Flavescenza dorata, il rischio di diffusione è aumentato

Sintomi di Flavescenza dorata e vettore
Colpa dell’insetto vettore scafoideo, ecco perché... Le recenti acquisizioni sul patogeno, sul suo vettore e sulle strategie di controllo sono state illustrate in un webinar dell’AIPP, esperti nazionali hanno discusso con tecnici e ricercatori le ultime conoscenze sulla temuta patologia della vite

La flavescenza dorata rappresenta per i tecnici ed i viticoltori un vero spauracchio, sia per i danni diretti alla produzione sia per i provvedimenti di lotta obbligatoria che il suo rinvenimento comporta.

(Cos’è la flavescenza dorata, clicca per leggere l’approfondimento)

Il webinar di Aipp

L’interesse a conoscere meglio la malattia e la sua gestione, pertanto, è alto come ha

Piero Attilio Bianco

dimostrato il sold out registrato all’ultimo webinar dell’AIPP dal titolo “Flavescenza dorata: tra vecchie conoscenze e nuove acquisizioni”, condotto magistralmente in tandem dal prof. Piero Attilio Bianco dell’Università di Milano e dal prof. Nicola Mori dell’Università di Verona, rispettivamente esperti di fitoplasmi e di insetti vettori.

Scagionata finalmente la potatura

La buona notizia, che i due ricercatori hanno dato, è che il fitoplasma della flavescenza

NIcola Mori

dorata non si trasferisce con  gli strumenti di potatura o anastomosi. Oggi le conoscenze sul batterio responsabile della flavescenza (la specie Ca. Phytoplasma vitis) sono molto aumentate rispetto all’epoca in cui ne è stata osservata la comparsa, quando si ipotizzava che i sintomi fossero di natura virale o “virus simile”. Studi genetici evidenziano la vicinanza tassonomica di Ca Phytoplasma vitis con l’agente del legno nero (Ca. Phytoplasma solani) e con quello dei giallumi dell’olmo ma questi patogeni, comunque, sono diversi, come pure i loro vettori.

Ma il vettore Scafoideo è diventato più attivo

La cattiva notizia è che il vettore della flavescenza, lo S. titanus, in Italia da diversi decenni, si è probabilmente adattato alle condizioni climatico-ambientali del Nord della penisola aumentando la fecondità delle femmine (oggi in grado di deporre molte più uova che in passato). Inoltre si è allungato il periodo di vita degli adulti, che rappresentano lo stadio infettivo più pericoloso per la trasmissione della malattia, perché possono volare a differenza degli stadi preimmaginali. Fortunatamente anche studi recenti confermano che l’insetto ha una sola generazione all’anno.

Lotta insetticida da gestire

In presenza di piante infette, pertanto, la lotta all’insetto vettore è fondamentale e va opportunamente gestita posizionando i trattamenti abbattenti prima che l’insetto diventi infettivo. Ma le strategie di controllo sono sempre integrate. Innanzitutto materiale di vivaio sano e certificato per i nuovi impianti, monitoraggio dei sintomi in vigneto e diagnostica precoce in laboratorio, eliminazione delle fonti di inoculo nel vigneto ma anche nelle aree vicine (viti spontanee o inselvatichite, vigneti abbandonati, ecc.). Il monitoraggio della presenza S. titanus in vigneto e a livello di comprensorio resta fondamentale, anche se impegnativo.

Gli stadi preimmaginali possono essere individuati solo osservando direttamente la vegetazione ma il loro riconoscimento da altre cicaline non è facile. Più semplice è il monitoraggio degli adulti con trappole cromotropiche gialle, che però attirano anche altre specie e vanno correttamente posizionate (libere da vegetazione, non troppo in alto e mai al sole).

Prevenzione agronomica

Tra gli interventi agronomici che i due ricercatori hanno suggerito per la lotta al vettore e, indirettamente, alla malattia sono da citare la precoce eliminazione dei polloni, che le neanidi raggiungono più facilmente. Anche la rimozione del legno di potatura contribuisce ad abbattere la carica di inoculo poiché la corteccia del tronco e dei sarmenti di 2-3 è il sito di elezione per le ovideposizioni di S. titanus.

