Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sono patrimonio dell’Umanità. Ne dà notizia, tra i primi, l’ufficio stampa della Giunta regionale veneta.
Il 1093° sito mondiale tutelato da Unesco
La 43° sessione del Comitato per il Patrimonio mondiale Unesco, riunita a Baku, capitale dell’Azerbaijan, ha iscritto le Colline trevigiane nella lista dei paesaggi culturali da tutelare come patrimonio dell’umanità (ne avevamo parlato qui). I 97 Km2 di declivi vitati e di borghi della Sinistra Piave tra Conegliano e Valdobbiadene diventano così l’8° sito veneto e il 55° italiano sotto l’egida Onu. Che tutela in tutto 1092 (ora 1093) luoghi unici in 167 Paesi. L’Italia rafforza ulteriormente il proprio primato di Paese con il maggior numero di siti iscritti nel registro dei patrimoni dell’umanità.
La soddisfazione del Governatore Zaia
«Ci avevamo creduto - dichiara Luca Zaia, presidente della Regione Veneto -, sin dall’inizio, dieci anni fa, quando avviammo il percorso per candidare questa porzione così unica e particolare del territorio veneto. E ora, grazie anche agli approfondimenti richiesti da Icomos, siamo riusciti a portare la palla in meta».
??? COLLINE DEL PROSECCO PATRIMONIO UNESCO: È LA VITTORIA MERITATA E ATTESA DI UN INTERO TERRITORIO, DAL REGISTRO MONDIALE ORA NUOVE OPPORTUNITÀ DI SVILUPPO > https://t.co/s5xv6GaO6G pic.twitter.com/QaJb2D1ygf
— Luca Zaia (@zaiapresidente) July 7, 2019
La squadra del Prosecco
Il Governatore è a Baku insieme ai tre consulenti scientifici del dossier della candidatura:
- Mauro Agnoletti (docente di pianificazione del paesaggio rurale all’università di Firenze e coordinatore scientifico del catalogo nazionale dei paesaggi rurali),
- Amerigo Restucci (ex rettore dello Iuav di Venezia)
- Leopoldo Saccon (architetto di Conegliano);
- e a Innocente Nardi, presidente dell’Associazione temporanea di scopo per la candidatura.
«Il riconoscimento del massimo organismo mondiale per la tutela dei beni culturali – prosegue il presidente – consacra il lavoro di un intero territorio. Il laborioso gioco di squadra creato tra istituzioni, esperti, produttori e abitanti ha puntato ad identificare e far apprezzare al mondo intero: identità, valori e caratteristiche di un paesaggio plasmato dall’attività agricola e che si è conservato integro e autentico attraverso i secoli. Aver realizzato questo sogno, e averlo fatto insieme, esalta la gioia della vittoria».
La politica delle eccellenze
A Baku esultano anche Lucia Borgonzoni, sottosegretario al Ministero per i beni e le attività culturali e Gian Marco Centinaio, ministro delle Politiche agricole, alimentari forestali e del turismo. «é un riconoscimento – dice il ministro - che valorizza una terra dalla quale nascono i frutti che danno vita a uno dei prodotti che più caratterizza l'eccellenza del nostro made in Italy».
#UNESCO | COLLINE DEL #PROSECCO PATRIMONIO DELL'UMANITA'#CENTINAIO: "Riconoscimento che valorizza una terra dalla quale nascono i frutti che danno vita a uno dei prodotti che più caratterizza l'eccellenza del nostro made in Italy". pic.twitter.com/NfSUOACZlQ
— Mipaaft ?? (@Mipaaft_) July 7, 2019
Gli effetti positivi sul territorio
«L’iscrizione delle colline del Prosecco – ribadisce Zaia –nell’esclusivo registro dell’ Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura significa promuovere a livello internazionale un microcosmo fatto di natura e di cultura, di attività rurali e di insediamenti storici che hanno plasmato in modo originale e inconfondibile i rilievi della Sinistra Piave. Il blasone Unesco consacra la particolare conformazione geomorfologica delle nostre colline e il ricamo di coltivazioni vitate, di ciglioni erbosi e terrazzamenti creato nei secoli dal lavoro di agricoltori eroici. D’ora in poi istituzioni, imprenditori e abitanti saranno ancor più impegnati nel conservare l’integrità di questo habitat, salvaguardandone la biodiversità e sviluppando le potenzialità attrattive»”.
Il merito dei viticoltori
«E’ finalmente giunto - dichiara Innocente Nardi, presidente del Consorzio del Conegliano Valdobbiadene e dell'Associazione Temporanea di Scopo - il meritato riconoscimento a Patrimonio dell’Umanità alle nostre colline di Conegliano e Valdobbiadene, un paesaggio di immensa bellezza che generazioni di viticoltori nei secoli hanno saputo proteggere e conservare. Frutto del lavoro dell’uomo in armonia con la natura le colline rappresentano un patrimonio culturale mondiale di valore universale».
