- Biofertilizzanti naturali ottenuti da residui di potatura e truciolato;
- foglie di vite trasformate in compost,
- macchine a recupero per evitare sprechi e dispersioni dei trattamenti in vigna e ridurre così l’impatto ambientale (e il conto economico).
E ancora: - lotta ai fitofagi attraverso la confusione sessuale e all’intervento “militare” degli antagonisti, gli insetti “buoni” che si nutrono di quelli nocivi per la vite. E poi un “castello del vino”, uno spazio enoturistico e di vendita realizzato integralmente in bioedilizia.
170 ettari in tre diverse tenute
Sono queste in sintesi le strategie utilizzate dalla cantina Pitars, una realtà di 170 ettari e 1,5 milioni di bottiglie, con sede e vigneti in provincia di Pordenone, a ridosso del Tagliamento.
Tagliamento, flume selvaggio
Vicina al più selvaggio dei grandi fiumi d’Europa, oggi candidato a Riserva della Biosfera Unesco per proteggere il suo ecosistema fragile e complesso, che impegna ancor di più l’azienda Pitars con misure di sostenibilità ambientale; una parte dei suoi 170 ettari ricadono nel Parco fluviale. Temi interessanti e “verdi” di cui parliamo in questa intervista di Max Rella al produttore Nicola Pittaro, export manager e quarta generazione della cantina di San Martino sul Tagliamento.
Dalle macchine intelligenti ai killer della cocciniglia
In vigna Pitars impiega macchine “intelligenti” 4.0 che monitorano le emissioni di CO2 erogando solo la quantità di prodotto necessaria ai trattamenti, così da ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente. Dotate di sistema GPS, misurano anche la vigoria e la distribuzione fogliale dei singoli ceppi, mentre per l’irrorazione dei prodotti fitosanitari impiegano gli atomizzatori a recupero.
Introdotte già da qualche anno, le macchine recuperano dunque ciò che è diffuso in eccesso: erogano su un lato del filare e aspirano dall’altro lato aria e prodotto disperso. In questo modo la perdita dei fitosanitari è contenuta al massimo con un risparmio medio del 40% di prodotto che altrimenti sarebbe utilizzato normalmente. Inoltre per combattere peronospora e oidio Pitars sta sperimentando una via alternativa attraverso induttori di resistenza che permettono di rafforzare le difese della pianta, una sorta di “palestra immunitaria”.
Infine per la lotta ai fitofagi hanno introdotto un antagonista delle cocciniglie, l’Anagyrus pseudococci, un imenottero che depone le uova sugli adulti provocandone la morte. Per semplificare, è una sorta di “ape” lasciata libera nel vigneto che usa la cocciniglia come “incubatrice”. Vi depone sopra le uova e questa, alimentandosi, le nutre, ma muore e si mummifica.
Alla fine dei conti l’ecosistema si auto-bilancia, le popolazioni dei “buoni” e dei “cattivi” trovano il loro equilibrio naturale. Info: https://www.pitars.it