I Piwi salvano la vendemmia

Vigneto di varietà di resistenti presso l'azienda Ronco della Cava (Lecco).
Tra la pianura e i primi contrafforti alpini della regione Lombardia, in un’annata di attacchi peronosporici, i vitigni resistenti hanno fatto la differenza. Le impressioni dei produttori di Valtellina, Alta Brianza e Valcamonica che testimoniano comunque la necessità di posizionare, con il giusto timing, almeno due o tre trattamenti

L’annata 2023 è stata caratterizzata da un’elevata pressione delle più classiche malattie fungine della vite.

Le particolari condizioni metereologiche hanno da un lato creato le condizioni favorevoli per lo sviluppo del patogeno e dall’altro inficiato l’efficacia della strategia di difesa fitosanitaria, rendendo difficile l’accesso dei mezzi meccanici nei vigneti, riducendo così la tempestività degli interventi.

Non sorprendono così i gravi attacchi di Peronospora della vite (Plasmopara viticola) che hanno colpito numerosi vigneti italiani, con le relative perdite produttive e qualitative. La Lombardia, ma non solo, ha dovuto fare poi i conti anche con la grandine. che oltre ad aver provocato danni rilevanti alle infrastrutture ed al verde urbano, non ha risparmiato il settore agricolo ed in particolare quello vitivinicolo, rendendo le viti più stressate e sensibili agli attacchi.

Alla luce di questa situazione, viene scontato chiedersi come i vitigni Piwi, selezionati proprio per la loro tolleranza ad alcuni patogeni fungini, abbiano reagito ad una stagione così difficile. Per questo abbiamo chiesto ad alcuni viticoltori e tecnici lombardi coinvolti nel progetto VITAVAL di darci le loro prime impressioni su questa annata che sta per concludersi.

Souvignier gris ok, Prior meno

In Alta Brianza, nello specifico nell’azienda Ronco della Cava a La Valletta Brianza (LC), l’annata è stata positiva per quanto riguarda il Souvignier Gris con sia per la buona produzione e che per la sanità dei grappoli. La paura della grandine ha fatto anticipare la vendemmia (intorno al 20 di agosto) per evitare la perdita di produzione, con parametri della maturazione comunque idonei.

Diversamente è andata per la varietà Piwi Prior attaccato fortemente da peronospora che ha dimezzato la produzione secondo le prime stime. Il viticoltore Michele Colombo, proprietario del vigneto, ha fatto due trattamenti rame-zolfo, ovvero uno più dell’anno scorso, e ha notato l’assenza di black rot sulle sue viti.

«Non ho mai visto – dice - un danno così elevato negli anni precedenti e ci sono notevoli differenze tra i versanti del vigneto che mostrano due diverse esposizioni». «In generale, tutta la zona lariana è stata colpita da forti piogge e grandine che, oltre a dilavare i trattamenti, hanno anche rovinato le piante».

Il peso della siccità in Valtellina

Vigneto di Piwi sotto il castello di Grosio (SO).

In Valtellina, in particolare a Grosio (So), le vendemmie sono iniziate da poco, partendo dalle varietà Solaris e Muscaris. Il vigneto, afferma il perito agrario Ivano Foianini, tecnico della Fondazione Fojanini di Studi Superiori di Sondrio, è in una zona estremamente vocata (area isolata e con bassa umidità), ideale per ridurre gli attacchi fungini. Anche qui la stagione è stata caratterizzata dalle intense piogge (fortunatamente senza grandine) che hanno colpito la zona tra maggio e agosto, mentre settembre è stato particolarmente caldo ed asciutto. Le uve sono molto sane e senza sintomi provocati da Peronospora.

Foianini ha riportato solo un piccolo attacco di oidio nel mese di luglio (minore di altri anni) e nessun danno da black rot, neppure sulla varietà Bronner che ha una sensibilità a questo micete, diversamente da quanto riscontrato negli altri anni. L’unico stress osservato durante questa stagione è legato al periodo siccitoso che ha reso Aromera la varietà con i risultati produttivi peggiori. Nel complesso, la varietà Souvignier Gris è quella che mostra le migliori performance e i minori problemi in Valtellina.

Bergamasca conquistata dai resistenti

L’ultima testimonianza è quella di Alessandro Sala, proprietario di Nove Lune di Cenate Sopra (BG). Nell’azienda in conduzione biologica, sui diversi vitigni Piwi coltivati non sono state segnalate problematiche particolari legate a peronospora, se non qualche attacco tardivo sulle femminelle dopo la raccolta.

Non vi sono state tracce neppure di oidio o black rot. La zona del bergamasco ha visto numerosi danni e alcuni viticoltori non sono riusciti neppure ad avere un raccolto, ma per l’azienda Nove Lune l’annata è stata di pregio, con uva di qualità. Sala è molto soddisfatto dell’annata, che definisce di pregio per la qualità delle uve. Per il controllo dei patogeni fungini stati effettuati tre trattamenti con rame e zolfo, diversamente dal 2022 dove non ne erano stati fatti e i due trattamenti solitamente effettuati negli anni precedenti ad esso.

Le esperienze riportate dei viticoltori sottolineano da un lato il minore numero nettamente inferiori di interventi fitosanitari richiesti dai vitigni Piwi rispetto alle varietà tradizionali per il contrasto alle malattie fungine e dall’altro però evidenzia la necessità di prestare comunque attenzione alle tempistiche e al numero degli interventi, da modulare a seconda alle specifiche condizioni ambientali dell’annata.

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I Piwi salvano la vendemmia - Ultima modifica: 2023-09-26T16:00:39+02:00 da Lorenzo Tosi

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