I vini monovitigno di Grillo e Nero d’Avola potranno essere solo a Doc Sicilia. Per il Consiglio di Stato la decisione presa nel 2017 dall’assemblea dei soci del Consorzio di tutela della Doc Sicilia e dai produttori della Igp Terre Siciliane è perfettamente legittima. Si scrive così la parola fine alla battaglia a suon di carte bollate tra il Consorzio di tutela dei vini a Doc Sicilia e l’Illva di Saronno, il gruppo di cui fa parte la casa vinicola Duca di Salaparuta. Il pronunciamento della Sezione Terza del Consiglio di Stato è del 2 novembre, dopo che l’udienza fissata per lo scorso 28 maggio, era stata rinviata sine die causa pandemia.
La motivazione: Doc e Igt non sono la stessa cosa
Il giudizio, in sostanza, conferma la legittimità della scelta fatta dai produttori nel 2017 che vollero inserire nel disciplinare della Igp Terre Siciliane delle modifiche che vennero subito contestate dalla Duca di Salaparuta. Le norme vietavano l'uso in etichetta dei nomi delle uve Nero d'Avola e Grillo riservandole alla più blasonata Doc Sicilia. I giudici hanno riconosciuto che "l’indicazione del vitigno Nero d’Avola e Grillo indifferentemente nell’etichetta del vino Doc e dell’Igt è idonea, in effetti, ad ingenerare confusione nel consumatore, ovvero la convinzione di un’apparente equivalenza dei prodotti”.
Nella sentenza non si nega la qualità dell’Igt “Terre Siciliane”, e specificamente dell’Igt prodotto da Duca di Salaparuta, ma è stato è anche riconosciuto che la produzione e commercializzazione dei vini che utilizzano Nero d’Avola e Grillo secondo il disciplinare Doc garantisce che la produzione avvenga secondo il più rigoroso disciplinare Doc e con un sistema di controllo più incisivo. Insomma, dicono i giudici: “I prodotti Igt e Doc non si equivalgono. È bene che l’etichetta non induca confusioni nel consumatore".
Ribaltata la decisione del Tar
La querelle, com’è noto, andava avanti da tempo. Una pronuncia del Tar del Lazio del novembre 2019, aveva infatti dato ragione alla società Illva e per essa alla Duca di Salaparuta. Ma Consorzio Doc Sicilia, l’Associazione vitivinicoltori Igp Terre Siciliane, Regione Siciliana e Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali che si erano appellate contro il pronunciamento del Tar del Lazio, hanno ottenuto dal Consiglio di Stato a febbraio 2020 la sospensiva, e adesso il definitivo riconoscimento di legittimità.
Preferisce mantenere il basso profilo il Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia che senza esultanza, nella nota diramata all’indomani della sentenza, afferma di “prendere atto della sentenza del Consiglio di Stato che riforma la precedente pronuncia del Tar Lazio del 6/11/2019 a seguito di un ricorso presentato nel 2017”. Allo stesso tempo, ribadisce il proprio impegno per la valorizzazione dei vini ottenuti da Nero d’Avola e Grillo.