferma Marco Pisoni, non si è mai presentata la necessità di nessun trattamento anticrittogamico, nemmeno con rame e zolfo prodotti ammessi per il biologico».
«Ebbene, con zero trattamenti l’uva è sempre stata sanissima ed il vino che ne nasce, al quale è stato dato il nome di Mesum, è un vino dal sapore antico». In questi giorni, tempo di vendemmia anche per questo speciale vigneto con la partecipazione di amici e dei migliori clienti, la festosa cerimonia della vendemmia fatta rigidamente a mano da Arrigo Pisoni e da alcune ragazze vestite con gli abiti dell’epoca di Venceslao.
Mesum è un vino dal sapore antico. Nasce dalle uve PIWI, ovvero resistenti alle malattie fungine, vengono vendemmiate attraverso la raccolta manuale.
A seguito di una soffice pigiatura con i piedi, avviene la fermentazione spontanea con macerazione sulle bucce per 6 mesi in anfora e l'affinamento 3-4 mesi in bottiglia. Il vino è di color giallo con riflessi dorati, possiede un profumo di fiori gialli, camomilla, miele d'acacia.
Al palato è morbido, pieno, delicato con finale sapido, con la presenza di aromi dolci riconducibili al moscato. Ottimo accompagnamento con piatti speziati, formaggi stagionati e dolci secchi.
La festa della vendemmia, come una volta
Quindi l’uva è stata pestata con i piedi da tanti volonterosi, poi il mosto è stato messo in anfore di terracotta, dove subirà una fermentazione spontanea con macerazione sulle bucce per sei mesi. Successivamente l’affinamento per 3-4 mesi in bottiglia. Il vino che ne nasce è di colore giallo con riflessi dorati, possiede un profumo di fiori gialli, camomilla, miele d’acacia. Al palato è morbido, pieno, delicato con finale sapido, e con la presenza di aromi dolci riconducibili al moscato. Ottimo l’accompagnamento con piatti speziati, formaggi stagionati e dolci secchi, spiegano orgogliosi i Pisoni.
In autunno, le uve sono state raccolte a mano e pigiate con i piedi. Il vino ha fermentato e si è affinato in un’anfora di terracotta, rimanendo per mesi sulle sue bucce.
La spremitura degli acini d'uva, successiva alla fermentazione in anfora di terracotta, avviene nel torchio a vite, interamente intagliato e costruito in legno, dell'epoca Medioevale, come raffigurato nell'affresco del Maestro Venceslao.
Lo stesso torchio dell’antico affresco
La spremitura degli acini d’uva, successiva alla fermentazione in anfora, avviene nel torchio a vite, interamente intagliato e costruito in legno dell’epoca Medioevale, riprendendo quello raffigurato nell’affresco di Torre dell’Aquila Sotto l’attenta regia di Arrigo, esperti artigiani hanno ricostruito una copia fedele a quella presente nel dipinto del XIV secolo.
Carlo Bridi
(da Pergolese di Lasino)