Strategie di controllo calibrate

Interessanti gli interventi di tecnici e ricercatori che hanno assistito al webinar e che hanno consentito ai relatori di puntualizzare ed approfondire alcuni aspetti, come le tecniche analitiche in vivaio e la diagnosi precoce o le  strategie di controllo che richiedono approcci diversi a seconda che si debbano applicare in situazioni di elevata pressione di malattia e di vettore piuttosto che di bassa diffusione di malattia e popolazioni di S. titanus non elevate.

Come di consueto, l’AIPP consente la libera consultazione dell’intera registrazione del webinar, sul canale youtube dell’Associazione (clicca qui per accedere).

Il prossimo appuntamento webinar dell’AIPP sarà realizzato in collaborazione con l’Associazione Italiana di Nematologia (SIN) il 9 ottobre 2020, nell’ambito delle Giornate nematologiche, sul tema “Nuova legislazione fitosanitaria e la Nematologia smart del futuro”.

I dettagli dell’evento e il programma saranno pubblicati sulla pagina facebook dell’Associazione (“AIPP Associazione Italiana Protezione Piante”).

 


Flavescenza dorata,
il fitoplasma che fa più paura

Tra le diverse malattie della vite che possono causare “giallumi” la Flavescenza dorata è probabilmente la più grave e di conseguenza, la più temuta; per questo è oggetto di lotta obbligatoria in Europa ed in Italia da un ventennio (DM 31/05/2000), con misure specifiche per il materiale di vivaio e per le aree con focolai, con monitoraggi da parte dei Servizi fitosanitari e l’obbligo di distruzione del materiale infetto.

La prima, lontana, segnalazione in Oltrepò

In Italia la probabile presenza di Flavescenza dorata è stata segnalata per la prima volta nel 1970 in Oltrepò pavese anche se la presenza del suo vettore, la cicalina Scaphoideus titanus, era già stato segnalato in Liguria nel 1964. Oggi la malattia è diffusa in molti comprensori viticoli settentrionali, mentre il suo vettore è stato segnalato anche in Italia centrale e meridionale.

Cos’è un fitoplasma

Il patogeno della flavescenza dorata è un fitoplasma, microrganismo appartenente ad una particolare classe di batteri (Mollicutes) privi di parete cellulare che possono vivere solo all’interno delle cellule floematiche dell’ospite o nell’insetto vettore. Quest’ultimo, in genere, è specifico ed appartiene all’ordine degli Emitteri, sottordine Cicadomorfi, che si nutrono della linfa elaborata nel floema.

La trasmissione tramite vettore specifico

Il meccanismo di trasmissione è di tipo persistente-propagativo e si divide in tre fasi:

  • Acquisizione - l’insetto acquisisce i fitoplasmi nutrendosi sulle piante infette (durata da poche ore ad alcuni giorni);
  • Latenza - i fitoplasmi si moltiplicano nell’intestino dell’insetto, passano nel sistema circolatorio fino a raggiungere le ghiandole salivari (durata da 1 a 4 settimane),
  • Inoculazione - l’insetto può inoculare i fitoplasmi pungendo i fasi floematici di una pianta sana che sarà infettata (durata da poche ore ad alcuni giorni).

I danni e le varietà suscettibili

I danni della Flavescenza dorata, come per le altre malattie causate da fitoplasmi, consistono essenzialmente in alterazioni di natura fisiologica dovuti, come nel caso di FD, al limitato flusso della linfa elaborata, sofferenza della pianta e scadimento quali-quantitativo della produzione. Nella vite è nota una diversa sensibilità dei portainnesti e delle varietà; tra le cultivar più suscettibili, purtroppo, ci sono molte di quelle largamente coltivate come il Barbera, il Cabernet Sauvignon, lo Chardonnay, i Pinot, il Sangiovese. La comparsa e gravità dei danni può variare negli anni per intensità e diffusione.

Tassonomia al via

I sintomi sulla vite non sono specifici e di fatto indistinguibili fra le diverse forme di giallumi (vd il legno nero). Da qualche anno, però, è possibile diagnosticare con certezza e rapidità, il fitoplasma della Flavescenza dorato mediante specifici esami di laboratorio. Inoltre, grazie alle tecniche molecolari come il sequenziamento del genoma, nel 2004  si è potuto finalmente definire la loro tassonomia  e proporre un  nuovo genere: “Candidatus Phytoplasma”.

Flavescenza dorata, il rischio di diffusione è aumentato - Ultima modifica: 2020-09-23T12:45:20+02:00 da Lorenzo Tosi

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