Cotarella: “Clima pazzo, danni nei vigneti fino al 60%”

Per il presidente nazionale di Assoenologi si possono solo contenere i danni salvaguardando la qualità dei grappoli rimasti sani per mantenere elevato il livello dei vini dell'annata 2023

La convinzione è che bisognerà sapersi adattare ai cambiamenti climatici di anno in anno puntando su metodi scientifici in grado di supportare la conduzione tecnica dei vigneti

"Una stagione anomala, a memoria d'uomo non si è mai verificata un'annata così strana dal punto di vista climatico".
Sono le parole con le quali Riccardo Cotarella, il presidente nazionale di Assoenologi, commenta all'Ansa la situazione continente della viticoltura italiana.

Danni maggiori al biologico e sul versante adriatico

La valutazione è ancora più pessimistica di quella fatta dall'Osservatorio di Unione Italiana Vini (Uiv) che prevede cali fino al 40%, con i danni maggiori nel biologico e sul versante adriatico.

Riduzione della produzione fino al 60%

A preoccupare è la forte pressione delle malattie patogene, peronospora in primis, che sta attaccando tutti i vigneti, in modo particolare le varietà più sensibili.
"Si tratta di danni ingenti - è giudizio di Cotarella - fino ad un 50-60% in alcune regioni".

Ormai si possono solo limitare ulteriori danni

I rimedi? "L'unica soluzione è l'attenta conduzione scientifica del vigneto - sottolinea il presidente di Assoenologi - ma spesso non è sufficiente perchè umidità e temperatura hanno creato l'ambiente ideale per lo sviluppo della patologia. Si possono limitare i danni".

Portare i grappoli rimasti sani fino a maturazione

La diminuzione delle quantità è dunque un dato di fatto. "Servirà condurre le vigne in maniera ancora più precisa e scientifica affinchè i grappoli rimasti sani possano portare qualità in cantina", è la convinzione di Cotarella.

Annate come questa le più difficile da gestire

"Meglio annate secche o meglio limitatamente secche piuttosto che umide come questa, perchè consentono di intervenire con irrigazioni a sostegno. E' molto più difficile gestire una stagione umida come quella corrente", è la posizione dell'enologo umbro.

Serve adattamento e orientamento alla qualità

Cotarella non fa mistero della convizione che il clima "pazzo" cambierà di anno in anno e che servirà quindi una grande capacità di adattamento, con sistemi scientifici che possano mettere in campo una politica di contenimento dei danni, sacrificando le quantità ma salvaguardando la qualità al fine di mantenere alta la qualità dei vini italiani.

Cotarella: “Clima pazzo, danni nei vigneti fino al 60%” - Ultima modifica: 2023-07-08T21:20:41+02:00 da Gilberto Santucci

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