Numeri positivi da federvini, ma anche tanti dubbi per il futuro del vino italiano.
La lenta uscita dalla pandemia, infatti, ha visto le esportazioni crescere in maniera significativa verso tutti i mercati, ma con un aumento dei costi di logistica e materie prime che pesano fortemente sul settore.
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I mercati in crescita secondo Federvini
Secondo i dati dell'Osservatorio Economico di Federvini, in collaborazione con Nomisma e Trade Lab, crescono le esportazioni nel 2021, con aumenti annuali pari a:
- Regno Unito + 6,1%,
- Cina +47,2%,
- Germania +9,4%,
- Stati Uniti +14,7%,
- Russia + 27%.
Numeri positivi anche in confronto ai diretti concorrenti, con la crescita delle esportazioni negli USA rispetto al livello pre-pandemico (due anni) che si attestano sul 14,4%, rispetto al 6,8% dei vini spagnoli e il 4,7% dei vini francesi.
Il traino dei top class
A trainare l'export sono le imprese con oltre 50 milioni di fatturato che coprono il 54% del mercato internazionale del vino italiano. Anche guardando al mercato interno i numeri sono positivi rispetto all'anno scorso.
Nel periodo gennaio-settembre 2021, rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, c'è stato un aumento delle vendite nel canale off-trade del 6,1%, con il segmento degli spumanti che fa segnare un 27,5%.
Segno positivo anche per gli spirits, che crescono dell'8,4%, con distillati e acquavite che hanno una quota di mercato del 44%, ma in crescita soprattutto il comparto aperitivi che segna un +23,8% rispetto al 2020. Aumenti più significativi, però, per gli spirits stranieri, con Tequila e Gin che segnano una crescita superiore al 30% rispetto all'anno scorso, anche se la maggior quota di mercato resta quella della grappa.
Buone prestazioni anche in questo caso nel mercato estero, con una crescita generale del 22%, con gli USA che si confermano il primo mercato per i liquori, con un +21% rispetto ai primi otto mesi del 2020. Segni positivi anche in Germania, 20%, Regno Unito, 43% di crescita, e Canada, con un +22%. Trend negativi, invece, per Germania (-36%) e Francia (-41%) sulle quote di vendita nel primi otto mesi del 2021 rispetto al 2019, mentre nel Regno Unito viene segnata una crescita del 50% rispetto al periodo pre-pandemico.
E-commerce ancora marginale
Per quel che riguarda, invece, il mercato online, i dati sono ancora bassi. In Italia l'e-commerce del vino riguarda solo il 4% dei consumi, mentre in Usa e Gran Bretagna supera il 10%, anche se è un aumento con il 27% dei consumatori che acquista vini online.
Pallini (Federvini): «Spedizioni pagate a peso d’oro»
«È stato difficile - dichiara il presidente Federvini, Micaela Pallini- programmare sia la parte produttiva sia quella di distribuzione e di comunicazione».
«L'attuale situazione pandemica fa pensare che la situazione non cambierà nei prossimi mesi, cui si aggiunge anche la fiammata dei costi delle materie prime e dei costi logistici. C'è anche una difficoltà del reperimento dei noli, cioè i container per il trasporto verso mercati importanti per noi, come gli Usa, con aumenti dei costi che toccano il +400%».