Sette piccoli vignaioli salvano il Torchiato di Fregona

Presentata la prima annata di produzione con l'etichetta unica: è quella frutto della vendemmia del 2013, appena due anni dopo l'istituzione della DOCG sottozona della ‘Colli di Conegliano’

I sette produttori del Torchiato di Fregona (foto Francesco Galifi)
Il disciplinare prevede tre vitigni autoctoni: il Glera, lo stesso vitigno base del Prosecco, poi la Boschera e il Verdiso: fondamentale per il rilancio è stato il centro di appassimento cooperativo

Sette piccoli vignaioli, 10 anni fa, associandosi in forma di cooperativa, hanno salvato il Torchiato di Fregona, un raro vino passito, dal rischio di estinzione, unendo le proprie forze per presentarsi sotto un’unica etichetta.
E' la "Piera Dolza Torchiato di Fregona", presentato nei giorni scorsi nel corso di un convegno a Fregona, in provincia di Treviso.

Il nome richiama l'antico torchio nella piazza del paese

Piera Dolza in dialetto veneto significa pietra dolce, perché facile da lavorare. Veniva estratta dalle vicine Grotte del Caglieron e impiegata nei secoli scorsi per gli stipiti delle porte di case e palazzi della vicina Vittorio Veneto e di Venezia.
Con questa pietra si era anche modellato il basamento atto a sostenere lo storico torchio posizionato nella piazza del paese, dove tutti potevano recarsi per la torchiatura delle uve, lavorazione che cadeva nella settimana di Pasqua.

Dalla prima vendemmia cooperativa 2.500 bottiglie

"L'etichetta che andiamo a presentare - ha spiegato Alessandro Salatin, presidente della piccola cooperativa - è un risultato importante, un piccolo miracolo reso possibile solo dall’impegno coeso dei nostri vignaioli.
Si tratta di 2.500 bottiglie da 375 ml frutto della vendemmia 2013 che non è detto riusciremo a produrre ogni anno. Ancora non abbiamo stabilito a quale prezzo verrà posta in vendita questa riserva speciale di 10 anni perché è difficile trasmettere il grande valore contenuto in ogni bottiglia".

Tecnica di produzione e affinamento limitano la resa finale

Il Torchiato di Fregona segue rigidissime regole di produzione. Le rese massime consentite in vigna arrivano a 100 quintali per ettaro ma non tutto ciò che viene vendemmiato va bene per l’appassimento.
Solo le uve migliori superano la severissima selezione. Talvolta ne resta solo il 30% o addirittura il 20%. Di questo, dopo 2 o 3 cicli di torchiatura, ne rimane appena il 20% pronto per il lungo affinamento.

Tre i vitigni autoctoni previsti dal disciplinare: Glera, Boschera e Verdiso

E' l’unico vino, è stato sottolineato nel corso della conferenza indetta presso il centro di appassimento della Cantina Produttori di Fregona, il cui disciplinare impone venga realizzato con l’impiego di tre vitigni autoctoni: il principale è il Glera, lo stesso vitigno base del Prosecco, poi la Boschera e il Verdiso in percentuali ben definite.
In aggiunta la cooperativa si è autoimposta regole ancora più stringenti relative alla sostenibilità ambientale.

Docg Torchiato di Fregona, sottozona della Docg ‘Colli di Conegliano’

Tra i tanti addetti ai lavori e tra le diverse autorità presenti all’incontro sono intervenuti il Sindaco di Fregona, Patrizio Chies, i Sindaci dei due comuni appartenenti alla Docg Torchiato di Fregona (sottozona della Docg ‘Colli di Conegliano’), l’eurodeputato Gianantonio Da Re, e il consigliere Mauro Fael della Provincia di Treviso, ente che, insieme a Regione Veneto e Comune, ha contribuito a finanziare il centro di appassimento.

Un'altra eccellenza delle colline Unesco

L’assessore all'agricoltura della Regione del Veneto, Federico Caner, ha sottolineato come la nuova etichetta vada a "premiare un lavoro di squadra, un territorio e un prodotto di eccellenza che nasce nelle colline Unesco, tra Anzano, Fregona, Osigo, Montaner, Cappella Maggiore e Sarmede.
Per il Veneto, il Torchiato di Fregona è, assieme al Prosecco, uno dei vini identitari che ci rappresenta nel mondo".

La DOCG è stata istituita nel 2011

La storia del Torchiato risale al 1600. La DOCG, su richiesta di sette produttori riuniti in associazione, è stata istituita invece nel 2011.
Il balzo avviene nel 2012 con l’inaugurazione del centro di appassimento, struttura capace di  garantire un prodotto con unica etichetta: circa 15.000 bottiglie l’anno, 20 mila nelle annate migliori.
Nel 2014,  ad esempio, il Torchiato non è stato neanche prodotto.

Vigneti di piccole dimensioni, anche con soli 20-30 filari

Il territorio in cui è prodotto è caratterizzato dal microclima del Bosco del Cansiglio, una gola senza barriere, né naturali né artificiali, che presenta una media di due/tre gradi in meno della vicina Vittorio Veneto.
La conformazione carsica dell’Altipiano del Cansiglio risulta ideale per i vigneti poiché la ventilazione presente anche nelle giornate estive più calde favorisce la produzione di uve sane. Il sottosuolo è prevalentemente composto da limo e argilla con vigneti caratterizzati dalle piccole dimensioni, a volte anche di soli venti o trenta filari.

Dal Torchiato anche una grappa e un formaggio

Oltre al Piera Dolza, la cooperativa dal 2015 produce la Boschera in purezza un vino che nonostante l'acidità - tanto da meritarsi la definizione di ‘brivido verde’ - possiede equilibrio ed eleganza.
Con le vinacce derivate dalla lavorazione del Torchiato viene prodotta anche una grappa.
Nello spaccio aziendale trovano spazio anche alcune preparazioni dolciarie come il “Torchiatone”, una focaccia dolce, naturalmente al Torchiato, e il formaggio “imbriago” una specialità casearia affinata, neanche a dirlo, sulle vinacce del Torchiato.

Sette piccoli vignaioli salvano il Torchiato di Fregona - Ultima modifica: 2023-05-24T17:54:21+02:00 da Gilberto Santucci

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento
Per favore inserisci il tuo nome