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Aspergillus, climate change e rischi sanitari: nel 2020 non è mancato nulla.
Prima gli eccessi termici che hanno causato appassimenti in pre-raccolta.
Poi gli eccessi pluviometrici che hanno innescato pericolosi attacchi di funghi opportunisti.
Il climate change non è andato in lockdown e il covid19 non è stato l’unico problema che hanno dovuto affrontare i viticoltori nel 2020 soprattutto in alcune zone del Centro Italia.
Articolo tratto da VVQ magazine
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pubblicheremo presto un articolo di approfondimento sul Sun Burn e sul preoccupante fenomeno dell’ intensificazione degli stress multipli estivi (sempre più precoci)
180 millimetri in una settimana
Dove le intense precipitazioni verificatesi nel periodo pre-vendemmiale, con oltre 170-180 mm di pioggia nell’ultima decade di settembre, hanno contribuito allo sviluppo e alla diffusione di funghi opportunisti, in particolare di Aspergillus niger e carbonarius, che di norma penetrano all’interno degli acini attraverso lesioni, ma si possono sviluppare anche esternamente alla buccia visibili come macchie di colore nero di varie dimensioni e forme (vedi foto).
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Disidratazioni e scottature
Fattori che sembrano aver favorito gli attacchi di Aspergillus sono proprio le disidratazioni spinte e le scottature solari a carico degli acini conseguenti le elevate temperature nei mesi di agosto e settembre con punte di oltre 40 °C.
Questi acini, caratterizzati da un’elevata concentrazione di zuccheri e perdita di stabilità ed elasticità delle bucce, in concomitanza con elevate umidità dell’aria dovute alle frequenti e intense piogge, hanno rappresentato un substrato ottimale per lo sviluppo di tali funghi e di altri, quali: Mucor, Rhizopus, Alternaria, Cladosporium e Penicillium.
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Meno quantità, pessima qualità
La pericolosità di questi marciumi secondari, oltre alla perdita di resa da imputare anche a cernite rigorose e obbligatorie (vedi foto), è legata ad alcuni aromi sgradevoli che si possono manifestare nei vini, quali ad esempio canfora e curry, nonché alla loro capacità di produrre micotossine, in particolare l’ocratossina A (OTA).
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Il pericolo ocratossina A
Quest’ultima ha effetti epatotossici, nefrotossici, neurotossici e teratogeni in animali da laboratorio tanto che, con reg. CE n. 1272/2008, è stata inserita fra le sostanze potenzialmente cancerogene anche per l’uomo (precisamente in classe 2B). La Commissione Europea ha fissato una soglia limite di 2 µg/l per l’OTA nei vini; quelli che superano tale limite non possono essere commercializzati, nemmeno all’estero visto che sempre più paesi importatori di vino richiedono la totale assenza di OTA, né utilizzati per l’acetificazione e la distilleria.
È necessario pertanto mostrare particolare attenzione allo sviluppo di tali marciumi soprattutto nelle aree di coltivazione e/o nelle annate predisponenti, ovvero caratterizzate da elevate temperature diurne e intense piogge concentrate nel periodo pre-vendemmiale.
Alberto Palliotti
Università di Perugia
Giovanni Capuano
Agronomo