«Grazie alla sapiente regia del Governatore del Veneto Luca Zaia- continua -, alla perseveranza e all’impegno profuso nell’iter di candidatura dalle parti coinvolte, pubbliche e private, abbiamo raggiunto questo eccezionale risultato di cui siamo orgogliosi. Abbiamo dimostrato che lavorare in totale sinergia tra amministrazione locali e centrali, enti pubblici e organizzazioni imprenditoriali è vincente, se la posta in gioco è la nostra terra. Il percorso di dieci anni che ci ha portato qui ha permesso a tutti noi, che abitiamo le colline, di prendere coscienza dell’assoluto valore e dell’unicità delle colline di Conegliano Valdobbiadene».
IL DOSSIER
Il successo della candidatura - avviata nel 2009 dall’Associazione temporanea di scopo costituita dal Consorzio di tutela del Prosecco di Valdobbiadene Conegliano, dalla Provincia e dalla Camera di commercio della Marca, nonché dall’Ipa composta da enti pubblici e stakeholders del territorio -va individuato in un insieme di fattori.
Il dossier presentato a Baku si è incentrato sulla qualità del paesaggio, traendo spunto dall’iscrizione dell’area nel Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali storici del Ministero dell’Agricoltura e tenendo conto dei suggerimenti di Icomos. I consulenti scientifici del dossier della candidatura hanno messo in evidenza come i prodotti tipici abbiano una qualità non solo legata ai processi produttivi, ma trovano un valore aggiunto non riproducibile nel paesaggio.
Nel caso del Prosecco, già dal Medioevo la struttura mezzadrile ha creato appezzamenti di piccole dimensioni che si sono mantenuti fino ai nostri giorni, creando un mosaico di piccole vigne che si inframezzano al bosco. Questa struttura, in abbinamento alle sistemazioni del terreno, in particolare ai ciglioni erbosi che si arrampicano sulle ripidissime pendici collinari, documentati almeno dal 1600, contribuisce all’unicità dell’area e alla bellezza dei luoghi. Alle forme del paesaggio si associano poi le architetture degli impianti viticoli e le tecniche di allevamento, le quali, come nel caso della Bellussera, inventata a Tezze di Piave a fine Ottocento, conferiscono ulteriori elementi di diversificazione ed unicità rispetto ai paesaggi viticoli già candidati nella World Heritage List.
La candidatura del Prosecco appare, al momento, l’unica, fra i siti viticoli iscritti nel Worl Heritage, a puntare sul paesaggio.
Altro elemento fondamentale per il successo della candidatura è stata la capacità della Regione Veneto di mettere in piedi una struttura organizzativa ed un gruppo di lavoro molto efficienti, che in un tempo limitatissimo hanno realizzato un dossier davvero convincente.
IL FUTURO
Valorizzare l’iscrizione, assicurando la conservazione dei valori del sito e promuovendo un turismo di qualità che faccia conoscere il paesaggio al grande pubblico è solo il primo passo. Il paesaggio rurale è un elemento fondamentale del nostro patrimonio culturale e della competitività di tutto il nostro sistema agricolo, che trova nel turismo un naturale complemento per lo sviluppo del territorio rurale. E’ però necessario che il successo ottenuto porti ad una crescita della consapevolezza riguardo al potenziale che il paesaggio rappresenta per tutto il paese.
Valorizzare il registro nazionale dei paesaggi storici, trampolino di lancio per l’iscrizione nei programmi Unesco e Fao, proteggere il territorio rurale dall’abbandono, adeguando anche gli strumenti di tutela e promuovere le unicità dell’Italia nella prossima politica agricola comunitaria 2020-27, sono gli obiettivi più ambiziosi.
IL VOTO
A Baku il comitato per il Patrimonio mondiale Unesco, ha approvato a pieni voti l’iscrizione delle Colline delle Marca nel registro mondiale, facendo proprie le valutazioni consegnate dagli esperti di Icomos (Consiglio internazionale dei monumenti e dei siti) accompagnate da 14 raccomandazioni per il mantenimento dell’egida Unesco al sito, tra cui:
- la mappa dettagliata dei manufatti di architettura rurale;
- una migliore distinzione tra la ‘core zone’ e la cosiddetta ‘buffer zone’ (‘zona cuscinetto’), per mitigare l’impatto ambientale degli insediamenti produttivi;
- l’approfondimento del modello socio-economico in vigore;
- la pianificazione della sostenibilità a lungo termine del paesaggio culturale;
- l’elaborazione di un piano strategico per lo sviluppo sostenibile e coerente del turismo;
- il ricorso alle energie rinnovabili;
- un maggiore coinvolgimento delle comunità locali nella gestione del sito.
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