La difesa del vigneto, prevalentemente incentrata sul controllo di peronospora e botrite, non può comunque affrancarsi dalla gestione di alcuni insetti, come la tignoletta e lo scafoideo, per ridurre i danni diretti ed evitare che aprano la strada a fitoplasmi e a patologie fungine, che trovano corsie preferenziali nelle lesioni causate dai fitofagi.
Tignoletta e scafoideo da non sottovalutare
La tignoletta (Lobesia botrana) può infestare anche più del 70% dei grappoli, causando gravi danni qualitativi sia per le uve da tavola sia per quelle da vino. Le larve della prima generazione di tignoletta erodono i bottoni fiorali, mentre quelle della seconda e della terza (più pericolose) penetrano negli acini causandone il disseccamento, l’imbrunimento e favorendo la trasmissione di altri patogeni fungini, in particolare Botrytis cinerea. Normalmente per la prima generazione non si effettua nessun trattamento mentre per la seconda e la terza il posizionamento dei prodotti insetticidi si determina in relazione alla curva di volo e all’andamento delle ovideposizioni, individuando le fasi di maggiore suscettibilità: il controllo delle generazioni carpofaghe è consigliato prima del raggiungimento del picco di volo (1° volo da fine aprile-prima decade di maggio fino a 4-5 settimane dopo; 2° volo tra giugno e luglio) e alla schiusura delle uova (es. fase di “testa nera” delle uova, che è quella precedente la schiusa).
Fondamentale anche il monitoraggio di Scafoideus titanus, non tanto per l’attività carpofaga di lieve entità ma per la flavescenza dorata, fitoplasma di cui è vettore e che trasmette alimentandosi prima da piante infette e poi da quelle sane. In piena estate i grappoli raggrinziscono progressivamente fino a disseccare in modo parziale o totale, le lamine fogliari risultano ispessite, bollose, di consistenza cartacea, con i bordi arrotolati verso il basso ed assumono una colorazione giallo-dorata o rosso vinosa. I trattamenti contro lo scafoideo devono essere fatti seguendo i decreti regionali di lotta obbligatoria.
La strategia: dosi e posizionamento dei prodotti
Per la gestione di questi fitofagi, una possibile strategia è quella che si basa sui nuovi prodotti Chimiberg: Fidelity, Belthirul e Piretro ActiGreen.
- Fidelity: agrofarmaco a base di Spinetoram 12% (120 g/l) attivo per ingestione. La flessibilità d’impiego rende la soluzione ideale per le applicazioni larvicide nei primi mesi estivi (giugno-luglio), ma anche in piena estate per il controllo di generazioni tardive di tignole e su vitigni a maturazione maggiormente ritardata. Il posizionamento suggerito per Fidelity, alla dose consigliata di 250 ml/ha, è nei confronti della seconda o della terza generazione a schiusura uova (corrispondente al picco di volo degli adulti, monitorato attraverso l’uso di trappole a feromoni) con la vite ad allegagione/accrescimento acini.
- Belthirul: insetticida biologico a base di Bacillus thuringiensis var. kurstaki (ceppo PB 54), sostanze naturali ad azione schermante nei confronti dei raggi UV e un appetizzante per favorire l’ingestione. La dose d’impiego autorizzata su vite (da vino e da tavola) è compresa tra 0,5 e 1 kg/ha (dose consigliata 0,75 kg/ha), con massimo 3 trattamenti anno. L’efficacia è massima trattando popolazioni di larve nei primi stadi di sviluppo o posizionato dopo Fidelity in caso di interventi più tardivi sulla terza generazione della Tignoletta.
- Piretro Actigreen: a base di piretro naturale 2% (18,61 g/l) in concentrato emulsionabile, è attivo per contatto.La dose d’impiego autorizzata è di 160 ml/hl, con un volume d’acqua massimo di 1.500 lt/ha (dose massima 2,4 lt/ha) per un massimo di 3 trattamenti all’anno. Si suggerisce il posizionamento dopo Fidelity (in seconda generazione di tignole), con finalità abbattente larvicida, monitorando la presenza di Scafoideo.